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lunedì 30 dicembre 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Oggi la luce risplende su di noi

31.12.2013
VII giorno dell’ottava di Natale
 

Mi 5,2-4a; Sal 95 (96); Gal 1,1-5; Lc 2,33-35

«Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».   (Lc 2,34b-35)

Il brano di vangelo di oggi ci presenta il futuro del bambino Gesù di cui abbiamo festeggiato la nascita pochi giorni fa. Gesù è segno di contraddizione, in mezzo alla sua gente: sarà una pietra di scandalo per alcuni e una pietra di fondamento per risorgere a vita nuova per altri. Il futuro di Maria prevede che sarà “trapassata” da una spada, soffrirà per i contrasti delle vicende che vivrà il figlio. Le sofferenze di Gesù saranno le sofferenze della madre. La missione di Gesù e di Maria, incominciata nella gioia ed esultanza, si va coprendo di preoccupazioni e di tristezza che culmineranno nella Croce. La storia del Messia sofferente sarà lacerante per tutti, anche per la Madre: non si può seguire la nuova luce destinata al mondo intero senza pagare il prezzo, senza essere chiamati a compiere scelte rischiose.

Preghiamo
Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi.
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: “Su di te sia pace!”
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.                
       (dal Sal 121)

SANTO DEL GIORNO

San Silvestro, papa (sec. IV)

31.12.2013

Poco si conosce di questo papa, al di là della vita leggendaria, prima della sua elezione alla cattedra di Pietro nel 314, alla morte di papa Milziade. Forse egli divenne cristiano durante l’ultima grande persecuzione di Diocleziano; questo spiegherebbe la sua elezione al papato, poiché i vescovi erano scelti appunto tra i confessori della fede. Durante il lungo pontificato di papa Silvestro, dal 314 al 335, inizia una nuova era per i cristiani che con l’editto di Costantino avevano visto riconosciuto il diritto a professare pubblicamente la loro fede.
La Chiesa, uscendo dalle catacombe, inizia a organizzare la sua disciplina e a riordinare il culto divino, mentre si edificano splendide basiliche nei luoghi santificati dal sangue dei martiri. Si attribuisce a papa Silvestro il fatto determinante di questo passaggio, cioè la conversione e il battesimo di Costantino. Ma alla pace esterna, non corrisponde la pace all’interno della cristianità, che fu turbata in quel tempo dallo scisma dei Donatisti e dall’eresia ariana. Al concilio di Arles e al concilio ecumenico di Nicea del 325, convocati per risolvere la crisi, Silvestro non sarà presente, ma invierà i suoi delegati. La preponderanza di Costantino e la sua ingerenza anche negli affari della Chiesa ha oscurato un poco la figura di papa Silvestro, che fu un santo pontefice, il primo santo non martire venerato nella Chiesa romana, come in Gallia san Martino di Tours e a Milano sant’Ambrogio.
Molti si attribuiscono il possesso delle sue reliquie. In realtà Paolo I († 767) le depose nell’oratorio di un monastero sulla via Lata, da dove più tardi furono trasferite nella basilica che prese il nome di S. Silvestro in Capite.

RITO AMBROSIANO - VII Giorno dell’ottava di Natale

Lettura del profeta Michea 5, 2-4a

In quei giorni. Il Signore parlò a Michea dicendo: / «Dio li metterà in potere altrui / fino a quando partorirà colei che deve partorire; / e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele. / Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, / con la maestà del nome del Signore, suo Dio. / Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande / fino agli estremi confini della terra. / Egli stesso sarà la pace!».            

Salmo
Sal 95 (96)

   ®   Gloria nei cieli e gioia sulla terra.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. ®

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. ®

Esultino davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. ®


Epistola
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati 1, 1-5

Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, e tutti i fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo, che ha dato se stesso per i nostri peccati al fine di strapparci da questo mondo malvagio, secondo la volontà di Dio e Padre nostro, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.                


Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Luca 2, 33-35

In quel tempo. Il padre e la madre del Signore Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». 

domenica 29 dicembre 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Oggi la luce risplende su di noi

30.12.2013
VI giorno dell’ottava di Natale

Mi 4,6-8; Sal 95 (96); 2Cor 1,1-7; Lc 11,27b-28

«Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione. Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio».         (2Cor 1,3-4)

Della consolazione di Dio noi tutti abbiamo grande necessità. La sua consolazione ci è sostegno, ci apre alla speranza, ci aiuta a perseverare nell’amore. Le ultime ricerche confermano le alte percentuali di persone che vivono situazioni di disagio molto profonde e per sanarle non è sufficiente ricevere delle gratificazioni o sicurezze puramente umane, ma una buona dose di consolazione. Non ripieghiamoci sui nostri dolori, ma aiutiamoci ad avere un cuore grande per essere un dono sereno per gli altri. Chiediamo al Signore di rinnovare le nostre energie per essere capaci di distogliere il nostro sguardo da noi stessi per vedere chi soffre. Con la consolazione del Signore possiamo anche noi consolare chi è triste e desolato e, insieme, poter vivere la gioia delle Beatitudini.

Preghiamo

Volgiti a me e abbi pietà,
perché sono povero e solo.
Allarga il mio cuore angosciato,
liberami dagli affanni.
(dal Sal 24)

SANTO DEL GIORNO

San Giocondo, vescovo

30.12.2013

E' il terzo vescovo certo di Aosta, successore – non si sa se immediato – di san Grato. Non ci sono giunte notizie certe della sua vita. Si sa però che prese parte ai concili romani del 501 e del 502. Ad Aosta se ne celebra la memoria il 30 dicembre, giorno presunto della morte. San Savino vescovo, martire Lo stesso giorno si ricorda san Savino, uno dei martiri più celebri dell’Italia centrale. Una passio leggendaria racconta il suo martirio avvenuto durante la persecuzione di Massimiano (286-305).
Ma al di là della fantasia devota, la stessa passio resta una valida attestazione del culto che in quell’epoca già si rendeva a san Savino come a un martire e una sicura testimonianza dell’esistenza della sua basilica sepolcrale presso Spoleto, dove se ne celebrava la festa il 7 dicembre. A san Savino vescovo e martire sono state dedicate numerosissime chiese, soprattutto nell’Italia centrale; ma veneranda per antichità e splendida per bellezza è la testimonianza dei mosaici di S. Apollinare Nuovo di Ravenna (556-569), dove san Savino appare ultimo nella processione dei martiri, con il pallio bianco e la corona del martirio.

RITO AMROSIANO - VI Giorno dell’ottava di Natale

Lettura del profeta Michea 4, 6-8

«In quel giorno – oracolo del Signore – / radunerò gli zoppi, / raccoglierò i dispersi / e coloro che ho trattato duramente. / Degli zoppi io farò un resto, / dei lontani una nazione forte». / E il Signore regnerà su di loro / sul monte Sion, / da allora e per sempre. / E a te, torre del gregge, / colle della figlia di Sion, a te verrà, / ritornerà a te la sovranità di prima, / il regno della figlia di Gerusalemme. 

Salmo
Sal 95 (96)

    ® Lode a te, Signore, re di eterna gloria.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome. ®

Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario. ®

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine. ®


Epistola
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1, 1-7

Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla Chiesa di Dio che è a Corinto e a tutti i santi dell’intera Acaia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione. 


Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Luca 11, 27b-28
In quel tempo. Una donna dalla folla alzò la voce e disse al Signore Gesù: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». 

papa francesco angelus 29 dicembre 2013 (+playlist)

Preghiera di Papa Francesco alla Santa Famiglia

Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo
lo splendore dell’amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.

Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole del Vangelo
e piccole Chiese domestiche.

Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle famiglie si faccia esperienza
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione.

Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.

MESSAGGI DELLA MADONNA DEL 25 DICEMBRE 2013 A MARJA E JACOV


alla veggente Marija :

Cari figli! Vi porto il Re della pace perché Lui vi dia la Sua pace. Voi, figlioli, pregate, pregate, pregate. Il frutto della preghiera si vedrà sui volti delle persone che si sono decise per Dio e per il Suo Regno. Io con il mio figlio Gesù vi benedico tutti con la benedizione della pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.


al veggente  Jakov:

Figlioli, Gesù oggi in particolar modo desidera abitare nei vostri cuori e condividere con voi ogni vostra gioia e ogni dolore.
Perciò figlioli in special modo guardate nel vostro cuore e chiedetevi se veramente la pace e la gioia con la nascita di Gesù ha conquistato il vostro cuore.
Figlioli non vivete nel buio, ma cercate di andare verso la luce e verso la salvezza di Dio. Figli decidetevi per Gesù e donate a lui la vostra vita e i vostri cuori, solo così l'onnipotente potrà lavorare con voi e per mezzo di voi.

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Oggi la luce risplende su di noi

29.12.2013
Pr 8,22-31; Sal 2; Col 1,13b.15-20; Gv 1,1-14

«A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome».     (Gv 1,12)

Con la nascita di Gesù, Dio non ha dato soltanto la sua Parola ma ci ha donato la sua vita, cioè ci ha dato il potere di diventare suoi figli. La nascita di Gesù segna anche la nostra rinascita. Anche nel salmo Dio si compiace dell’uomo: tu sei mio figlio, oggi io ti ho generato!
Questo è un riconoscimento di paternità che ci riempie di gioia. Nessuno è escluso dalla gioia di essere figli. Sentirci figli è insieme grazia e “conquista”, poiché la fede è un dono che si può accogliere e rifiutare. La libertà ci porta a dover fare una scelta: la Chiesa continua nel mondo ad annunciare il Vangelo ma sta a ciascuno di noi scegliere di accettarlo o respingerlo. Sarebbe un grande regalo per tutti noi poter fare esperienza della figliolanza con Dio Padre attraverso l’accoglienza del Verbo, imparando a chiamare Dio come faceva Gesù, Abbà, Padre.


Preghiamo

Padre Nostro che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome,
sia fatta la tua volontà
come in cielo e così in terra.

Impegno settimanale
Quali gesti compiamo per esprimere il nostro essere figli di Dio?

SANTO DEL GIORNO

San Tommaso Becket

29.12.2013
 
Tommaso nasce a Londra nel 1118 da una famiglia normanna di mercanti. Dopo aver concluso brillantemente gli studi di diritto a Londra e a Parigi, entrò nelle grazie del re d’Inghilterra Enrico II, di cui divenne consigliere e confidente, fino ad essere nominato nel 1155 Cancelliere dello Scacchiere. Per sette anni Becket ricambiò fedelmente l’amicizia del re condividendo con lui fatiche e preoccupazioni di governo, oltre che sfarzo e spensieratezza di vita. Alla morte dell’arcivescovo Teobaldo, nel 1162, Enrico II, nonostante l’opposizione dell’amico, volle nominarlo arcivescovo, nella fiducia che con le sue brillanti doti di amministratore Tommaso potesse aiutarlo a risolvere i problemi esistenti tra casa reale e alti prelati inglesi.
Ma per Tommaso questa nomina segnò un profondo cambiamento di vita: egli cominciò a seguire il costume e l’austerità dei monaci del tempo e a considerare come legge suprema l’evangelo di Gesù. I poveri furono ospiti privilegiati alla sua mensa. Si trovò inoltre presto in contrasto con il re, difendendo egli l’autonomia della Chiesa contro le indebite rivendicazioni reali codificate nelle Costituzioni di Claredon (1164). Abbandonato dai confratelli nell’episcopato, che preferivano tenere una linea più morbida con il re, tiepidamente difeso dal papa, osteggiato dalla nobiltà, fu costretto a un lungo esilio in Francia.
A seguito di una momentanea riconciliazione con il re, Tommaso nel novembre del 1170 rientrò a Canterbury, senza però mutare le sue posizioni in difesa della libertà della Chiesa d’Inghilterra. Nonostante il pericolo cui consapevolmente andava incontro, Tommaso continuò sulla sua strada, convinto di difendere la causa di Dio contro Cesare. E solo qualche giorno dopo, il 29 dicembre 1170, al termine dei vespri, fu ucciso di spada davanti all’altare della sua cattedrale. Aveva rifiutato di difendersi e, respingendo il tentativo dei monaci di barricare le porte della chiesa, prima di cadere colpito aveva pronunciato le parole: “Sono pronto a morire per il nome di Gesù e per la difesa della Chiesa”.
Canonizzato nel 1173, la sua memoria è celebrata a Roma fin dal XII secolo.

RITO AMBROSIANO - DOMENICA NELL’OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE Cristo Verbo e Sapienza di Dio

Lettura del libro dei Proverbi 8, 22-31

La Sapienza grida: «Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, / prima di ogni sua opera, all’origine. / Dall’eternità sono stata formata, / fin dal principio, dagli inizi della terra. / Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, / quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; / prima che fossero fissate le basi dei monti, / prima delle colline, io fui generata, / quando ancora non aveva fatto la terra e i campi / né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là; / quando tracciava un cerchio sull’abisso, / quando condensava le nubi in alto, / quando fissava le sorgenti dell’abisso, / quando stabiliva al mare i suoi limiti, / così che le acque non ne oltrepassassero i confini, / quando disponeva le fondamenta della terra, / io ero con lui come artefice / ed ero la sua delizia ogni giorno: / giocavo davanti a lui in ogni istante, / giocavo sul globo terrestre, / ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».             


Salmo
Sal 2

       ®   Oggi la luce risplende su di noi.

Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato.
Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane». ®

E ora siate saggi, o sovrani;
lasciatevi correggere, o giudici della terra;
servite il Signore con timore
e rallegratevi con tremore. ®

«Io stesso ho stabilito il mio sovrano
sul Sion, mia santa montagna».
Beato chi in lui si rifugia. ®


Epistola
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 1, 13b. 15-20

Fratelli, il Figlio del suo amore è immagine del Dio invisibile, / primogenito di tutta la creazione, / perché in lui furono create tutte le cose / nei cieli e sulla terra, / quelle visibili e quelle invisibili: / Troni, Dominazioni, / Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create / per mezzo di lui e in vista di lui. / Egli è prima di tutte le cose / e tutte in lui sussistono. / Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. / Egli è principio, / primogenito di quelli che risorgono dai morti, / perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio / che abiti in lui tutta la pienezza / e che per mezzo di lui e in vista di lui / siano riconciliate tutte le cose, / avendo pacificato con il sangue della sua croce / sia le cose che stanno sulla terra, / sia quelle che stanno nei cieli.                        


Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 1, 1-14

In principio era il Verbo, / e il Verbo era presso Dio / e il Verbo era Dio. / Egli era, in principio, presso Dio: / tutto è stato fatto per mezzo di lui / e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita / e la vita era la luce degli uomini; / la luce splende nelle tenebre / e le tenebre non l’hanno vinta. / Venne un uomo mandato da Dio: / il suo nome era Giovanni. / Egli venne come testimone / per dare testimonianza alla luce, / perché tutti credessero per mezzo di lui. / Non era lui la luce, / ma doveva dare testimonianza alla luce. / Veniva nel mondo la luce vera, / quella che illumina ogni uomo. / Era nel mondo / e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; / eppure il mondo non lo ha riconosciuto. / Venne fra i suoi, / e i suoi non lo hanno accolto. / A quanti però lo hanno accolto / ha dato potere di diventare figli di Dio: / a quelli che credono nel suo nome, / i quali, non da sangue / né da volere di carne / né da volere di uomo, / ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne / e venne ad abitare in mezzo a noi; / e noi abbiamo contemplato la sua gloria, / gloria come del Figlio unigenito / che viene dal Padre, / pieno di grazia e di verità.      

giovedì 26 dicembre 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Le cose che avete imparato da me, mettetele in pratica

27.12.2013
III giorno dell’ottava di Natale - S. Giovanni, apostolo ed evangelista


1Gv 1,1-10; Sal 96 (97); Rm 10,8c-15; Gv 21,19c-24

«Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena».     (1Gv 1,3-4)

La parola comunione è una delle più usate all’interno delle nostre comunità e, come capita alle parole di uso frequente, spesso si logora e si usura fino a smarrirne il significato più autentico. Occorre ritornare alla sorgente della comunione: essa è innanzitutto una condizione di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, un attributo della Trinità, un mistero a cui noi possiamo solo cercare di avvicinarci. Ma, come ricorda la lettera di Giovanni, la comunione è anche un dono di cui il Padre e il Figlio ci rendono partecipi: non siamo noi, quindi, i primi artefici di comunione, ma siamo chiamati ad assumerci la responsabilità che tale dono comporta. Lo stile di Gesù, che Giovanni ha veduto e udito, diventa quindi la sorgente a cui attingere, la modalità attraverso la quale possiamo essere in comunione con i fratelli, in una logica di accoglienza, di apertura, di dono gratuito, di corresponsabilità nel custodire Cristo nell’altro, certi che solo così la nostra gioia sarà piena.

Preghiamo
Vivere nell’Amore, con l’Amore, per l’Amore, indissolubilmente uniti alla tua più alta manifestazione, o Signore. Sempre più luce, sempre più bellezza, sempre più vita.
     (Vannucci, Alle Stinche)

SANTO DEL GIORNO

San Giovanni, apostolo ed evangelista

27.12.2013
 
Giovanni (Dio fa grazia), “una colonna della Chiesa” come lo chiama Paolo (Gal 2,9), era di origine galilea, probabilmente di una zona rivierasca del lago di Tiberiade. Matteo riferisce che era figlio di Zebedeo e di Salome, fratello di Giacomo il maggiore. Da Marco sappiamo che il padre aveva una piccola impresa di pesca con garzoni alle sue dipendenze. La madre era una delle donne che seguivano Gesù e salirono con lui al Calvario. Come leggiamo nel suo Vangelo, è il discepolo amato da Gesù, colui che ha avuto la grazia di comprendere e annunciare il primato del comandamento nuovo dell’amore, restando assiduamente accanto al suo Signore. Già discepolo di Giovanni Battista, con Andrea fu il primo degli apostoli a conoscere Gesù (Gv 1,40).
Chiamato da Cristo, insieme con il fratello Giacomo, lungo la riva del lago di Galilea, “lasciata la barca e il padre loro, subito lo seguirono”. Giovanni fu tra gli intimi che Gesù volle con sé in momenti salienti della sua vita: alla risurrezione della figlia di Giairo, durante la pesca miracolosa e la moltiplicazione dei pani, alla trasfigurazione e nell’agonia del Getsemani.
Unico tra gli apostoli, fu ai piedi della croce vicino a Maria, e da Cristo la ricevette quale Madre, mentre a lei fu affidato come figlio. Accogliendo con Pietro il primo annuncio della risurrezione, con lui corse al sepolcro, che trovarono vuoto. Fu presente a tutte le apparizioni di Gesù risorto, fino all’Ascensione. Ricevuto lo Spirito santo alla Pentecoste, cominciò subito a predicare, e venne incarcerato insieme a Pietro. Lasciata Gerusalemme, portò l’annuncio del Vangelo nell’Asia minore, dove resse la Chiesa di Efeso.
La tradizione dice che sarebbe stato deportato a Patmos, ove avrebbe avuto le visioni dell’Apocalisse. Oltre al Vangelo ci ha lasciato tre Lettere. Sarebbe morto sotto Domiziano, alla fine del I secolo, molto avanti negli anni. Intimo in vita di Gesù, lo è anche nel ricordo della Chiesa, celebrandosi la sua festa due giorni dopo il Natale di Cristo.