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martedì 7 agosto 2012

GLORIA O DANNAZIONE- Sac. Boninsegna



GLORIA O DANNAZIONE
Parole dall’inferno che guidano al Cielo

PRESENTAZIONE 
Luce e tenebre si fanno concorrenza, ma non su un piano di parità, perché la luce è più forte delle tenebre: la luce può scacciare le tenebre, ma le tenebre non possono spegnere la luce. Anche Gesù e il diavolo si fanno concorrenza e anche in questo caso i due rivali non sono su un piano di parità: Gesù, Figlio eterno dell' eterno Padre, è più forte del suo nemico; Gesù può sconfiggere il diavolo, ma il diavolo non può nulla contro di Lui. Il vangelo ci testimonia che Gesù in molte occasioni ha scacciato il diavolo e che ha trasmesso questo potere alla sua Chiesa: "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni (Mt 10, 8). La Chiesa, dunque, non solo può, ma deve continuare la battaglia iniziata dal suo Signore contro il potere del demonio. Lo fa con la predicazione del vangelo, lo fa con l'amministrazione dei sacramenti, lo fa con la sua azione pastorale e lo deve fare, quando occorre, anche con gli esorcismi. Nulla di nuovo fin qui. Ma ciò che può sorprendere in queste pagine è che il diavolo, su comando di un esorcista, si sia messo a dire la verità. Ma il diavolo non è definito da Gesù il "padre della menzogna" (Gv 8,44)? Certo, tale era e tale resta! Ma Gesù e "la Verità" (Gv 14, 6) e Gesù-Verità può costringere il diavolo-menzogna a collaborare alla riscoperta di un vangelo da tanti oggi purtroppo dimenticato o rifiutato. In questa nostra epoca il diavolo sta cantando vittoria a squarciagola: le sue strade sono molto più battute di quelle del Signore; trova le porte spalancate in tutti i campi, mentre per Gesù troppi cuori sono chiusi; ha quasi tutte le leve del potere in mano, mentre il vangelo sta sempre più perdendo terreno; la menzogna e il vizio dilagano, mentre la verità e la virtù sembrano morte e sepolte. Mai l'umanità è scesa tanto in basso. Già nel '52 il Papa Pio XII affermava: "Il mondo di oggi corre verso la propria rovina è tutto un mondo che bisogna rifare dalle fondamenta". E sei anni prima, con lucida analisi, si era così espresso: "L'oggetto contro il quale l'avversario dirige oggi i suoi assalti, aperti o dissimulati, non è più, come ordinariamente nel passato, l'uno o l'altro punto particolare della dottrina o della disciplina, ma piuttosto l'insieme della dottrina e della morale cristiana fino alle estreme conseguenze. In altri termini, si tratta di un assalto totale". Ma con profondo dolore bisogna aggiungere che se in passato gli assalti alla Chiesa provenivano prevalentemente dall' esterno, oggi sempre più spesso vengono anche dal suo interno. Il diavolo che ieri ha fatto crocifiggere il Cristo, cerca oggi di crocifiggere la Chiesa e lo fa in buona parte per mezzo di nuovi Giuda: figli e ministri della stessa Chiesa. Durante un esorcismo il diavolo ha svelato la sua terrificante strategia: "Ci saranno molti apostati e io mi servirò di molti preti per costruire la mia chiesa". Parola di diavolo? Sì, certo, ma anche parola di Papa. Paolo VI, in un primo tempo così ben disposto verso il dialogo col mondo e verso la riforma della Chiesa, nel '68 ha dovuto amaramente riconoscere: "La Chiesa si trova in un'ora inquieta di autocritica, si direbbe meglio di autodemolizione. E' come un rivolgimento acuto e complesso che nessuno si sarebbe atteso dopo il Concilio. La Chiesa quasi quasi viene a colpire se stessa". E quattro anni dopo ha confessato di avere la sensazione "che da qualche parte sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio" Nel 1981 Giovanni Paolo Il con altrettanto coraggio ha rico¬nosciuto il baratro in cui la Chiesa è stata precipitata da alcuni suoi figli e ministri: "Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che i cristiani, oggi, in gran parte, si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi; si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni; si è manomessa la liturgia; immersi nel relativismo intellettuale e morale, e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall'ateismo, dall'agnosticismo, dall'illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva". Certo, il diavolo non è l'unico responsabile di questo disastro, ma ne è il primo e principale istigatore, colui che disturba le menti degli uomini e le porta a confondere la verità con l'errore, il bene col male; colui che inaridisce i cuori e indebolisce le volontà. E così, per l'azione corrosiva e martellante di questo nemico invisibile, anche molti cristiani, da figli di Dio quali erano, si ritrovano ad essere povere larve di umanità, vermi striscianti, impantanati nel fango di una vita senza Dio e contro Dio. E la risposta di molti pastori di anime davanti a questo disastro è solo quella del silenzio sull' esistenza e sull' azione nefasta del diavolo. Alcuni altri poi, pastori rinnegati, traditori del Signore e della loro missione, assassini di anime e nemici della verità, più ostinati nel demolire il regno di Dio che impegnati a edificano ... del diavolo negano perfino l'esistenza... con sua grande soddisfazione. Dunque, tace (o nega) chi dovrebbe parlare. Ma Gesù ci assicura: "Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre" (Lc 19, 40). Parafrasando queste parole si sente affiorare una promessa ancora più sconcertante: "Vi dico che, se molti miei discepoli, se molti pastori che io vi ho dato taceranno, grideranno i demoni". E' la rivincita di Gesù che obbliga il diavolo a parlare di se stesso e contro se stesso, a svelare le sue perfide strategie, a metterci in guardia contro il pericolo che corriamo, a predicare il vangelo, soprattutto ciò che del vangelo è oggi taciuto o travisato. E' una strategia dell' amore di Gesù che si serve anche del diavolo per mantenere fede alla sua promessa: "Le porte dell'inferno non prevarranno contro la mia Chiesa" (cfr.: Mt 16, 18). In un esorcismo il diavolo ha dichiarato: "Sappiamo che non riusciremo mai a eliminare la Chiesa, ma non lasceremo nulla di intentato per procurarle tutto il male possibile". Sì, il diavolo sogna per la Chiesa tutto il male possibile, ma il Signore, che nella sua infinita e misteriosa sapienza sa trarre il bene anche dal male, lo obbliga a parlare e a gettare la maschera, lo costringe a svelare dove e quali trappole ha nascosto sul nostro cammino. Ci sono state e ci sono perfino anime sante a cui il Signore ha riservato una sorte, umanamente parlando, sventurata: tormentate per anni o per decenni dalla presenza diabolica, hanno sopportato per la gloria di Dio e per la redenzione dell' umanità sofferenze fisiche e spirituali inaudite. Vittime di una tormentosa ossessione diabolica furono ad esempio la beata Mjriam von Abellin (suora carmelitana), Marie des Vallées (1590-1656), il beato Niklaus Wolf, Antoine Gay (1790-1871) e Suor Maria Maddalena della Passione (1845-1921), fondatrice delle Suore Compassioniste e morta in concetto di santità. Furono anime ripiene di un Dio che spesso sembrava ostile, indifferente, o lontano da loro e contemporaneamente tormentate dalla presenza straziante del demonio. Dalla loro bocca il diavolo è stato costretto a parlare e a fare il gioco di Dio: dire quelle verità che mai avrebbe voluto ricordarci. In queste pagine abbiamo appunto una testimonianza di questo genere: Heinrich Kreuzer ha raccolto e ci ha riportato quanto il diavolo, con infinita rabbia, ha dovuto dire in diversi esorcismi per il nostro bene. Perché non approfittarne? Perché non meditare attentamente le parole di questo insolito predicatore? Mi auguro che questo scritto trovi ampia divulgazione per offrire al più largo numero possibile di persone delle riflessioni che... vengono dall'inferno, ma ... possono guidare al paradiso. 

Sac. Enzo Boninsegna Verona, 6 maggio 1994

1 commento:

  1. é vero ci stiamo sempre più allontanando da Dio e il diavolo sta padroneggiando sulla terra.... chiedo a Gesù Cristo di non abbandonarmi sono una pecorella smarrita che vuol tornare al suo pastore

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