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giovedì 31 maggio 2012

Comunione sulla mano ed il Concilio Vaticano II

La Comunione sulla mano ed il Concilio Vaticano IISono nato nel 1963, sono entrato in seminario nel 1983 e sono stato ordinato sacerdote nel 1990. La mia formazione teologica non è stata assolutamente “conservatrice” o “preconciliare”, ma fin da ragazzo ho sentito istintivamente un senso di disagio nel dare o ricevere la santa Comunione sulla mano. Poche sere fa, con  Gianluca Barile, direttore di Petrus, colloquiando, a cena, con il cardinale Arinze, Prefetto della Congregazione della Liturgia, ad una domanda di Gianluca sulla prassi moderna di dare ai laici la comunione sulla mano, il cardinale affermò decisamente che, se lui allora fosse stato nella commissione che doveva decidere, avrebbe votato contro riguardo alla prassi di dare la comunione sulla mano. Attraverso i secoli, insigni teologi e grandi mistici  ci hanno insegnato che la Santa Eucarestia è veramente il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù Cristo. I Padri del Concilio di Trento definirono il Divino Sacramento con precisione e cura,  San Tommaso  ...
... d’Aquino ci ha insegnato che, al di là della venerazione verso questo Sacramento, toccare ed amministrare il Sacramento spetta solo al sacerdote o al diacono. Per secoli i genitori cattolici, a casa, così come le suore insegnanti, a scuola, le catechiste, in parrocchia,  hanno insegnato che era sacrilegio per chiunque toccare l’Ostia Santa, tranne che per il sacerdote od il diacono. Attraversi i secoli i papi, i vescovi, i preti ci hanno insegnato la stessa cosa, non tanto con le parole, ma con l’esempio, specialmente con la celebrazione della Messa secondo il rito di san Pio V, in cui c’era, in ogni gesto che il sacerdote faceva, profondo rispetto per il Divino Sacramento, in quanto vero Corpo di Cristo. Ma l’introduzione della Comunione sulla mano dimostra un’inosservanza di quanto i nostri Padri, lungo i secoli, ci hanno insegnato.
E benché questa pratica sia stata introdotta ed erroneamente presentata come uno sviluppo liturgico autentico, sotto mandato del Concilio Vaticano II, in realtà, la Comunione sulla mano non solo non è uno sviluppo liturgico autentico, ordinato dal Concilio Vaticano II, ma mostra disobbedienza e disprezzo totali nei confronti di secoli di insegnamento e pratica. La Comunione sulla mano fu introdotta sotto un falso ecumenismo, cui è stato consentito di crescere grazie alla debolezza dell’Autorità ecclesiastica, approvata attraverso compromessi e falso senso di tolleranza ed ha portato ad una profonda irriverenza ed indifferenza verso il Santissimo Sacramento, come disposizione liturgica dei nostri giorni. La Comunione sulla mano non è menzionata in nessun documento del Vaticano II, né se ne parlò nei dibattiti conciliari ; in nessuno dei sedici documenti del Concilio è menzionata la Comunione sulla mano.
Prima del Vaticano II non c’è testimonianza storica di vescovi, preti o laici che abbiano richiesto ad alcuno l’introduzione della Comunione sulla mano. Al contrario, chiunque crebbe nella Chiesa preconciliare, ricorderà chiaramente che gli fu insegnato che era sacrilegio per chiunque, tranne che per il prete, toccare l’Ostia Sacra. Lo mette in evidenza l’insegnamento di San Tommaso d’Aquino, nella sua Summa Theologica. Egli spiega: “Dispensare il Corpo di Cristo spetta al sacerdote per tre ragioni: 1°: perché egli consacra nella persona di Cristo. Ma come Cristo consacrò il Suo Corpo nell’Ultima Cena e fu Lui che ne diede agli altri per essere condiviso da loro, così, come la consacrazione del Corpo di Cristo spetta al sacerdote, anche la distribuzione spetta a lui; 2°: perché il prete è l’intermediario stabilito tra Dio e il popolo, quindi spetta a lui offrire i doni del popolo a Dio, così spetta a lui distribuire i doni consacrati al popolo; 3°: perché, al di là del rispetto per questo Sacramento, nulla lo può toccare tranne ciò che è consacrato ; allo stesso modo solo le mani del sacerdote lo possono toccare. Quindi a nessun altro è lecito toccarlo, tranne che per necessità, per esempio se stesse per cadere per terra, o altro, in qualche caso di emergenza” (ST.III, Q 82, Art. 13).
San Tommaso, che nella Chiesa è il principe dei teologi,  la cui Summa Theologica fu posta sull’altare vicino alle Scritture, durante il Concilio di Trento, chiaramente insegna che spetta al prete e soltanto a lui toccare e distribuire l’Ostia Sacra, che solo ciò che è consacrato (le mani del sacerdote) deve toccare il Consacrato (l’Ostia Sacra). La Comunione sulla mano certamente fu praticata nella Chiesa antica, ma attenzione gli uomini potevano ricevere l’Eucarestia sulla mano, mentre le donne non potevano riceverLa sulle mani nude e dovevano coprirle con un indumento chiamato domenicale. Nel quarto secolo, San Cirillo di Gerusalemme insegnava ai fedeli che si doveva ricevere il Santissimo Sacramento con il massimo rispetto ed attenzione. Diceva:
“Prendetene considerazione di non smarrirne, poiché, se ne perdereste, subireste una perdita, come se fosse una delle vostre membra. Ditemi, se qualcuno vi desse della polvere d’oro, non la conservereste con ogni possibile cura, assicurandovi di non smarrirne o di subire alcuna perdita ? Allo stesso modo non vorreste essere molto più cauti per assicurarvi che nemmeno una briciola cada da ciò che è più prezioso dell’oro e delle pietre preziose ?”. Appare evidente, da questa affermazione che, nel quarto secolo, quando la nostra Chiesa era in fase di crescita, benché la pratica fosse ammessa, il grande San Cirillo, Padre e Dottore della Chiesa, andava ammonendo i fedeli, affermando che dovevano ricevere il Santissimo Sacramento con la massima riverenza. Con il passare del tempo, man mano che il rispetto ed il discernimento della vera natura del SS. Sacramento, grazie alla guida dello Spirito Santo, crebbe e si perfezionò, la pratica di porre l’Ostia sulla lingua del comunicando divenne sempre più diffusa, così che non ci fosse la più remota possibilità che la più piccola particella cadesse a terra e fosse dissacrata.
 La Comunione sulla mano fu condannata come un abuso al Sinodo di Rouen nell’anno 650, così che si può dire con ragionevole certezza che, grazie al desiderio di maggior rispetto e come salvaguardia contro la dissacrazione, era la norma riceverLa sulla lingua.
Don Marcello Stanzione

INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE, MILANO - INDULGENZA PLENARIA


Benedetto XVI concede l’Indulgenza plenaria ai fedeli che parteciperanno a qualche funzione durante l’Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. Lo afferma un decreto della Penitenzieria Apostolica. L’indulgenza - che potranno ottenere anche quanti, impossibilitati a recarsi a Milano, saranno uniti spiritualmente all’evento - richiama l’esperienza del perdono all’interno della famiglia: una dimensione fondamentale del vivere familiare.

mercoledì 30 maggio 2012

♥ Ho ricoperto l’Italia con il Mio Manto,la terrà tremerà molto;vi saranno vari sciami sismici,ma non temete: Io vi proteggerò ♥



"Maria opera nei nostri cuori e scuoti le nostre coscienze .
Ricopri la nostra Italia col tuo manto,esaudisci le nostre preghiere.Se la terra trema,tremano i nostri cuori;ma col tuo aiuto Madre cara,sapremo proteggerci dalle insidie del maligno"


MESSAGGIO DELLA MADONNA DI ZARO
DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012


Sia lodato Gesù Cristo

Cari figli,
vi amo più di quanto possiate immaginare.

Figlia mia,
oggi accolgo in modo speciale ogni richiesta di questi figli
che con fede hanno risposto a questa Mia chiamata:

esaudirò molti di loro,
allevierò tante loro sofferenze,
accarezzerò con dolcezza i loro volti e asciugherò molte delle loro lacrime.
Su tanti farò discendere la Grazia,
toccando con amore i loro cuori;
tanti non sono ancora pronti,
quindi il vostro compito è quello di essere testimoni della luce.

Fate risplendere la vostra luce e ricopriteli con il vostro spirito.

Figlia mia,
come ti ho fatto vedere quest’oggi ho ricoperto l’Italia con il Mio Manto,
proprio perché su di essa incombe un grave pericolo.

Figlia,
la terra tremerà, tremerà molto;
vi saranno vari sciami sismici,
ma non temete: Io vi sono accanto e vi proteggerò.

Figli miei,
vi raccomando di essere prudenti;
molti verranno rivestiti da una falsa luce,
il diavolo farà di tutto per ingannarvi,
ma voi sapete come proteggervi,
ve l’ho detto tante volte.

Pregate, pregate, pregate.


Poi la Mamma ha chiesto una novena a San Michele Arcangelo, a protezione dell’Italia.
Infine ha benedetto tutti, nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.  

Intenzioni di preghiera per i Cenacoli:
  • Preghiamo ed invochiamo lo Spirito Santo, per essere sempre pronti ad accogliere la Grazia di Dio ed intercediamo per i più lontani;
  • Preghiamo per l’Italia, avendo fiducia piena in Dio attraverso Maria e come Maria;
  • Preghiamo per avere sempre la giusta luce nel discernere il Bene dal male.


Statua della Madonna estratta intatta dalle macerie dopo il terremoto all'Aquila
♥ Ho ricoperto l’Italia con il Mio Manto,la terrà tremerà molto;
                                       vi saranno vari sciami sismici,ma non temete: Io vi proteggerò ♥

RITO AMBROSIANO - 31.05.2012 SETTIMANA DOPO PENTECOSTE GIOVEDÌ


LETTURA
Lettura del libro dell’Esodo 19, 16-19

Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell’accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce.


SALMO
Sal 96 (97)

® Il Signore regna: esulti la terra.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. ®

Un fuoco cammina davanti a lui
e brucia tutt’intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e trema la terra. ®
 
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. ®

Si vergognino tutti gli adoratori di statue
e chi si vanta del nulla degli idoli.
A lui si prostrino tutti gli dèi!
Perché tu, Signore,
sei l’Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi. ®


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 12, 27-32

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me».
 

SALMO 138, 13-18. 23-24

Sei tu che hai creato le mie viscere *
    e mi hai tessuto nel seno di mia madre.

Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; †
    sono stupende le tue opere, *
    tu mi conosci fino in fondo.

Non ti erano nascoste le mie ossa †
    quando venivo formato nel segreto, *
    intessuto nelle profondità della terra.

Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi *
    e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati, *
    quando ancora non ne esisteva uno.

Quanto profondi per me i tuoi pensieri, *
    quanto grande il loro numero, o Dio;
Se li conto sono più della sabbia, *
    se li credo finiti, con te sono ancora.

Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, *
    provami e conosci i miei pensieri:
vedi se percorro una via di menzogna *
    e guidami sulla via della vita.

martedì 29 maggio 2012

RITO AMBROSIANO - 30.05.2012 SETTIMANA DOPO PENTECOSTE MERCOLEDÌ


LETTURA
Lettura del libro dell’Esodo 19, 7-15


In quei giorni. Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». Mosè tornò dal Signore e riferì le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube, perché il popolo senta quando io parlerò con te e credano per sempre anche a te».
Mosè riferì al Signore le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: «Va’ dal popolo e santificalo, oggi e domani: lavino le loro vesti e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai, alla vista di tutto il popolo. Fisserai per il popolo un limite tutto attorno, dicendo: “Guardatevi dal salire sul monte e dal toccarne le falde. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte. Nessuna mano però dovrà toccare costui: dovrà essere lapidato o colpito con tiro di arco. Animale o uomo, non dovrà sopravvivere”. Solo quando suonerà il corno, essi potranno salire sul monte». Mosè scese dal monte verso il popolo; egli fece santificare il popolo, ed essi lavarono le loro vesti. Poi disse al popolo: «Siate pronti per il terzo giorno: non unitevi a donna».


SALMO
Sal 117 (118)

® Canterò per sempre l’amore del Signore.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
Il suo amore è per sempre». ®

Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre». ®

Nel pericolo ho gridato al Signore:
mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo.
Il Signore è per me, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
Il Signore è per me, è il mio aiuto,
e io guarderò dall’alto i miei nemici. ®


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 8, 42b-48

In quel tempo. Le folle si accalcavano attorno al Signore Gesù. E una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, la quale, pur avendo speso tutti i suoi beni per i medici, non aveva potuto essere guarita da nessuno, gli si avvicinò da dietro, gli toccò il lembo del mantello e immediatamente l’emorragia si arrestò. Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Tutti negavano. Pietro allora disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, tremante, venne e si gettò ai suoi piedi e dichiarò davanti a tutto il popolo per quale motivo l’aveva toccato e come era stata guarita all’istante. Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!».

PREGHIERA A MARIA

Maria, rendi il mio amore sorridente, perché sia ancor più ricco di amore! Fa in modo che il mio sorriso, possa esprimere la più pura bontà! Insegnami a dimenticare con un sorriso le mie preoccupazioni e le mie pene, per prestare attenzione soltanto alle gioie degli altri. Il mio volto sorridente renda i miei contatti col prossimo più cordiali e più caldi di fraternità. Conservami il sorriso nelle ore dolorose, perché anche in quei momenti io possa continuare a donarmi al prossimo. Aiutami a custodire in fondo al cuore quella gioia di amare che si manifesta attraverso il sorriso. Insegnami, Maria, a servire il Signore, con gioia, sorridendo, a qualunque costo.

Il discernimento degli spiriti



Di Padre Fio Mascarenhas, SJ
La parola "spirito" fa riferimento a due diversi tipi di forze motivazionali. Lo spirito di un individuo si esprime nella sua inclinazione interiore a compiere il bene o il male, e si manifesta con una regolarità tale che deve essere considerato una caratteristica propria della persona. D'altro canto è possibile che un individuo cada sotto l'influenza di uno spirito estrinseco alla sua personalità, che può venire sia da Dio che dal Diavolo. Il "discernimento degli spiriti" ha appunto il compito di giudicare se un determinato atto o serie di atti siano originati dallo Spirito Santo, dallo spirito diabolico o dallo spirito umano.
Esistono due tipi di discernimento degli spiriti (DS): quello acquisito e quello infuso.
Il DS acquisito è complementare alla direzione spirituale ordinaria e può essere approfondito da chiunque lo voglia esercitare servendosi di strumenti appropriati.
Il DS infuso è invece un dono carismatico che viene concesso da Dio solo a determinate persone.
Il DS acquisito è assolutamente indispensabile per un direttore spirituale o per il responsabile di un gruppo di preghiera, poiché esso è fondamentale per capire quali sono gli spiriti che allontanano da Dio e quando invece interviene lo Spirito Santo che conduce l'uomo a Dio. I mezzi attraverso i quali si acquisisce l'arte de DS sono:
La preghiera , che è il mezzo più importante.
Lo Studio . I responsabili dovrebbero acquistare familiarità con i principi generali della teologia spirituale contenuti nella Bibbia, negli scritti dei maestri di vita spirituale e nelle vite dei santi. È necessario inoltre che abbiano una comprensione profonda e diffusda delle diverse "scuole" di spiritualità.
L'esperienza personale . Se da un lato è vero che ogni persona ha dei tratti e delle caratteristiche uniche, è altrettanto vero che esiste anche un cammino comune a tutti, e che chi non ha una approfondita conoscenza di se stesso difficilmente comprenderà gli altri. Inoltre, se un responsabile non ha raggiunto un certo grado di virtù e di dominio di sé, sicuramente non sarà capace di capire la condizione dei fratelli che deve guidare.
Tipi di spiriti
Esistono tre principali tipi di spiriti: lo Spirito Santo , lo spirito diabolico e lo spirito umano . Lo Spirito di Dio ci rende sempre inclini al bene e opera in noi direttamente o attraverso cause secondarie; il diavolo ci porta sempre verso il male usando i suoi poteri o esercitando su di noi l'attrattiva per le cose del mondo; lo spirito umano può condurci sia verso il bene che verso il male, a seconda dell'intenzione della persona a seguire la retta ragione o i desideri egoistici . Poiché le diverse inclinazioni naturali sono moralmente indifferenti, esse possono essere indirizzate sia verso il bene che verso il male, e la grazia non solo non distrugge la natura ma anzi la perfeziona e la rende soprannaturale, mentre il diavolo si serve della debolezza umana e degli effetti del peccato originale per raggiungere i suoi obiettivi malvagi.
Vi sono poi dei casi in cui, in una determinata azione, interagiscono in noi diversi tipi di spiriti, e, anche quando su un atto predomina lo Spirito Santo, non ne consegue necessariamente che i movimenti anteriori e posteriori ad esso siano altrettanto soprannaturali. Movimenti puramente naturali, coscienti o inconsci, possono rendere l'azione meno pura. Lo Spirito di Dio potrebbe, ad esempio, ispirarmi a digiunare regolarmente, ma il mio spirito potrebbe indurmi a digiunare in modo simbolico così da perdere ogni beneficio spirituale del digiuno; il diavolo potrebbe invece influenzarmi a strafare o a prolungare il mio digiuno per diversi giorni a danno della mia stessa salute.
Lo spirito divino
Alcune caratteristiche generali sono:
Verità. Se una persona continua a sostenere opinioni dichiaratamente contrarie alla verità rivelata, all'insegnamento infallibile della Chiesa o alla teologia comprovata, alla filosofia o alla scienza, bisogna dedurne che essa è ingannata dal diavolo o vittima di un'immaginazione eccessiva o di un ragionamento fallace.
Docilità. Chi è guidato dallo Spirito Santo accetta con pace profonda il consiglio e il parere dei fratelli che esercitano un'autorità su di lui, manifestando sentimenti di umiltà e di nascondimento.
Discrezione . Lo Spirito Santo rende la persona discreta, prudente e attenta in tutto ciò che intraprende. Nulla è precipitoso, frivolo, esagerato o impetuoso; tutto è ben equilibrato, edificante, calmo e pacifico.
Pace. La persona sperimenta una serenità profonda e stabile nella profondità del proprio spirito.
Purezza delle intenzioni. Cerca solo la volontà e la gloria di Dio in tutto ciò che vive e non nutre alcun interesse umano né motivazione dettata dall'amor proprio.
Pazienza nella sofferenza. Sopporta con animo sereno qualsiasi sofferenza senza curarsi di trovarne la causa o di comprendere se sia giusta o meno.
Semplicità. Assieme alla veridicità e alla sincerità, la semplicità non manca mai in chi è mosso dallo Spirito. Non vi è in lui alcuna duplicità, arroganza, ipocrisia o vanità, attegiamenti questi suscitati dal diavolo.
Librtà di spirito. Innanzitutto la persona non è attaccata a nessuna cosa creata, neanche ai doni di Dio, e riceve tutto dalle mani di Dio come dono, con gratitudine e umiltà, nella consolazione come nella prova. Chi invece dimostra una ostinata inflessibilità è animato solo dall'amor proprio e assume un atteggiamento contrario a quello appena esposto.
Lo spirito umano
Esiste un combattimento costante tra la grazia e lo spirito umano, il quale, ferito dal peccato, è fortemente incline all'amor proprio. Lo spirito umano tende sempre a soddisfare il piacere personale, è amico del piacere e nemico della sofferenza. Cerca sempre tutto quello che è compatibile con il suo temperamento, i suoi gusti, i suoi capricci personali o la soddisfazione del suo amor proprio. Non vuole sentire parlare di umiliazioni, pentenza e rinuncia, anzi, vuole solo successi, onori, applausi e svaghi.
Lo spirito diabolico
In genere l'influenza diablica è limitata alla semplice tentazione, sebbene talvolta il diavolo concentri il suo potere su un individuo attraverso l'ossesione diabolica o addirittura la possesione (uno studio dettagliato in materia esulerebbe dall'argomento trattato in questa sede). I segni che la contraddistinguono sono:
Spirito di falsità. Il diavolo è il padre della menzagna, ma nasconde astutamente l'inganno velandolo con false verità, fenomeni pseudo-mistci, ipocrisia, simulazione e doppiezza.
Curiosità morbosa. Caratterizza chi cerca avidamente gli aspetti esoterici dei fenomeni mistici o è affascinato dall'occulto o dal soprannaturale.
Confusione. Ansia profonda depressione, disperazione, mancanza di fiducia e scoraggiamento sono caratteristiche croniche che si alternano alla presunzione, alla vana sicurezza e ad un ottimismo infondato.
Ostinazione. Disobbedienza e durezza di cuore.
Costante indiscrezione. E spirito di irrequietezza. Questi stati d'animo caratterizzano chi tende agli eccessi nel praticare esercizi di penitenza o attività apostoliche e trascura i propri obblighi primari prediligendo altri tipi di lavori.
Spirito di orgoglio e di vanità. Queste persone sono molte ansiose di pubblicizzare i doni ricevuti da Dio e le loro esperienze mistiche.
Impazienza nella sofferenza. E risentimento ostinato.
Passioni incontrollate. E forte inclinazione alla sensualità, attaccamento eccessivo alle consolazioni sensibili, particolarmente nella preghiera. 
Le regole del discernimento secondo San'Ignazio da Loyola
S. Ignazio ha indubbiamente ricevuto da Dio un particolare carisma di discernimento. Alla fine del suo libro sugli esercizi spirituali, aggiunge alcune pagine estremamente preziose sui criteri da adottare nel discernimento degli spiriti. Qui riprenderemo solo le più importanti che verranno esposte in forma molto sintetica.
1. "Alle persone che vanno di peccato in peccato, il nemico propone sempre nuovi piaceri e godimenti, perché essi persistano e crescano nei loro vizi ". S. Ignazio intende dire che lo spirito del Male agisce in un determinato modo con quelli che gli appartengono e in un altro con coloro che non gli appartengono. Se quelli che gli appartengono lui li conferma nel male mediante nuove proposte di peccato, quelli che appartengono a Cristo lui li porta fuori strada proponendo il bene, ma, come abbiamo detto, un bene non richiesto da Dio e quindi falsificato.
2. E' proprio del cattivo spirito rimordere, rattristare, creare impedimenti, turbando con false ragioni affinché non si vada avanti ". Fin dall'inizio delle regole, siamo messi in guardia da un inganno tremendo: tutti i pensieri che vengono in mente, e che possono essere anche credibili o persuasivi, non devono essere accettati come veri se producono gli effetti che sono propri dello spirito del Male: senso di colpa, tristezza, impedimenti, turbamenti.
3. "E' proprio dello spirito buono dare coraggio, forza, consolazioni, lacrime, ispirazioni e pace, rendendo facili le cose e togliendo ogni impedimento, affinché si vada avanti nel bene operare ". Se i pensieri sono accompagnati da questi fenomeni, allora si può essere tranquilli di non cadere nell'inganno del diavolo. Anzi, S. Ignazio raccomanda anche vivamente di non prendere mai decisioni quando il proprio animo non ha le caratteristiche dell'opera dello Spirito, perché il rischio che la decisione sia ispirata dal male è in agguato. Al contrario, prima di prendere una decisione importante occorre attendere che nell'animo passi ogni forma di turbamento e ritornino la pace e la consolazione dello Spirito.
4. S. Ignazio specifica anche che i fenomeni interiori generati dallo Spirito di Dio lui li racchiude in una sola parola: "consolazione". Con questo termine S. Ignazio intende lo stato di calma e di pacificazione interiore e, di conseguenza, l'assenza di ogni ombra o turbamento, che vengono solo dal Maligno. Inoltre, specifica che le lacrime che provengono dallo Spirito non sono lacrime di tristezza ma lacrime che danno un senso di liberazione e accendono la persona a nuove decisioni di servizio a Dio, al Vangelo e all'uomo. La "consolazione" comporta anche un senso di elevazione verso Dio, un gusto delle cose spirituali e l'aumento intensivo delle virtù teologali.
5. Il contrario della consolazione è la "desolazione". Con questa parola Ignazio sintetizza tutti i fenomeni che la vicinanza del Maligno produce nell'animo umano, e li elenca così: oscurità dell'anima, turbamento, inclinazione alle cose terrene, sfiducia, mancanza di speranza e di amore, tiepidezza, pigrizia e tristezza.
6. " In tempo di desolazione non si facciano mai mutamenti, ma si resti saldi e costanti nei propositi e nelle decisioni che si avevano nel tempo della consolazione ". Questa regola è la diretta conseguenza di quanto è stato affermato prima: se l'anima è in stato di turbamento, ciò significa che non è sotto l'influsso dello Spirito di Dio ma sotto il suo contrario, e se non è sotto l'influsso dello Spirito di Dio, tutti i pensieri che nascono in quello stato, per quanto possano essere convincenti nelle loro argomentazioni, sono tuttavia illuminati dalla luce menzognera e dalla suggestione di Satana, E QUINDI NON AFFIDABILI. Per questo, solo al ritorno della consolazione interiore, si potrà tornare ad avere fiducia nei propri pensieri.
7. Cosa fare nel tempo della "desolazione"? S. Ignazio vi dedica la regola 319: "Gioverà molto reagire intensamente contro la stessa desolazione, restando per esempio più tempo nella preghiera e nella meditazione, soffermandosi nell'esame di coscienza e protraendo, secondo che sarà meglio, qualche tipo di penitenza ". Ci sembra molto chiaro il principio di fondo: S. Ignazio intende dire che, nello stato di desolazione, la cosa peggiore che si possa fare è quella di credere ai contenuti che Satana suggerisce nelle sue potenti suggestioni e non reagire coi mezzi che la Chiesa ha messo a nostra disposizione: la preghiera, la meditazione della Parola, la penitenza.
8. ATre sono le cause del perché ci troviamo desolati: la prima è la nostra lentezza nella crescita spirituale, la seconda è dovuta al fatto che Dio vuole mostrarci praticamente quello che siamo senza la sua Grazia, la terza perché una medicina contro l'orgoglio e la superbia spirituale lla regola 322 S. Ignazio risponde alla domanda circa la motivazione per la quale Dio lascia per qualche tempo un battezzato in balìa della desolazione: " ".
9. Ignazio dedica anche alcune considerazioni alla strategia tenuta da Satana nel tentare l'uomo, e lo fa con paragoni tratti dalla vita quotidiana. Innanzitutto dice che il Maligno somiglia a coloro che fanno la voce grossa coi deboli, ma si indeboliscono dinanzi ai forti: " E' proprio del nemico indebolirsi, perdersi d'animo e indietreggiare con le sue tentazioni quando la persona che si esercita nelle cose spirituali si oppone con fermezza alle sue tentazioni. Ma se, al contrario, la persona comincia ad avere timore o a perdersi d'animo nel fronteggiare le tentazioni, non c'è sulla faccia della terra bestia più feroce di lui ". Molto spesso, quindi, Satana gioca le sue carte da bravo illusionista per ingenerare nel nostro animo lo scoraggiamento. Non c'è niente che gli torni più utile, visto che lui può aumentare la sua forza nella misura in cui diminuisce la resistenza del battezzato nel combattimento spirituale. Quando ci fa credere di avere la situazione in pugno è invece il segno della sua debolezza: appunto perché percepisce il suo indebolimento, fa in modo che la persona si perda d'animo, così da recuperare il terreno perduto precedentemente nella lotta.
10. E ancora nella regola 326: " Il nemico si comporta come un falso amante che vuole restare nascosto; infatti, come il falso amante desidera che le sue parole e i suoi progetti restino segreti, mentre al contrario gli dispiace molto se vengono portati alla luce, così agisce lui. Quando il nemico della natura umana esercita la sua suggestione, e suggerisce le sue menzogne a un'anima retta, vuole e desidera che siano accolte e tenute in segreto, mentre gli dispiace molto se questa le scopre al suo confessore o ad altra persona spirituale ". Qui siamo certamente a un punto cruciale del discernimento. La chiusura nei confronti del confessore, o la tendenza a nascondere determinati pensieri che pure hanno un peso, è un "segno" preoccupante che la persona deve leggere nella valutazione di se stessa. Di solito, alla suggestione che afferra il pensiero, si accompagna anche una strana ripugnanza ad aprirsi col pastore. Spesso, basta aprirsi, superando se stessi anche con fatica, per constatare subito che la suggestione svanisce rapidamente nel nulla appena si comincia ad aprire bocca.
11. Regola 327: " Come il capitano di un esercito, dopo avere piantato la tenda di comando e osservato le postazioni o la posizione di un castello, lo attacca dalla parte più debole, così il nemico della natura umana, circondandoci, esamina tutte le nostre virtù e ci attacca dove ci trova più deboli ". Altra regola di importanza somma. Occorre conoscere i propri lati deboli nel cammino di fede, perché è lì che Satana ci attacca. Quindi è lì che dobbiamo vigilare. Se lasciamo sprovviste di difese le zone più deboli del nostro castello interiore, ci troveremo ben presto il nemico in casa

Il discernimento degli spiriti e i Padri della Chiesa
di Thomas Spidlik
Discernimento degli spiriti
La Bibbia presenta all'uomo delle scelte, a cui egli non può sottrarsi (Gn 2,17; 12,4 ecc.) Queste scelte vengono però ostacolate; infatti contro la voce divina, misteriosa, un'altra voce si fa sentire, quella del peccato, di Satana, anch'essa misteriosa. Come discernere l'una dall'altra? Testimoniare la voce di Dio è stato il compito dei profeti, e i libri sapienziali sono stati scritti proprio per insegnare a distinguere la voce della sapienza da quella della follia, la voce dei giusti da quella degli empi. Nelle epistole del Nuovo Testamento figura esplicitamente l'espressione «discernimento degli spiriti» (1Cor 12,10; lGv 4,1).
Questo problema non cessa di occupare un posto di primo piano nella letteratura spirituale. Origene discute attentamente della diversa ori­gine degli spiriti capaci di agire in noi. Antonio e i monaci semplici in Egitto ne parlano in modo più concreto, descrittivamente; al con­trario l'insegnamento di Evagrio è sistematico. Le regole fondamentali formulate da Cassiano sono le più complete del suo tempo, e dopo di lui Diadoco di Foticea, che combatte le dottrine messaliane, dà grande spazio alla problematica del discernimento tra le vere e false consolazi­ni e desolazioni. Continuando questa tradizione, in tempi più" recenti, Teofane il Recluso interpreta le regole riprendendo il testo di L. Scupoli.

Discernimento come dono di Dio, arte spirituale e frutto di esperienza

Per san Giovanni l'esperienza spirituale è un'«unzione»; uno stato di luce (lGv 2,20.27). Secondo Diadoco di Foticea lo Spirito Santo è la «lampada» di questa scienza spirituale. Per Paisij Velickovskij il discernimento è «la comprensione spirituale data da Dio».
L'esperienza del discernimento è dunque inseparabile dalla pratica dei comandamenti, dalla carità (cfr. lGv 2,3; Fil 1,9). Antonio ha det­to: «E' necessaria molta preghiera e ascesi affinché, dopo aver ricevuto dallo Spirito il carisma del discernimento degli spiriti, si possa conoscere ciò che concerne ciascuno dei demoni...».
La conoscenza degli spiriti, inoltre, è frutto di lunga osservazione: «Dopo una lunga osservazione (metà polles katatereseòs) - dice Evagrio - abbiamo riconosciuto questa differenza tra i pensieri angelici, i pensieri umani e quelli che vengono dai demoni». I demoni si rivelano infatti per il loro comportamento, per la frequenza e il modo dei loro attacchi, ma soprattutto per i pensieri che ispirano. Si può acquistare un «senso» speciale, un'intuizione spirituale, fino a diventare capaci di riconoscere un cattivo pensiero «dal cattivo odore caratteristico dei demoni»
Le regole psicologiche» a seconda del modo di agire degli spiriti

Se Evagrio distingue soprattutto le diverse categorie di pensieri che i demoni suggeriscono all'uomo, Antonio osserva invece soprattutto gli stati psicologici prodotti dall'azione degli spiriti nell'anima. Il grande discorso di Antonio enuncia la

Regola d'oro del discernimento:
Le buone aspirazioni fanno nascere «una gioia inesprimibile, il buon umore, il coraggio, il rinnovamento interiore, la fermezza dei pensieri, la forza e l'amore per Dio»; le altre, invece, portano con sé «paura dell'anima, turbamento e disordine dei pensieri, tristezza, odio contro gli asceti, acedia, afflizione, ricordo dei parenti, timore della morte e infine desideri cattivi, pusillanimità per la virtù e disordine dei costumi».

Più tardi questa regola è stata semplificata in un assioma: Quidquid inquietat est a diabolo. Evagrio parla di «stato pacifico» e di «stato turbato». In seguito gli autori si resero però conto del fatto che distinguere una «consolazione» da una «desolazione» non è sufficiente a discernere la loro origine: il demonio è infatti un ingannatore. «Quando il nostro intelletto incomincia a sentire la consolazione dello Spirito Santo - nota Diadoco - allora anche Satana consola l'anima con un sentimento di finta dolcezza, nel riposo della notte, quando si soccombe all'influenza di un sonno leggerissimo».
A ben guardare già l'istruzione di Antonio non si limitava a parlare di gioia o, al contrario, di tristezza, ma sottolineava piuttosto la contrapposizione più sottile fra katàstasis e akatastasìa. Si potrebbe, dunque, dire che le manifestazioni angeliche sono «secondo natura», mentre quelle demoniache turbano l'ordine naturale, che è buono.
Anche se il demonio prende la forma di un angelo di luce (2Cor 11,14), con la farsa apparenza di luce», «dimena gentilmente la coda», lo si riconosce tuttavia dalle opere, dall'effetto che produce sull'immagine di Dio nell'anima, ed è questo il criterio decisivo del discernimento fra «stato pacifico» e «stato turbato».
In particolare si esortano i monaci a fare attenzione ai punti deboli delle loro virtù, oppure all'immoderazione nella loro ascesi. «Quando, nella loro lotta contro i monaci, i demoni sono impotenti, allora si ritirano un pò osservando quale virtù è negletta in quel momento, ed è li che fanno subito irruzione per fare a pezzi l'anima disgraziata». Spingendo l'ascesi all'esagerazione, i demoni cercano di «distoglierci da ciò che può essere fatto e di costringerci a fare ciò che è impossibile».

lunedì 28 maggio 2012

RITO AMBROSIANO - 29.05.2012 SETTIMANA DOPO PENTECOSTE MARTEDÌ


LETTURA
Lettura del libro dell’Esodo 19, 1-6


In quei giorni. Al terzo mese dall’uscita degli Israeliti dalla terra d’Egitto, nello stesso giorno, essi arrivarono al deserto del Sinai. Levate le tende da Refidìm, giunsero al deserto del Sinai, dove si accamparono; Israele si accampò davanti al monte.
Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: «Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: “Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me. Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa”. Queste parole dirai agli Israeliti».


SALMO
Sal 80 (81)

® Fa’ che ascoltiamo, Signore, la tua voce.

«Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
Hai gridato a me nell’angoscia
e io ti ho liberato. ®

Nascosto nei tuoni ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Merìba.
Ascolta, popolo mio:
contro di te voglio testimoniare.
Israele, se tu mi ascoltassi! ®

Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto». ®

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 12, 35-38

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

PREGHIERA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Cuore Immacolato di Maria, ardente di bontà,
mostra il tuo amore verso di noi.
La fiamma del tuo cuore, o Maria,
scenda su tutti gli uomini.
Noi ti amiamo tanto.
Imprimi nei nostri cuori il vero amore,
così da avere un desiderio continuo di te.
O Maria, umile e mite di cuore,
ricordati di noi quando siamo nel peccato.
Donaci per mezzo del tuo Cuore Immacolato
la salute spirituale.
Fa che sempre possiamo guardare alla bontà
del tuo Cuore materno
e che ci convertiamo per mezzo della fiamma
del tuo Cuore.
Amen



domenica 27 maggio 2012

1° PIETRO 1,3-9

Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

RITO AMBROSIANO - 28.05.2012 SETTIMANA DOPO PENTECOSTE LUNEDÌ


LETTURA
Lettura del libro del Deuteronomio 16, 9-12


In quei giorni. Mosè disse: «Conterai sette settimane. Quando si metterà la falce nella messe, comincerai a contare sette settimane e celebrerai la festa delle Settimane per il Signore, tuo Dio, offrendo secondo la tua generosità e nella misura in cui il Signore, tuo Dio, ti avrà benedetto. Gioirai davanti al Signore, tuo Dio, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo schiavo e la tua schiava, il levita che abiterà le tue città, il forestiero, l’orfano e la vedova che saranno in mezzo a te, nel luogo che il Signore, tuo Dio, avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Ricòrdati che sei stato schiavo in Egitto: osserva e metti in pratica queste leggi».


SALMO
Sal 80 (81)

® Esultate in Dio, nostra forza.

Esultate in Dio, nostra forza,
acclamate il Dio di Giacobbe!
Intonate il canto e suonate il tamburello,
la cetra melodiosa con l’arpa. ®

Suonate il corno nel novilunio,
nel plenilunio, nostro giorno di festa.
Questo è un decreto per Israele,
un giudizio del Dio di Giacobbe. ®

Una testimonianza data a Giuseppe.
Ascolta, popolo mio:
«Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto». ®


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 21, 1-4

In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
 

Spirito Santo vieni (1998) - Vieni, vieni Spirito d'amor - RnS.WMV

Supplica allo Spirito Santo

Vieni, Spirito Santo,
effondi su di noi la sorgente
delle tue Grazie
e suscita una nuova Pentecoste nella Tua Chiesa! 
Scendi sui Tuoi vescovi,
sui sacerdoti,
sui religiosi e sulle religiose,
sui fedeli e su coloro che non credono,
sui peccatori più induriti e su ognuno di noi!
Scendi su tutti i popoli del mondo,
su tutte le razze e su ogni classe e categoria di persone!
Scuotici con il Tuo soffio divino. purificaci da ogni peccato
e liberaci da ogni inganno e da ogni male!
Infiammaci con il Tuo fuoco,
fa' che bruciamo e ci consumiamo nel Tuo Amore!
Insegnaci a capire che Dio è tutto.
tutta la nostra felicità e la nostra gioia,
e che solo in Lui è il nostro presente,
il nostro fututro e la nostra eternità.
Vieni a noi Spirito Santo
e trasformaci, salvaci, riconciliaci,
uniscici, consacraci!
Insegnaci ad essere totalmente di Cristo,
totalmente Tuoi, totalmente di Dio!

Questo te lo chiediamo per l'intercessione e sotto la guida e protezione della
Beata sempre Vergine Maria,
Tua immacolata Sposa e Madre nostra, Regina della Pace!
Amen.