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martedì 31 luglio 2012

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO


Dio è fedele e protegge il suo servo

1.08.2012
1Cr 17,16-27; Sal 60(61); Lc 11,9-13

“Quanto più il Padre vostro darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!”. (Lc 11,13)

Il re Davide interpella Dio e gli chiede ragione della sua chiamata, consapevole di non avere alcunchè da presentare agli occhi del Signore. "Come può pretendere Davide aggiungere qualcosa alla tua gloria?". Ciò che può fare è solo un atto di fede: "Signore, nessuno è come te e non vi è altro Dio fuori di te!".
L’invadenza propria di chi confida; di chi sa di poter essere sé stesso nella verità, almeno davanti al Padre! Nella preghiera Gesù ci chiede di spogliarci, di consegnare nelle sue mani tutta la nostra intimità, tutta la nostra confidenza. Non aspetta altro. E lui non ci darà solo il pane e il perdono, di cui abbiamo essenzialmente bisogno, Dio ci darà il suo stesso respiro: lo Spirito, che è il respiro che soffia tra il Padre e il Figlio. Gesù ci accompagna così a casa sua, dentro, nel cuore stesso della Trinità.

Preghiamo col Salmo

Sii attento, Signore, alla mia preghiera.
Vorrei abitare nella tua tenda per sempre,
vorrei rifugiarmi all’ombra delle tue ali.
Tu, o Dio, hai accolto i miei voti,
mi hai dato l’eredità di chi teme il tuo nome.

SANTO DEL GIORNO



Sant'Alfonso Maria de' Liguori, vescovo e dottore della Chiesa

1.08.2012

Nasce nel 1696 e muore nel 1787: una lunga vita, segnata dalle complesse vicende del XVIII secolo. Primogenito di nobile famiglia napoletana, molto religiosa: oltre a lui quattro dei suoi sette fratelli si consacrarono al servizio del Signore.
Giovanissimo, conseguì il titolo di dottorato in utroque iure, dopo un itinerario di studi in famiglia, e divenne ben presto uno dei più rinomati giureconsulti di Napoli. Dopo aver ricevuto incarichi di prestigio, deluso dalla vita professionale e dal clima della società del tempo, in seguito a un’esperienza mistica, scelse la vita ecclesiastica, rinunciando ai diritti della primogenitura e simbolicamente deponendo la spada di cavaliere ai piedi della statua della Madonna nella chiesetta della Mercede presso Porta Alba.
Dopo gli studi teologici, a trent’anni venne ordinato prete e si dedicò subito ai diseredati abbandonati alla miseria e accampati per le strade della città. Nel 1732 fondò le “Cappelle serotine” in cui raccoglieva questa povera gente detta dei “lazzaroni”. A Scala, sopra Amalfi, concepì e pian piano diede forma al disegno di una Congregazione dedita alla missione popolare, soprattutto tra i più abbandonati: i Redentoristi, e il ramo femminile contemplativo delleMonache del SS. Redentore.
Nel 1762 fu eletto vescovo di Sant’Agata dei Goti. Nel 1775 consegnò le dimissioni dall’episcopato nelle mani di papa Pio VI e rimase superiore della Congregazione risiedendo a Pagani, nel Salernitano. In questo periodo l’Istituto dei Redentoristi dovette soffrire per l’ingerenza del potere civile napoletano, ingerenza duramente condannata dal papa. Indebolito nel fisico e fiaccato nell’animo, pur sempre docile alle vie di Dio e alle sue mediazioni umane, morì il 1° agosto 1787.
Rimane una delle figure più significative del XVIII secolo italiano. Canonizzato nel 1839, nel 1987 è proclamato dottore della Chiesa, per la sua abbondantissima opera di scritti morali (“probabilismo”) e ascetico-edificanti, opera peraltro molto discussa; nel 1950 ricevette il titolo di “patrono dei confessori e dei moralisti”

RITO AMBROSIANO - 1.08.2012 SETTIMANA DELLA IX DOMENICA DOPO PENTECOSTE MERCOLEDÌ


LETTURA
Lettura del primo libro delle Cronache 17, 16-27


In quei giorni. Il re Davide andò a presentarsi davanti al Signore e disse: «Chi sono io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui? E questo è parso poca cosa ai tuoi occhi, o Dio: tu hai parlato della casa del tuo servo per un lontano avvenire; mi hai fatto contemplare come una successione di uomini in ascesa, Signore Dio! Come può pretendere Davide di aggiungere qualcosa alla tua gloria? Tu conosci il tuo servo. Signore, per amore del tuo servo e secondo il tuo cuore, hai compiuto tutte queste grandi cose, per manifestare tutte le tue meraviglie. Signore, nessuno è come te e non vi è altro Dio fuori di te, proprio come abbiamo udito con i nostri orecchi. E chi è come il tuo popolo, come Israele, unica nazione sulla terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé e per procurarsi un nome grande e stabile? Tu hai scacciato le nazioni davanti al tuo popolo, che tu hai riscattato dalla nazione d’Egitto. Hai reso il tuo popolo Israele popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro. Ora, Signore, la parola che hai pronunciato sul tuo servo e sulla sua casa resti per sempre e fa’ come hai detto. Il tuo nome sia saldo e sia magnificato per sempre così: “Il Signore degli eserciti, Dio d’Israele, è Dio per Israele!”. La casa di Davide, tuo servo, sia stabile davanti a te! Poiché tu, Dio mio, hai rivelato al tuo servo l’intenzione di costruirgli una casa, per questo il tuo servo ha trovato l’ardire di pregare alla tua presenza. Ora, Signore, tu sei Dio; hai fatto al tuo servo queste belle promesse. Dégnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sia sempre dinanzi a te! Poiché quanto tu, Signore, benedici, è sempre benedetto».


SALMO
Sal 60 (61)

®  Sii attento, Signore, alla mia preghiera.

Vorrei abitare nella tua tenda per sempre,
vorrei rifugiarmi all’ombra delle tue ali.
Tu, o Dio, hai accolto i miei voti,
mi hai dato l’eredità di chi teme il tuo nome. ®

Ai giorni del re aggiungi altri giorni,
per molte generazioni siano i suoi anni!
Regni per sempre sotto gli occhi di Dio;
comanda che amore e fedeltà lo custodiscano. ®

Così canterò inni al tuo nome per sempre,
adempiendo i miei voti giorno per giorno. ®


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 11, 9-13

In quel tempo. Il Signore Gesù aggiunse: «Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

GIAMPILIERI MARINA 07/07/2012 MESSAGGIO DELLA MADONNA (Veglia del primo sabato)


Figli miei,
la vostra Mamma Celeste è accanto a voi tutti questa sera, in particolare a coloro che corrono tra le braccia della loro Mamma Celeste per essere protetti e rafforzati nella fede e nell’amore.
Figli miei, la vostra umanità è ammantata dalle tenebre più fitte che travolgono tutto ciò che è lasciato per imprudenza ed incuria al potere del mio nemico satana.

 Figli miei, vi dissi che è una lotta estrema dove le forze dell’amore, del cielo e della terra, si uniscono per debellare la piaga del peccato mortale che sempre più infetta la vostra umanità portando fetore, morte e distruzione.
Figli miei, Gesù desidera continuamente dare ai suoi figli tutto ciò che possiede, ma viene respinto e tradito continuamente per pochi denari come allora. Stolti! Il denaro accumulato si dissolve, ma l’amore della SS. Trinità è provvidenza continua, è misericordia infinita che cammina passo dopo passo, respiro dopo respiro con ogni creatura piccola che accoglie il mio figlio Gesù.
Figli miei, Gesù, attraverso il mio  materno seno, vi trasmette la sua vita e ogni mio piccolo fiore viene nutrito della stessa vita di Gesù e innaffiato con l’acqua viva che scorre dal suo costato. Nel mio materno seno, sede della SS. Trinità, nessuna creatura potrà perire, nessun figlio potrà essere abbandonato, ma la vostra umanità, figli miei, accusa Gesù, disconosce il Padre nella creazione e rifiuta l’amore e l’aiuto sicuro della Mamma del vostro Gesù. Sciocchi! La tempesta li sorprenderà, mentre i piccoli, sicuri, sono già aggrappati al manto della vostra Mamma Celeste per essere cullati, curati e saziati dall’unico Bene.
Figli miei, affido a tutti i miei piccoli, che mi seguono e mi amano, il compito di essere sempre più piccoli e umili e ubbidienti per far brillare la luce divina nei cuori di tutti i miei figli, smarriti nelle vie larghe del mondo, in cerca della felicità e della gloria che passa e che sfuma in un batter di ciglia portando dolore in tanti, troppi cuori.
Ora vi benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Ciao, figli miei, la vostra mamma Maria.

lunedì 30 luglio 2012


Dio è fedele e protegge il suo servo

31.07.2012
1Cr 14,17-15,4.14-16.25-16,2; Sal 31(32); Lc 11,5-8

“Almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono”. (Lc 11,8)

Gesù ci invita ad essere insistenti e persino invadenti. Nel vangelo di oggi ci viene detto di essere invadenti al cospetto di Dio. Insistenza e faccia tosta: qualità indispensabili agli oranti e ai mistici. Davanti a Dio non c’è posto per la nostra discrezione e timidezza: difatti "non abbiamo ricevuto uno spirito di timidezza” (2Tm1,7). C’è una lotta di espugnazione reciproca, con tutta la passione necessaria per questo corpo a corpo che è la preghiera (Gen 32,23-33!!). Dio vuole e brama la sincerità del nostro cuore, a noi è chiesto di desiderare la visione del suo volto.

Preghiamo col Salmo

Ricordati, Signore, di Davide,
di tutte le sue fatiche,
quando giurò al signore,
al Potente di Giacobbe fece voto.

SANTO DEL GIORNO


Sant'Ignazio di Loyola, sacerdote

31.07.2012

 
 Iñigo (Ignazio) Lopez de Loyola nacque nel 1491, ormai all’autunno del medioevo e sulla soglia dell’epoca moderna, da nobile casato, ultimo di dodici fratelli. Fu educato in ambiente cavalleresco e di corte presso il palazzo di don Juan Velásquez de Cuéllar, nella vecchia Castiglia, e rimase avidamente appassionato di letture cavalleresche. Nella sua vivace giovinezza diede prova di notevoli virtù umane: valore, magnanimità, disinteresse, tatto diplomatico; fino a che nel 1521 cadde gravemente ferito a una gamba, nella difesa del castello di Pamplona, contro i francesi. Nella convalescenza, non disponendo di romanzi cavallereschi, si diede alla lettura di testi devoti (in particolare la Vita Christi di Lodolfo il Certosino e le leggende dei santi di Jacopo da Varazze. Tali letture provocarono in lui una vera e propria conversione a una vita di dedizione a Dio (1521); subito egli concepì il desiderio veemente di recarsi in pellegrinaggio in Terra Santa, cominciando ad elaborare, in questo intenso periodo, la dottrina del discernimento degli spiriti.
Costretto a dilazionare il suo viaggio, nella permanenza di un anno (1522) a Manresa, elabora, a partire da un’intensa esperienza mistica, il percorso spirituale poi espresso negli “Esercizi”, testo di spiritualità il cui metodo, applicato in tutti gli ambiti della vita cristiana impegnata, ebbe enorme influsso sulla vita spirituale dei secoli successivi. Proprio in questo medesimo momento ebbe la prima intuizione di quella che diventerà la Compagnia di Gesù. Il 1523 fu l’anno del suo arrivo e permanenza in Terra Santa. Ritornato in patria volle intraprendere gli studi teologici, per i quali, dopo tentativi ostacolati in Spagna (Alacalà, Salamanca) si recò a Parigi, dove, insieme alla formazione teologica, trovò anche l’amicizia di coloro che sarebbero stati i primi membri della Compagnia di Gesù. Con essi il 15 agosto 1534, nella cappella di Montmartre pronunciò i voti religiosi. Nel 1537 fu ordinato prete, a Roma, e – dopo una intensa esperienza mistica vissuta a La Storta – coi suoi compagni si offrì al servizio del papa Paolo III. Nel 1540 il novello istituto di chierici regolari ricevette approvazione canonica e i compagni di Ignazio vengono subito inviati per il mondo in missioni pontificie. Ignazio invece rimane a Roma a predicare ai poveri, ai piccoli e ai grandi (soprattutto esponenti storici della controriforma cattolica furono tra i suoi “diretti” e al tempo stesso suoi protettori) e a fungere da anello di congiunzione tra i vari membri della Compagnia, cui si collega con un abbondante epistolario. Creò a Roma il Collegio Romano (futura Università Gregoriana), e il Collegio Germanico e redasse le Costituzioni della Compagnia di Gesù. Morì il 31 luglio 1556, in grande modestia, fedele al motto che aveva scelto: “ad maiorem Dei gloriam”.

RITO AMBROSIANO- 31.07.2012 SETTIMANA DELLA IX DOMENICA DOPO PENTECOSTE MARTEDÌ


LETTURA
Lettura del primo libro delle Cronache 14, 17 - 15, 4. 14-16. 25 - 16, 2


In quei giorni. La fama di Davide si diffuse in tutti i paesi, mentre il Signore lo rendeva terribile fra tutte le genti.
Egli si costruì edifici nella Città di Davide, preparò il posto per l’arca di Dio ed eresse per essa una tenda. Allora Davide disse: «Nessuno, se non i leviti, porti l’arca di Dio, perché Dio li ha scelti come portatori dell’arca e come suoi ministri per sempre».
Davide convocò tutto Israele a Gerusalemme, per far salire l’arca del Signore nel posto che le aveva preparato. Davide radunò i figli di Aronne e i leviti.
I sacerdoti e i leviti si santificarono per far salire l’arca del Signore, Dio d’Israele. I figli dei leviti sollevarono l’arca di Dio sulle loro spalle per mezzo di stanghe, come aveva prescritto Mosè sulla parola del Signore. Davide disse ai capi dei leviti di tenere pronti i loro fratelli, i cantori con gli strumenti musicali, arpe, cetre e cimbali, perché, levando la loro voce, facessero udire i suoni di gioia.
Davide, gli anziani d’Israele e i comandanti di migliaia procedettero con gioia a far salire l’arca dell’alleanza del Signore dalla casa di Obed-Edom. Poiché Dio assisteva i leviti che portavano l’arca dell’alleanza del Signore, si sacrificarono sette giovenchi e sette arieti. Davide indossava un manto di bisso, come pure tutti i leviti che portavano l’arca, i cantori e Chenanìa, che dirigeva l’esecuzione. Davide aveva inoltre un efod di lino. Tutto Israele faceva salire l’arca dell’alleanza del Signore con grida, con suoni di corno, con trombe e con cimbali, suonando arpe e cetre. Quando l’arca dell’alleanza del Signore entrò nella Città di Davide, Mical, figlia di Saul, guardando dalla finestra, vide il re Davide ballare e far festa e lo disprezzò in cuor suo.
Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa; offrirono olocausti e sacrifici di comunione davanti a Dio. Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore.

SALMO
Sal 131 (132)

®  Il Signore ha scelto Sion per sua dimora.

Ricòrdati, Signore, di Davide,
di tutte le sue fatiche,
quando giurò al Signore,
al Potente di Giacobbe fece voto: ®

«Non entrerò nella tenda in cui abito,
non mi stenderò sul letto del mio riposo,
finché non avrò trovato un luogo per il Signore,
una dimora per il Potente di Giacobbe». ®

Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l’arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli. ®

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 11, 5-8

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono».
 

Vade Retro - Posseduta per colpa di Sai Baba

domenica 29 luglio 2012

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO


Dio è fedele e protegge il suo servo

30.07.2012
1Cr 11,1-9; Sal 88; Lc 11,1-4

“Uno dei suoi discepoli gli disse: “Signore insegnaci a pregare come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. (Lc 11,1)

Come diciamo spesso, Gesù racconta suo Padre. Quale modo migliore, per farcelo incontrare, che mettere nella nostra mente, nel nostro cuore e sulle nostre labbra le parole e i desideri propri del Figlio? Giovanni il battista questo non avrebbe potuto farlo. Solo nella comunione col Figlio eterno noi possiamo chiamare Dio “papà” (Gal 4,6). Ma non è un problema di parole e suoni. E’ una questione di somiglianza. Quella somiglianza che ci fu consegnata e affidata gratuitamente in principio e che è stata  deturpata dalla perdita della fiducia, avendo creduto al “racconto” del serpente (Gen 3,1ss). Gesù, sulla croce, “disegna” per noi un Dio diverso. Un Dio che si consegna nelle nostre mani per farci toccare che non abbiamo nulla da temere da Lui.
Contemplando il Figlio possiamo imparare anche noi a dire “abbà, papà” a Dio. Così il suo regno verrà e santificheremo il suo nome.

Preghiamo col Salmo
Egli mi invocherà: ”Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Io farò di lui il mio primogenito,
il più alto fra i re della terra. (Sal 88,27-28)

SANTO DEL GIORNO


San Pier Crisologo, vescovo e dottore della Chiesa

30.07.2012

 Nato probabilmente a Imola intorno al 380, fu iniziato alla vita cristiana e ordinato diacono dal vescovo di Imola Cornelio. Pier Crisologo, eletto vescovo di Ravenna (che dal 404 era sede dell’Imperatore d’occidente) tra l’anno 424 e il 429, è il primo vescovo metropolita di Ravenna di origine non orientale. Fu consigliere e amico dell’imperatrice Galla Placidia. Partecipò come riferimento autorevole alle controversie teologiche dell’epoca, relative alle questioni cristologiche precalcedonesi (si sa positivamente che Teodoreto di Ciro e Eutiche lo consultarono). Morì tra il 449 e il 458.
Come indica il suo soprannome (“quello dalla parola d’oro”), sono stati soprattutto i suoi Sermoni a canonizzare Pier Crisologo. La raccolta che se ne conserva, ne enumera centosettantasei. Sono soprattutto omelie sui vangeli, e rivelano un cuore di pastore, conoscitore dell’animo umano, instancabile predicatore dell’amore di Dio; dal punto di vista dottrinale soprattutto conservano eco delle questioni cristologiche dell’epoca che sta tra il concilio di Efeso e quello di Costantinopoli. Nel 1729 è stato dichiarato Dottore della Chiesa.
 

RITO AMBROSIANO - 30.07.2012 SETTIMANA DELLA IX DOMENICA DOPO PENTECOSTE LUNEDÌ


LETTURA
Lettura del primo libro delle Cronache 11, 1-9


In quei giorni. Tutti gli Israeliti si raccolsero intorno a Davide a Ebron e gli dissero: «Ecco, noi siamo tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore, tuo Dio, ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele; tu sarai capo del mio popolo Israele”». Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a Ebron, Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore, ed essi unsero Davide re d’Israele, secondo la parola pronunciata dal Signore per mezzo di Samuele.
Davide con tutto Israele andò a Gerusalemme, cioè Gebus, dove c’erano i Gebusei, abitanti della regione. Gli abitanti di Gebus dissero a Davide: «Tu qui non entrerai». Ma Davide espugnò la rocca di Sion, cioè la Città di Davide. Davide aveva detto: «Chi colpirà per primo i Gebusei diventerà capo e principe». Salì per primo Ioab, figlio di Seruià, che divenne così capo. Davide si stabilì nella rocca, che perciò fu chiamata Città di Davide. Egli fortificò la città tutt’intorno, dal Millo per tutto il suo perimetro; Ioab restaurò il resto della città. Davide andava crescendo sempre più in potenza e il Signore degli eserciti era con lui.


SALMO
Sal 88 (89)

®   Dio è fedele e protegge il suo servo.

Un tempo parlasti in visione ai tuoi fedeli, dicendo:
«Ho portato aiuto a un prode,
ho esaltato un eletto tra il mio popolo. ®

Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza. ®

La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui
e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte.
Farò estendere sul mare la sua mano
e sui fiumi la sua destra». ®


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 11, 1-4


In quel tempo. Il Signore Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: / Padre, / sia santificato il tuo nome, / venga il tuo regno; / dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, / e perdona a noi i nostri peccati, / anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, / e non abbandonarci alla tentazione».
 

Messaggio di Gesù, 01/07/2012, Giampilieri Marina


GIAMPILIERI MARINA 01/07/2012
MESSAGGIO DI GESU’
Figli miei,
non andate fuori strada, ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall’alto e discende dal Padre della luce nel quale non c’è variazione, né ombra di cambiamento.
Lo sapete, figli miei, sia ognuno pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira. Perché l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio.
 Perché, deposta ogni impurità e ogni resto di malizia, accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori. Illudendo voi stessi. Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia ad un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio, appena s’è  osservato se ne va, e subito dimentica com’era.
Figli miei, chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato, ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla.
Figli miei, se qualcuno pensa di essere religioso ma non frena la lingua e inganna così il suo cuore, la sua religione è vana. Una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: “soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo”.
Figli miei, se uno dice di avere la fede ma non fa le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro :“andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.
Figli miei, credete che c’è un Dio solo?
Come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.
Ora vi benedico in nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

sabato 28 luglio 2012

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO



Dio è fedele e protegge il suo servo

29.07.2012
2Sam 6,12b-22; Sal 131; 1Cor 1,25-31; Mc 8,34-38

"Fratelli, ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini" . ( 1Cor 1)

Al giudizio di Dio la potenza di questo mondo non vale nulla: ciò che salva sono l'umiltà e la povertà del Signore Gesù. La fonte della sapienza cristiana è Gesù Cristo; in lui troviamo la giustizia e la santità nel mistero della croce che agli occhi umani è solo impotenza e sconfitta. Proprio nella 'stoltezza' della croce si manifesta la sapienza di Dio che non va misurata col metro umano ma supera ogni possibile codice di giustificazione da parte della nostra mente. Così nessuno può dire nè di aver meritato qualcosa, vantando delle priorità, nè di aver portato qualcosa di suo e di valido nella redenzione. Nessuno ha motivo di vantarsi, ma solo di dare gloria a Dio e di rendergli grazie.
Gesù chiede a chi vuole seguirlo di lasciare ogni propria prerogativa e di prendere a sua volta la fatica della croce e del dono di sè per il bene del prossimo.

Preghiamo col Salmo
Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l'arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli.

SANTO DEL GIORNO




Domenica IX dopo Pentecoste

Santa Marta

29.07.2012

 Marta di Betania è nominata nei vangeli in un passo di Luca (10, 38-42) e due passi di Giovanni (Gv 11, 18-40 e Gv 12,2). Ne emerge la figura di una vivace donna discepola, di fede intraprendente, ospitale. Verosimilmente, Luca vede impersonata in questa ardente discepola del Signore una dimensione della vita della chiesa: la diakonia alle mense (cfr. At 6, 1-6), in feconda tensione con gli altri ministeri ecclesiali e con la dimensione della fede come ascolto, recettività silenziosa della parola della grazia. Nella letteratura patristica, soprattutto in ambito monastico, venne interpretata come modello della vita attiva, a fronte della sorella Maria, modello della vita contemplativa.
Dal XII secolo la sua memoria è celebrata nella Chiesa d’occidente il 29 luglio, ottava della festa di Maria di Magdala. Il suo culto si diffuse specialmente in Provenza in forza della leggenda che racconta che i santi fratelli di Betania, partiti dalla Palestina, si sarebbero trasferiti sulle coste provenzali.

RITO AMBROSIANO - 29.07.2012 IX DOMENICA DOPO PENTECOSTE


LETTURA
Lettura del secondo libro di Samuele 6, 12b-22

In quei giorni. Davide andò e fece salire l’arca di Dio dalla casa di Obed-Edom alla Città di Davide, con gioia. Quando quelli che portavano l’arca del Signore ebbero fatto sei passi, egli immolò un giovenco e un ariete grasso. Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. Davide era cinto di un efod di lino. Così Davide e tutta la casa d’Israele facevano salire l’arca del Signore con grida e al suono del corno.
Quando l’arca del Signore entrò nella Città di Davide, Mical, figlia di Saul, guardando dalla finestra vide il re Davide che saltava e danzava dinanzi al Signore e lo disprezzò in cuor suo. Introdussero dunque l’arca del Signore e la collocarono al suo posto, al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa; Davide offrì olocausti e sacrifici di comunione davanti al Signore. Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore degli eserciti e distribuì a tutto il popolo, a tutta la moltitudine d’Israele, uomini e donne, una focaccia di pane per ognuno, una porzione di carne arrostita e una schiacciata di uva passa. Poi tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua. Davide tornò per benedire la sua famiglia; gli uscì incontro Mical, figlia di Saul, e gli disse: «Bell’onore si è fatto oggi il re d’Israele scoprendosi davanti agli occhi delle serve dei suoi servi, come si scoprirebbe davvero un uomo da nulla!». Davide rispose a Mical: «L’ho fatto dinanzi al Signore, che mi ha scelto invece di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi capo sul popolo del Signore, su Israele; ho danzato davanti al Signore. Anzi mi abbasserò anche più di così e mi renderò vile ai tuoi occhi, ma presso quelle serve di cui tu parli, proprio presso di loro, io sarò onorato!».


SALMO
Sal 131 (132)

®
Il Signore ha scelto Sion per sua dimora.

Ricòrdati, Signore, di Davide,
quando giurò al Signore:
«Non entrerò nella tenda in cui abito,
non mi stenderò sul letto del mio riposo,
finché non avrò trovato un luogo per il Signore,
una dimora per il Potente di Giacobbe». ®

Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l’arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli. ®

Per amore di Davide, tuo servo,
non respingere il volto del tuo consacrato.
Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto». ®


EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1, 25-31


Fratelli, ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio. Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto, «chi si vanta, si vanti nel Signore».


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Marco 8, 34-38


In quel tempo. Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, il Signore Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».

venerdì 27 luglio 2012

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO


Ricordati, Signore, del tuo popolo e perdona

28.07.2012
Nm 10,1-10; Sal 96; 1Ts 4,15-18; Mt 24, 27-33

Subito dopo la tribolazione di quei giorni il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo. Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’Uomo. (Mt 24,29-30a)

Con il linguaggio classico delle apocalissi, Gesù prospetta ai suoi discepoli gli eventi che precederanno la sua venuta gloriosa definitiva. Lungi dal voler suscitare angoscia e disperazione, questa Parola vuole orientarci alla destinazione ultima della nostra vita che è l’andare incontro al Signore e così essere per sempre con lui (1Ts 4,17b).
Se accostiamo il racconto della creazione in Gen 1,3.14-18 alla descrizione degli sconvolgimenti delle luci celesti, comprendiamo che la tribolazione finale è caratterizzata dal venir meno dei punti di riferimento ordinari per dare inizio a una “nuova creazione” con la venuta del Figlio dell’Uomo (figura della tradizione apocalittica che opera la liberazione e il giudizio salvifico di Dio nella storia, con la quale Gesù si identifica). La nostra vita presente deve dunque essere protesa a questo incontro; “nell’attesa di questi eventi, cerchiamo di essere irreprensibili davanti a Dio, in pace” (2Pt 3,14).

Preghiamo col Salmo
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

SANTI DEL GIORNO


Ss. Nazaro e Celso, martiri

28.07.2012

 Paolino, racconta nella “Vita Ambrosii” che, ormai vicino al compimento della sua esistenza terrena, nel 395, il vescovo di Milano Ambrogio rinvenne in un cimitero fuori città i resti mortali del martire Nazaro, e li ripose nella basilica milanese dei santi Apostoli in Porta Romana, da lui stesso fatta edificare pochi anni prima. La basilica da quel momento prese il titolo del Santo martire. Poco dopo ritrovò nel medesimo luogo cimiteriale anche i resti del martire Celso, e gli dedicò in loco un sacello, che in seguito divenne una chiesa. Il rinvenimento delle reliquie dei due martiri, della cui passione non si conserva alcuna notizia se non leggendaria, fu accompagnato da miracoli e grande movimento di devozione del popolo milanese. Insieme ai santi Gervaso e Protaso, ebbero subito un culto molto vivo, diffusosi anche nella Chiesa di Roma e nelle Chiese d’Oriente, e una ricca tradizione di testi liturgici.

RITO AMBROSIANO - 28.07.2012 SETTIMANA DELLA VIII DOMENICA DOPO PENTECOSTE SABATO - Santi Nazaro e Celso


Messa nel giorno:

LETTURA
Lettura del libro dei Numeri 10, 1-10

In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè e disse: «Fatti due trombe d’argento; le farai d’argento lavorato a martello e ti serviranno per convocare la comunità e per far muovere gli accampamenti.
Quando si suonerà con esse, tutta la comunità si radunerà presso di te all’ingresso della tenda del convegno. Al suono di una tromba sola, si raduneranno presso di te i prìncipi, capi delle migliaia d’Israele.
Quando le suonerete a squillo disteso, gli accampamenti che sono a levante si metteranno in cammino. Quando le suonerete a squillo disteso una seconda volta, si metteranno in cammino gli accampamenti posti a mezzogiorno. A squillo disteso si suonerà per i loro spostamenti.
Per radunare l’assemblea, suonerete, ma non con squillo disteso. I sacerdoti figli di Aronne suoneranno le trombe; sarà per voi un rito perenne di generazione in generazione.
Quando nella vostra terra entrerete in guerra contro l’avversario che vi attaccherà, suonerete le trombe a squillo disteso e sarete ricordati davanti al Signore, vostro Dio, e sarete salvati dai vostri nemici.
Nel vostro giorno di gioia, nelle vostre solennità e al principio dei vostri mesi, suonerete le trombe durante i vostri olocausti e i vostri sacrifici di comunione. Esse saranno per voi un richiamo davanti al vostro Dio. Io sono il Signore, vostro Dio».

SALMO
Sal 96 (97)

®  Il Signore è l’Altissimo su tutta la terra.

Si vergognino tutti gli adoratori di statue
e chi si vanta del nulla degli idoli.
A lui si prostrino tutti gli dèi!
Ascolti Sion e ne gioisca,
esultino i villaggi di Giuda
a causa dei tuoi giudizi, Signore. ®

Perché tu, Signore,
sei l’Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi.
Odiate il male, voi che amate il Signore:
egli custodisce la vita dei suoi fedeli,
li libererà dalle mani dei malvagi. ®

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo. ®


EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 4, 15-18


Fratelli, sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo 24, 27-33

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi.
“Subito dopo la tribolazione di quei giorni, / il sole si oscurerà, / la luna non darà più la sua luce, / le stelle cadranno dal cielo / e le potenze dei cieli saranno sconvolte”.
Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno “il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo” con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte».
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Messa vigiliare della Domenica IX dopo Pentecoste

VANGELO DELLA RISURREZIONE
Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Luca 24, 13b. 36-48


In quello stesso giorno, mentre gli Undici e gli altri che erano con loro parlavano di queste cose, il Signore Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
                                          Cristo Signore è risorto!
                                          ®  Rendiamo grazie a Dio!

Seguono le letture della messa nel giorno della Domenica:
2Sam 6,12b-22; Sal 131; 1Cor 1,25-31; Mt 8,247-38