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giovedì 28 febbraio 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO


Da ricco che era si fece povero

1.03.2013
Giorno aneucaristico


La parola di Gesù dalla croce: “Ho sete!”
Il grido di Gesù, sulla croce, è il grido di secoli e millenni, di persone e di popolazioni numerose, quelle che non appaiono nei testi di storia né in TV; a meno che succeda qualcosa di tragico. È il grido della sete di giustizia, grido che rivendica la vita.
La sete di giustizia a Cajamarca, sulle Ande al nord del Perù, è sete di acqua buona, quella che permette e ricrea la vita. E grida così. “Agua sí, oro no!”
L’oro è quello dei giacimenti del progetto Minas Conga, un investimento di 4000 milioni di dollari. L’acqua è quella del delicato e complesso sistema idrogeologico di laghetti, ruscelli, zone umide e risorgive che permettono, oltre all’esistenza di un paesaggio bellissimo, di dissetare centinaia e migliaia di persone e pascoli per gli allevamenti ovini e vaccini.
Il Dio creatore ha il cuore trafitto anche dalle ferite inflitte a questa terra: miniere a cielo aperto che hanno fatto sparire tutto. Poche imprese multinazionali ottengono incalcolabili guadagni. Decine di migliaia di persone e animali riceveranno inquinamento, distruzione del sistema idrico e dei pascoli, corruzione, traffico di persone e sfruttamento sessuale di ragazzine adolescenti.
I “pro miniera a tutti costi” non rispettano l’ambiente né le persone, mentre i contadini e gli abitanti del posto sono così decisi a impedire l’avanzata della miniera, che sono disposti a morire pur di difendere i loro laghi e le loro sorgenti.
HO SETE: Grido di sei mamme, di tanti fratelli e sorelle delle sei persone già uccise in questa lotta di Davide contro Golia.
HO SETE. Il cinismo degli investitori capitalisti ha coniato la legge del “rubinetto che perde”: dicono che poco a poco la ricchezza prodotta fará arrivare gli spiccioli alla gente, come la spugna offerta a Gesù.

SANTO DEL GIORNO


Sant'Albino, vescovo

1.03.2013

Oggi la Chiesa ricorda sant’Albino, vescovo di Vercelli, che nel catalogo episcopale figura come quinto successore del celebre sant’Eusebio, primo vescovo della Chiesa vercellese. Si sa che fu amico di sant’Ambrogio e fu consacrato vescovo verso il 452, mentre il generale Ezio sconfiggeva i Goti e gli Unni che, attraversando la città, l’avevano devastata.
Albino restaurò la basilica teodosiana, edificata per iniziativa dell’imperatore Teodosio il Grande, dedicandola a sant’Eusebio, di cui ivi si veneravano le reliquie. Questa dedicazione fu celebrata con grandissima solennità, tanto da essere a lungo ricordata.
Non si conoscono altre notizie sulla vita di sant’Albino, di cui s’ignora anche la data precisa della morte; si sa però che il suo culto è antichissimo.

mercoledì 27 febbraio 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO


Da ricco che era si fece povero

28.02.2013

Gen 18,1-15; Sal 118 (119); Pr 7,1-9.24-27; Mt 6,1-6


Mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (Mt. 6.3.6)


Continuiamo, condotti da Gesù, verso una fede bella, libera. Anche il gesto di solidarietà e la preghiera devono essere liberati dal compimento formale della legge per lasciarsi purificare dal cuore di Dio. Passare all’interiorità, allo sguardo posto in Dio che ci rimanda all’altro. Liberati dal formalismo, dall’orgoglio e dalla meschinità.
Gesù ci fa vedere la fede che fa di ‘Dio’ il Padre e dell’‘altro’, il fratello.
Gesù ci invita a una carità che superi la visione dell’altro come oggetto della nostra generosità. L’altro ha il nostro stesso dna, è nostro fratello, ha il volto di Dio inciso nella sua persona. (Mt 25,37-40)
Quando allunghiamo la nostra mano, chi vediamo davanti a noi? ‘Da dove viene’ e cosa offre ciò che gli diamo?
Il nostro stare da soli con il Padre sia in sincera nudità e affetto di liberi figli. La nostra generosità verso le popolazioni nel bisogno sia tra uguali.


Preghiamo

Aiutaci, o Dio, con la tua grazia, liberandoci da ogni lusinga del male, e fa’ che ci dedichiamo con cuore sincero alla conversione e alla preghiera.
(dalla liturgia)

SANTO DEL GIORNO


San Romano, abate di Condat (V secolo )

28.02.2013

Fonte attendibile per conoscere la biografia e la fisionomia di san Romano è la Vita Patrum Jurensium, scritta da un monaco di Condat, intorno all’anno 520. All’inizio del V secolo troviamo il monaco Romano presso l’abbazia di Ainay, vicino a Lione, dove apprende, alla scuola dell’abate Sabinus, le tradizioni monastiche ereditate dall’Oriente e dalla Provenza. Attratto dall’ideale della vita eremitica, lascia, con il permesso dell’abate, il monastero e s’inoltra nelle selvagge montagne del Giura, dove rimane per qualche anno ignorato, in solitudine. Quando il fratello Lupicino ne scoprì il romitaggio, si aggregò a lui, attirando dietro di sé altri compagni, e sempre più numerosi.
La sua fama pervenne fino al vescovo Ilario di Arles, che nel 444, in occasione del concilio di Besançon, conferì a Romano l’ordinazione presbiterale. Per accogliere i nuovi compagni Romano, coadiuvato dal fratello Lupicino, eresse un monastero a Condat e poi un secondo a Leuconne. Quando li raggiunse anche una loro sorella, eressero un terzo monastero, poco lontano, in località detta Le Beaume. In questi monasteri si ebbe la novità di una specie di diarchia: Romano governava con la sua bontà, e il fratello Lupicino lo aiutava con la sua fermezza e il suo rigore. Si attribuiscono a Romano anche guarigioni miracolose: la più celebre quella di due lebbrosi, ai quali rese la salute abbracciandoli, sull’esempio di san Martino.
Romano morì nella pace di Cristo verso il 465, a Le Beaume, dove si era recato per portare l’estremo saluto alla sorella, rimettendo nelle mani del fratello la cura dei tre monasteri del Giura.

RITO AMBROSIANO -28.02.2013 GIOVEDÌ DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA


GENESI
Lettura del libro della Genesi 18, 1-15

In quei giorni. Il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Intanto Sara stava ad ascoltare all’ingresso della tenda, dietro di lui. Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne. Allora Sara rise dentro di sé e disse: «Avvizzita come sono, dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!». Ma il Signore disse ad Abramo: «Perché Sara ha riso dicendo: “Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia”? C’è forse qualche cosa d’impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te tra un anno e Sara avrà un figlio». Allora Sara negò: «Non ho riso!», perché aveva paura; ma egli disse: «Sì, hai proprio riso».

SALMO
Sal 118 (119), 49-56

® La tua parola, Signore, è verità e vita.

Ricòrdati della parola detta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
Questo mi consola nella mia miseria:
la tua promessa mi fa vivere. ®

Gli orgogliosi mi insultano aspramente,
ma io non mi allontano dalla tua legge.
Ricordo i tuoi eterni giudizi, o Signore,
e ne sono consolato. ®

Mi ha invaso il furore contro i malvagi
che abbandonano la tua legge.
I tuoi decreti sono il mio canto
nella dimora del mio esilio. ®

Nella notte ricordo il tuo nome, Signore,
e osservo la tua legge.
Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti. ®


PROVERBI
Lettura del libro dei Proverbi 7, 1-9. 24-27

Figlio mio, / custodisci le mie parole / e fa’ tesoro dei miei precetti. / Osserva i miei precetti e vivrai, / il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi. / Légali alle tue dita, / scrivili sulla tavola del tuo cuore. / Di’ alla sapienza: «Tu sei mia sorella», / e chiama amica l’intelligenza, / perché ti protegga dalla donna straniera, / dalla sconosciuta che ha parole seducenti. / Mentre dalla finestra della mia casa / stavo osservando dietro le inferriate, / ecco, io vidi dei giovani inesperti, / e tra loro scorsi un adolescente dissennato. / Passava per la piazza, rasente all’angolo, / e s’incamminava verso la casa di lei, / all’imbrunire, al declinare del giorno, / all’apparire della notte e del buio. / Ora, figli, ascoltatemi / e fate attenzione alle parole della mia bocca. / Il tuo cuore non si volga verso le sue vie, / non vagare per i suoi sentieri, / perché molti ne ha fatti cadere trafitti / ed erano vigorose tutte le sue vittime. / Strada del regno dei morti è la sua casa, / che scende nelle dimore della morte.

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo 6, 1-6

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

martedì 26 febbraio 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO


Da ricco che era si fece povero

27.02.2013

Gen 17,18-23.26-27; Sal 118 (119); Pr 6,6-11; Mt 5,38-48


Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano. Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. (Mt. 5,43-44.48)
 

Il mero compimento della legge rivela una fede di compravendita: non è una fede che salva. I suoi frutti saranno aspri, meschini e mediocri.
Gesù ci conduce oltre, lontano: “Siate perfetti, perché perfetto è il Padre vostro”. Non ci sta invitando all’eccellenza nel disimpegno professionale. Si tratta di quella perfezione che esprime la misura dell’amore del Padre.
La nostra vita, le relazioni nella nostra società attuale sono tropo spesso segnate della meschinità, frutto del calcolo, dell’interesse egoistico. Da qui – America latina, sud del mondo – si vedono meglio i frutti di morte: tremende ingiustizie, disuguaglianze, esclusioni, estrema e generalizzata violenza. E i semi vengono anche da molto lontano! La fede che ci viene dal pozzo, che ci è data e che ci salva è capace di generare in noi e intorno a noi la perfezione del padre, la perfezione dell’amore: il dare generoso e incondizionato… persino al nemico giunge l’abbraccio che toglie terreno alla vendetta.


Preghiamo

Converti, o Padre, i nostri cuori e donaci di essere interamente votati alla tua lode nella ricerca di te, unico bene, e nell’esercizio operoso della carità.
(dalla liturgia)
 

SANTO DEL GIORNO


I
San Gabriele dell'Addolorata

27.02.2013

Nasce ad Assisi nel 1838 ed è battezzato col nome di Francesco, da una famiglia di solida fede cristiana. Vive i primi anni della sua vita in varie cittadine dello Stato Pontificio, dove il padre si trasferiva come governatore, ma dal 1842 dimorò stabilmente a Spoleto dove il padre si era definitivamente stabilito come assessore. Qui compì i suoi studi presso i Fratelli delle Scuole Cristiane e poi presso i Gesuiti, mentre in lui andava maturando il desiderio di una vita totalmente dedicata al Signore. A 18 anni, nel 1856, entra a Morrovalle nel noviziato dei Passionisti, prendendo il nome di Gabriele dell’Addolorata, per la sua particolare devozione alla Vergine dei Sette Dolori.
Breve ma intensa fu la sua esistenza, tutta donata senza riserve, vissuta in spirito di preghiera e penitenza, nella memoria incessante della passione del Signore e della Madre sua, partecipe della croce del Figlio per la salvezza degli uomini. Morì il 27 febbraio 1862; aveva solo 24 anni. Il santuario di Isola del Gran Sasso, che ne custodisce le reliquie, è meta di migliaia di pellegrini ogni anno. Nel 1959 san Gabriele dell’Addolorata è stato dichiarato patrono principale dell’Abruzzo.

RITO AMBROSIANO - 27.02.2013 MERCOLEDÌ DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA


GENESI
Lettura del libro della Genesi 17, 18-23. 26-27

In quei giorni. Abramo disse a Dio: «Se almeno Ismaele potesse vivere davanti a te!». E Dio disse: «No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai Isacco. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici prìncipi egli genererà e di lui farò una grande nazione. Ma stabilirò la mia alleanza con Isacco, che Sara ti partorirà a questa data l’anno venturo». Dio terminò così di parlare con lui e lasciò Abramo, levandosi in alto.
Allora Abramo prese Ismaele, suo figlio, e tutti i nati nella sua casa e tutti quelli comprati con il suo denaro, tutti i maschi appartenenti al personale della casa di Abramo, e circoncise la carne del loro prepuzio in quello stesso giorno, come Dio gli aveva detto.
In quello stesso giorno furono circoncisi Abramo e Ismaele, suo figlio. E tutti gli uomini della sua casa, quelli nati in casa e quelli comprati con denaro dagli stranieri, furono circoncisi con lui.      



SALMO
Sal 118 (119), 41-48

    ® Guidami, Signore, sulla via dei tuoi precetti.


Venga a me, Signore, il tuo amore,
la tua salvezza secondo la tua promessa.
A chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola. ®


Non togliere dalla mia bocca la parola vera,
perché spero nei tuoi giudizi.
Osserverò continuamente la tua legge,
in eterno, per sempre. ®


Camminerò in un luogo spazioso,
perché ho ricercato i tuoi precetti.
Davanti ai re parlerò dei tuoi insegnamenti
e non dovrò vergognarmi. ®


La mia delizia sarà nei tuoi comandi,
che io amo.
Alzerò le mani verso i tuoi comandi che amo,
mediterò i tuoi decreti. ®
 

PROVERBI
Lettura del libro dei Proverbi 6, 6-11

Va’ dalla formica, o pigro, / guarda le sue abitudini e diventa saggio. / Essa non ha né capo / né sorvegliante né padrone, / eppure d’estate si procura il vitto, / al tempo della mietitura accumula il cibo. / Fino a quando, pigro, te ne starai a dormire? / Quando ti scuoterai dal sonno? / Un po’ dormi, un po’ sonnecchi, / un po’ incroci le braccia per riposare, / e intanto arriva a te la povertà, come un vagabondo, / e l’indigenza, come se tu fossi un accattone.  



VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo 5, 38-48

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
 

LA GUERRA DEL DEMONIO


Quando il nemico della nostra anima, il diavolo, non riesce a raggiungere il suo scopo con altri mezzi tenta gli esseri umani nelle proprie debolezze naturali. Per fare un esempio, spesso offusca la mente del combattente di Cristo quando incontra persone dell’altro sesso con un aspetto esteriore molto bello. Così il diavolo usa allora ogni mezzo, in modo da creargli sudici e osceni pensieri. Quindi, con malvagità satanica non colpisce direttamente il cristiano, perché avrebbe in cambio anche una risposta diretta, ma lo colpisce indirettamente. E dopo aver vinto la persona al primo stadio e ha acconsentito al peccato come pensiero, poi lo indirizza anche all'atto malvagio e spregevole. Bisogna prestare molta attenzione, perché potrebbe cadere anche qualcuno che ha raggiunto grandi altezze di virtù. Per fare un esempio per gli uomini la bellezza delle donne, i vestiti
succinti, in generale un comportamento provocatorio e a volte osceno, può diventare motivo per far cadere il combattente di Cristo. Così abbiamo bisogno di molta attenzione.
Il piacere del corpo e la tentazione della carne sono fuoco e non dovrebbe nessuno giocare con questo, perché certamente si brucerà. Ciò che è necessario, in questa guerra, è il disprezzo della tentazione. Perché più si dà importanza alla tentazione, più il Satana avanza.
Senza alcun dubbio, coloro che pazientemente sopportano le tentazioni sono persone che amano Dio. Soffrono moltissimo, il più delle volte si struggono dalla gravità della tentazione carnale, ma non indietreggiano per amore di Dio e per la salvezza delle loro anime. Non cedendo alle lusinghe e alle menzogne di Satana. Ben consapevoli che questo è una esca, che mette nel suo amo il maligno per catturare l'anima e portarla alla
distruzione e alla disperazione.
Coloro che sono sottoposti alla tentazione, ma non indietreggiano, non sono noti soltanto a Dio, ma sono noti anche al demonio che cerca di tentare il popolo di Dio come ha tentato il giusto Giobbe. Il buon Dio non abbandona mai il combattente di Cristo, ma si fa da parte per un po’ finchè dura la prova di fede. E non lascia mai che il diavolo lo combatta con forze superiori a quelle che lui riesce a sopportare. Non così tanto come vorrebbe il diavolo, ma fino a quando Dio decide. Questa è la misura nelle tentazioni.
Perché Dio vuole che siano sottoposti alla prova delle tentazioni i suoi combattenti.
Coloro che combattono incessantemente contro le tentazioni non calcolano nulla e osano tutto, l'unica cosa che conta per loro è essere di soddisfazione a Dio. Un buon combattente tutte le gioie e le glorie del mondo li considera come spazzatura di fronte all'amore di Dio. E tanto più il combattente avanza nella virtù, tanto più diventa umile e dà gloria a Dio, che lo aiuta ed è la causa della sua vittoria.
Quando ci circondano le tentazioni, cerchiamo di pregare Dio dicendo: " Signore, solo Tu sei forte, e la nostra lotta contro il demonio è la tua lotta. Nelle tue mani ci affidiamo.
Combatti, Signore, e vinci la nostra lotta ". Così vengono provati i combattenti di Cristo, allo stesso modo dell'oro che viene testato in una fornace per pulirlo dagli elementi di
sporcizia ed esce, infine, puro e pulito. Senza il fuoco non si riconosce perché è mescolato con altri elementi di scarto. Senza le tentazioni al cristiano non si elimina la sporcizia dalla sua anima che non gli permette di avvicinarsi a Dio.
I falsi cristiani si piegano facilmente quando si trovano nella fornace della tentazione e quindi si allontanano da Dio. E si piegano perché hanno aperto la porta dell'anima al diavolo, o per negligenza o per orgoglio. Così la grazia divina si allontana da loro e Satana gioisce per la vittoria. Questi “freddi” cristiani non sono genuini e perdono le loro forze spirituali al punto che si sentono completamente vuoti. Cadono, perché considerano la
caduta dolce e non fanno alcun sforzo per sopportare le difficoltà. Coloro che sono indolenti spiritualmente non hanno solo paura delle tentazioni forti, ma tremano e rimangono scossi anche dal rumore che fa il fogliame. Si impauriscono anche delle piccole cose e non sopportano neanche un po’ di fame o il disagio di una piccola malattia.
I buoni combattenti vincono le esigenze del proprio corpo e si esercitano praticando la moderazione e l'esercizio spirituale. Stuprano, si potrebbe dire, la loro natura, perché sanno che il corpo è in contrasto con lo spirito. Faticano per la virtù e sopportano pazientemente le tentazioni, perché sanno che solo così si raggiunge la perfezione e con la loro fatica danno gioia a Dio. Sopportano con gioia il dolore e i sacrifici per amore di
Dio. Le tentazioni e le astuzie del diavolo le affrontano coraggiosamente e con forte determinazione. Così vincono le macchinazioni di Satana e avanzano nella virtù, diventano la gioia del Padre celeste, che darà loro, nel giorno del giudizio, la corona della vittoria.

di Bouris Stilianos

lunedì 25 febbraio 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO


Da ricco che era si fece povero

26.02.2013
Gen 13,12-18; Sal 118 (119); Pr 4,20-27; 5,31-37


Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio. Sia invece il vostro parlare: "Sì, sì", "No, no"; il di più viene dal Maligno. (Mt 5,34.37)


“Io invece vi dico... né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre”. Gesù ci conduce per mano dopo che abbiamo confessato al pozzo la nostra sete. Sete di capire, sete di senso, di realizzazione, di felicità.
È urgente la liberazione della giustizia legalista e formale per quella del regno dove si incontrano la misericordia, la giustizia e la pace.
Trasparenti, sinceri, dire e fare dall’abbondanza del cuore.
Verità e sincerità non hanno bisogno di giuramenti, hanno posto le loro fondamenta nell’amore e produrranno gesti, promuoveranno relazioni segnate dalla fiducia e la fedeltà.
La nostra vita liberata, sincera, racconta chi è il Signore del nostro cuore e ne gioiranno coloro che ci vivono accanto e ci incontrano.
E la nostra società umana, non ha forse bisogno di vite che dicano ‘sì’ e ‘no’ belli, onesti, amorosi e saldi di cui fidarsi?


Preghiamo

Accogli, o Dio onnipotente, le nostre suppliche e, come segno del tuo amore paziente, donaci quel perdono di cui ci infondi la fiduciosa speranza.
(dalla liturgia)

SANTO DEL GIORNO


Sant'Alessandro, patriarca di Alessandria

26.02.2013

Il patriarca Alessandro nasce intorno al 250. Uomo di profonda cultura unita a grande forza spirituale, fu eletto nel 313 alla importante sede patriarcale di Alessandria d’Egitto. Ebbe un ruolo di primo piano nella lotta contro l’eresia ariana che condusse con grande fermezza e insieme senso della giustizia e paterna bontà. Rivolse le sue prime cure alla formazione del clero che scelse tra uomini di provata esperienza spirituale e costruì la chiesa di Theonas, la più grande di Alessandria. Ma il suo nome resta legato soprattutto alla difesa dell’integrità della fede in Cristo, vero Dio e vero uomo. Nella sua Chiesa circolava infatti una dottrina contraria, che induceva all’errore anche attraverso mezzi subdoli, come canzoni che venivano diffuse e che il popolo cantava senza rendersi conto dell’inganno che vi si celava.
Propagatore dell’eresia era un prete di cui Alessandro stesso aveva ottenuto dal suo predecessore l’ordinazione, Ario, e che ora egli cercava paternamente, con dolcezza, di persuadere alla verità e riportare all’ovile. Ma tutto fu inutile. E poiché l’eresia andava conquistando un sempre maggior numero di persone il santo patriarca convocò in sinodo un centinaio di vescovi di Egitto e di Libia per esaminare l’insegnamento di Ario; l’assemblea non esitò a pronunciare l’anatema.
Ario invece di sottomettersi, si rifugiò in Palestina dove riuscì a farsi accogliere come perseguitato, mentre conquistava alla sua causa importanti sostenitori come Eusebio di Cesarea ed Eusebio di Nicomedia. Lo stesso imperatore Costantino fu coinvolto nella controversia, e pretese di mediare tra due posizioni che non potevano in alcun modo essere composte. Alla fine, cedendo alle insistenze di Alessandro, convocò un concilio ecumenico a Nicea (325) al quale lo stesso patriarca, anziano e malato, partecipò avendo a fianco il suo battagliero diacono Atanasio (che gli succederà nella sede episcopale), dove Ario fu nuovamente condannato.
Al ritorno, Alessandro fu accolto trionfalmente e si rimise al lavoro per sanare le ferite prodotte dall’eresia e dallo scisma. Ma ormai era alla fine della sua operosissima giornata. La data esatta della morte è incerta: in occidente si è assunta per il suo culto la data del 26 febbraio.

RITO AMBROSIANO - 26.02.2013 MARTEDÌ DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA



Lettura del libro della Genesi 13, 12-18

In quei giorni. Abram si stabilì nella terra di Canaan e Lot si stabilì nelle città della valle e piantò le tende vicino a Sòdoma. Ora gli uomini di Sòdoma erano malvagi e peccavano molto contro il Signore.
Allora il Signore disse ad Abram, dopo che Lot si era separato da lui: «Alza gli occhi e, dal luogo dove tu stai, spingi lo sguardo verso il settentrione e il mezzogiorno, verso l’oriente e l’occidente. Tutta la terra che tu vedi, io la darò a te e alla tua discendenza per sempre. Renderò la tua discendenza come la polvere della terra: se uno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti. Àlzati, percorri la terra in lungo e in largo, perché io la darò a te». Poi Abram si spostò con le sue tende e andò a stabilirsi alle Querce di Mamre, che sono ad Ebron, e vi costruì un altare al Signore.  


SALMO
Sal 118 (119), 33-40


    ® Guidami, Signore, sulla tua via.


Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore. ®



Guidami sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in essi è la mia felicità.
Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso il guadagno. ®

Distogli i miei occhi dal guardare cose vane,
fammi vivere nella tua via.
Con il tuo servo mantieni la tua promessa,
perché di te si abbia timore. ®

Allontana l’insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
Ecco, desidero i tuoi precetti:
fammi vivere nella tua giustizia. ®
 

PROVERBI
Lettura del libro dei Proverbi 4, 20-27

Figlio mio, / fa’ attenzione alle mie parole, / porgi l’orecchio ai miei detti; / non perderli di vista, / custodiscili dentro il tuo cuore, / perché essi sono vita per chi li trova / e guarigione per tutto il suo corpo. / Più di ogni cosa degna di cura custodisci il tuo cuore, / perché da esso sgorga la vita. / Tieni lontano da te la bocca bugiarda / e allontana da te le labbra perverse. / I tuoi occhi guardino sempre in avanti / e le tue pupille mirino diritto davanti a te. / Bada alla strada dove metti il piede / e tutte le tue vie siano sicure. / Non deviare né a destra né a sinistra, / tieni lontano dal male il tuo piede.  



VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo 5, 31-37

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno».   

 

MOTU PROPRIO NORMAS NONNULLAS SU ALCUNE MODIFICHE ALLE NORME RELATIVE ALL’ELEZIONE DEL ROMANO PONTEFICE


MOTU PROPRIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

MOTU PROPRIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI LITTERAE APOSTOLICAE
MOTU PROPRIO DATAE DE NONNULLIS MUTATIONIBUS
IN NORMIS AD ELECTIONEM ROMANI PONTIFICIS ATTINENTIBUS
BENEDICTUS PP. XVI

Normas nonnullas per Apostolicas Litteras De aliquibus mutationibus in normis de electione Romani Pontificis Motu Proprio die XI mensis Iunii anno MMVII, tertio Nostri Pontificatus, datas, statuimus, quae, cum eas abrogarent normas quae in numero 75 continentur Constitutionis Apostolicae Universi Dominici gregis quam die XX mensis Februarii anno MCMXCVI Decessor Noster beatus Ioannes Paulus II promulgavit, normam statuerunt, traditione sancitam, ad quam, ut valida Summi Pontificis habeatur electio, duae ex tribus partes suffragiorum omnium Cardinalium electorum praesentium semper requiruntur.

Gravitate quidem considerata quo aptiore modo id evolvatur quod, quamvis vario pondere, ad electionem attinet Romani Pontificis, potissimum ad certam interpretationem et exsecutionem nonnullorum praeceptorum, statuimus et decernimus ut quaedam normae Consitutionis Apostolicae Universi Dominici gregis necnon ea quae in supra memoratis Apostolicis Litteris Nos Ipsi statuimus, substituantur normis quae sequuntur:

35. Cardinalis elector nulla ratione vel causa a Summi Pontificis electione activa et passiva excludi potest, vigentibus tamen iis omnibus quae sub n. 40 et 75 huius Constitutionis statuuntur.

37. Praecipimus praeterea ut, ex quo Apostolica Sedes legitime vacat, antequam Conclave incohetur, mora sit interponenda quindecim solidorum dierum, facta tamen Cardinalium Collegio potestate Conclavis initium anticipandi, si constat omnes Cardinales electores adesse, vel etiam proferendi per aliquot dies, si graves obstant causae; tamen viginti diebus ad summum elapsis ab initio Sedis vacantis, cuncti Cardinales electores praesentes ad electionis negotium procedant.

43. Ex quo initium negotiorum electionis statutum est ad peractae usque Summi Pontificis electionis publicum nuntium vel, utcumque, hoc iusserit novus Pontifex, aedes Domus Sanctae Marthae, pariterque Sacellum Sixtinum atque loci designati liturgicis celebrationibus obserari debebunt, sub auctoritate Cardinalis Camerarii externaque cooperatione Vicecamerarii et Substituti Secretariae Status, omnibus licentia carentibus, prout statuitur in sequentibus numeris.

Integra regio Civitatis Vaticanae, atque etiam ordinaria industria Ministeriorum quorum sedes stat intra eius fines, ita moderandae erunt, hoc tempore, ut circumspectio in tuto collocetur nec non expedita explicatio actionum ad Summi Pontificis electionem pertinentium. Provideatur peculiariter, Praelatis Clericis de Camera etiam opem ferentibus, ut Cardinales electores a nullo conveniantur iter facientes ab aedibus Domus Sanctae Marthae ad Palatium Apostolicum Vaticanum.

46. § 1° Ut personarum necessitatibus et officii, quae cum electionis cursu nectuntur, occurratur, praesto esse debent ideoque convenientibus locis recepti intra fines quorum in huius Constitutionis n. 43 fit mentio, Secretarius Cardinalium Collegii, qui conventus electivi Secretarii fungitur munere, Magister Pontificiarum Celebrationum Liturgicarum cum octo Caeremoniariis et duobus Religiosis qui Sacrarium Pontificium curant; atque ecclesiasticus vir a Cardinale Decano electus vel a Cardinale vicem gerente, ut in munere explendo eum iuvet.

47. Omnes personae quae n. 46 et n. 55, § 2° significantur huius Constitutionis Apostolicae, quae quavis ratione ac quovis tempore a quocumque resciscunt ea quae ad recte obliquove proprios electionis actus attinent, potissimum quae peracta ipsius electionis scrutinia contingunt, arto secreto tenentur cum qualibet persona ad Collegium Cardinalium electorum non pertinente; hac de causa, antequam incipiat electio, ius iurandum nuncupare debent, secundum modum et formulam, ut subsequens numerus indicabit.

48. Illi omnes, de quibus dicitur n. 46 et n. 55, § 2° huius Constitutionis, rite certiores facti circa significationem amplitudinemque iuris iurandi faciendi ante negotiorum electionis initium coram Cardinale Camerario vel alio Cardinale ab eo delegato et coram duobus Protonotariis Apostolicis de Numero Participantium, tempore opportuno pronuntiabunt et subscribent ius iurandum secundum hanc formulam:

Ego N. N. promitto et iuro me inviolate servaturum esse secretum absolutum cum omnibus quotquot participes non sunt Collegii Cardinalium electorum, hoc quidem in perpetuum, nisi mihi datur expresse peculiaris facultas a novo Pontifice electo eiusve Successoribus, in omnibus quae directe vel indirecte respiciunt suffragia et scrutinia ad novum Pontificem eligendum.
Itemque promitto et iuro me nullo modo in Conclavi usurum esse instrumentis quibuslibet ad vocem transmittendam vel recipiendam aut ad imagines exprimendas quovis modo aptis de iis quae tempore electionis fiunt intra fines Civitatis Vaticanae, atque praecipue de iis quae quolibet modo directe vel indirecte attinent ad negotia coniuncta cum ipsa electione.
Declaro me editurum esse ius iurandum utpote qui plane noverim quamlibet eius violationem adducturam esse excommunicationis mihi poenam latae sententiae Sedi Apostolicae reservatae.
Sic me Deus adiuvet et haec sancta Dei Evangelia, quae manu mea tango.
49. Exsequiis defuncti Pontificis rite persolutis et apparatis iis quae requiruntur ad legitimam electionem exsequendam, die constituto - decimo quinto id est a Pontificis morte aut non ultra vicesimum diem, prout n. 37 huius Constitutionis decernitur - Cardinales omnes convenient in Basilicam Vaticanam Sancti Petri, vel alium in locum pro temporis et loci opportunitate, ad participandam sollemnem Eucharisticam celebrationem cum Missa votiva pro eligendo Papa. Hoc congruenti tempore matutino persolvendum est, ita ut horis postmeridianis impleri possit quod praescribitur sequentibus numeris huius Constitutionis.

50. A Sacello Paulino Palatii Apostolici, ubi congruo pomeridiano tempore Cardinales electores adstiterint, chorali vestimento induti sollemni processione, cantu invocantes Veni, creator Spiritus Sancti assistentiam, se conferent in Cappellam Sixtinam Palatii Apostolici, locum et sedem electionis peragendae. Processionem participabunt Vicecamerarius, Auditor Generalis Camerae Apostolicae et duo membra cuiusque Collegii Protonotariorum Apostolicorum de Numero Participantium, Praelatorum Auditorum Rotae Romanae et Praelatorum Clericorum de Camera.

51, § 2° Quapropter Collegium Cardinalium, agens de auctoritate et officio Camerarii, quem adiuvabit Congregatio particularis de qua in numero 7 huius Constitutionis, curabit ut, intra praefatum Sacellum et in locis contiguis, omnia prius disponantur adiuvantibus quoque foris Vicecamerario et Substituto Secretariae Status, ita ut regularis electio eiusdemque secreta indoles in tuto ponantur.

55, § 3° Si quid tale contra hanc normam admissum fuerit, sciant auctores se innodari excommunicationis poena latae sententiae Sedi Apostolicae reservatae.

62. Modis abrogatis electionis qui per acclamationem seu inspirationem et per compromissum dicuntur, electionis forma Romani Pontificis futuro de tempore erit tantum per scrutinium.
Decernimus igitur ut Summi Pontificis ad validam electionem saltem duae ex tribus partes suffragiorum requirantur omnium electorum praesentium et suffragia ferentium.

64. Tribus gradibus explicatur scrutinium, quorum primus, qui antescrutinium vocari potest, complectitur: 1) schedularum praeparationem et partitionem per Caeremoniarios - qui interea in aulam revocantur una cum Secretario Collegii Cardinalium simulque cum Magistro Pontificiarum celebrationum Liturgicarum – quique earum saltem duas vel tres cuique Cardinali electori dabunt; 2) ex omnibus Cardinalibus electoribus sortitionem trium Scrutatorum, trium ad infirmorum excipienda suffragia qui destinantur, qui brevitatis gratia Infirmarii appellantur, et trium Recognitorum; sortes has publice iacit novissimus Cardinalis Diaconus, qui subinde novem nomina depromit illorum qui munia haec sustinere debent; 3) si in extractione Scrutatorum, Infirmariorum et Recognitorum ducta nomina exierint Cardinalium electorum qui, ob infirmitatem vel aliam ob causam impedientur quominus officia haec gerant, eorum loco alia nomina non impeditorum depromantur. Primi tres sorte educti erunt Scrutatores, alteri tres Infirmarii, ceteri vero tres Recognitores.

70, § 2° Scrutatores in unam summam redigunt suffragia, quae quilibet obtinuit, et si nemo saltem ad duas partes ex tribus suffragiorum pervenit, non est electus Papa in illo scrutinio; si quis vero duas partes ex tribus saltem accepit, habetur electio Romani Pontificis et quidem canonice valida.

75. Si scrutinia de quibus in numeris septuagesimo secundo, tertio et quarto memoratae Constitutionis incassum reciderint, habeatur unus dies orationi, reflexioni et dialogo dicatus; in subsequentibus vero suffragationibus, servato ordine in numero septuagesimo quarto eiusdem Constitutionis statuto, vocem passivam habebunt tantummodo duo nomina quae in superiore scrutinio maiorem numerum suffragiorum obtinuerunt, nec recedatur a ratione ut etiam in his suffragationibus minimum maioritas qualificata duarum ex tribus partium suffragiorum Cardinalium praesentium et vocem activam habentium ad validitatem electionis requiratur. In his autem suffragationibus, duo nomina quae vocem passivam habent, voce activa carent.

87. Post electionem canonice factam, ultimus Cardinalis Diaconus vocat in aulam electionis Secretarium Collegii Cardinalium et Magistrum Pontificiarum Celebrationum Liturgicarum et duos Caeremoniarios; atque consensus electi per Cardinalem Decanum aut per Cardinalium primum ordine et aetate, nomine totius Collegii electorum, his verbis requiratur: Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem? Statimque, post consensum declaratum, electus interrogetur: Quo nomine vis vocari? Tunc per Magistrum Pontificiarum Celebrationum Liturgicarum, munere notarii fungentem, testibus adhibitis duobus Viris a caeremoniis, instrumentum de acceptatione novi Pontificis et de nomine ab eo assumpto conficitur.

Omnia quae in his Litteris Apostolicis in forma Motu Proprio deliberavimus, ordinamus ut in omnibus earum partibus serventur, contrariis rebus minime quibuslibet officientibus.

Hoc documentum cum in actis diurnis L’Osservatore Romano evulgabitur, statim vigere incipiet.

Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die XXII mensis Februarii, anno MMXIII, Pontificatus Nostri octavo.

BENEDICTUS PP XVI

[00304-07.01] [Testo originale: Latino]

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Lettera Apostolica
data Motu Proprio
su alcune modifiche alle norme relative
all’elezione del romano Pontefice
Con la Lettera apostolica De aliquibus mutationibus in normis de electione Romani Pontificis, data Motu Proprio a Roma l’11 giugno 2007 nel terzo anno del mio Pontificato, ho stabilito alcune norme che, abrogando quelle prescritte al numero 75 della Costituzione apostolica Universi Dominici gregis promulgate il 22 febbraio 1996 dal mio Predecessore il Beato Giovanni Paolo II, hanno ristabilito la norma, sancita dalla tradizione, secondo la quale per la valida elezione del Romano Pontefice è sempre richiesta la maggioranza dei due terzi di voti dei Cardinali elettori presenti.

Considerata l’importanza di assicurare il migliore svolgimento di quanto attiene, pur con diverso rilievo, all’elezione del Romano Pontefice, in particolare una più certa interpretazione ed attuazione di alcune disposizioni, stabilisco e prescrivo che alcune norme della Costituzione apostolica Universi Dominici gregis e quanto io stesso ho disposto nella summenzionata Lettera apostolica siano sostituite dalle norme che seguono:

n. 35. "Nessun Cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione sia attiva che passiva per nessun motivo o pretesto, fermo restando quanto prescritto al n. 40 e al n. 75 di questa Costituzione."

n. 37. "Ordino inoltre che, dal momento in cui la Sede Apostolica sia legittimamente vacante, si attendano per quindici giorni interi gli assenti prima di iniziare il Conclave; lascio peraltro al Collegio dei Cardinali la facoltà di anticipare l’inizio del Conclave se consta della presenza di tutti i Cardinale elettori, come pure la facoltà di protrarre, se ci sono motivi gravi, l’inizio dell’elezione per alcuni altri giorni. Trascorsi però, al massimo, venti giorni dall’inizio della Sede Vacante, tutti i Cardinali elettori presenti sono tenuti a procedere all’elezione."

n. 43. "Dal momento in cui è stato disposto l’inizio delle operazioni dell’elezione, fino al pubblico annunzio dell’avvenuta elezione del Sommo Pontefice o, comunque, fino a quando così avrà ordinato il nuovo Pontefice, i locali della Domus Sanctae Marthae, come pure e in modo speciale la Cappella Sistina e gli ambienti destinati alle celebrazioni liturgiche, dovranno essere chiusi, sotto l’autorità del Cardinale Camerlengo e con la collaborazione esterna del Vice Camerlengo e del Sostituto della Segreteria di Stato, alle persone non autorizzate, secondo quanto stabilito nei numeri seguenti.

L’intero territorio della Città del Vaticano e anche l’attività ordinaria degli Uffici aventi sede entro il suo ambito dovranno essere regolati, per detto periodo, in modo da assicurare la riservatezza e il libero svolgimento di tutte le operazioni connesse con l’elezione del Sommo Pontefice. In particolare si dovrà provvedere, anche con l’aiuto di Prelati Chierici di Camera, che i Cardinali elettori non siano avvicinati da nessuno durante il percorso dalla Domus Sanctae Marthae al Palazzo Apostolico Vaticano."

n. 46, 1° comma. "Per venire incontro alle necessità personali e d’ufficio connesse con lo svolgimento dell’elezione, dovranno essere disponibili e quindi convenientemente alloggiati in locali adatti entro i confini di cui al n. 43 della presente Costituzione, il Segretario del Collegio Cardinalizio, che funge da Segretario dell’assemblea elettiva; il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie con otto Cerimonieri e due Religiosi addetti alla Sagrestia Pontificia; un ecclesiastico scelto dal Cardinale Decano o dal Cardinale che ne fa le veci, perché lo assista nel proprio ufficio."

n. 47. "Tutte le persone elencate al n. 46 e al n. 55, 2° comma della presente Costituzione apostolica, che per qualsivoglia motivo e in qualsiasi tempo venissero a conoscenza da chiunque di quanto direttamente o indirettamente concerne gli atti propri dell’elezione e, in modo particolare, di quanto attiene agli scrutini avvenuti nell’elezione stessa, sono obbligate a stretto segreto con qualunque persona estranea al Collegio dei Cardinali elettori: per tale scopo, prima dell’inizio delle operazioni dell’elezione, dovranno prestare giuramento secondo le modalità e la formula indicate nel numero seguente."

n. 48. "Le persone indicate nel n. 46 e nel n. 55, 2° comma della presente Costituzione, debitamente ammonite sul significato e sull’estensione del giuramento da prestare, prima dell’inizio delle operazioni dell’elezione, dinanzi al Cardinale Camerlengo o ad altro Cardinale dal medesimo delegato, alla presenza di due Protonotari Apostolici di Numero Partecipanti, a tempo debito dovranno pronunziare e sottoscrivere il giuramento secondo la formula seguente:

Io N. N. prometto e giuro di osservare il segreto assoluto con chiunque non faccia parte del Collegio dei Cardinali elettori, e ciò in perpetuo, a meno che non ne riceva speciale facoltà data espressamente dal nuovo Pontefice eletto o dai suoi Successori, circa tutto ciò che attiene direttamente o indirettamente alle votazioni e agli scrutini per l’elezione del Sommo Pontefice.
Prometto parimenti e giuro di astenermi dal fare uso di qualsiasi strumento di registrazione o di audizione o di visione di quanto, nel periodo della elezione, si svolge entro l’ambito della Città del Vaticano, e particolarmente di quanto direttamente o indirettamente in qualsiasi modo ha attinenza con le operazioni connesse con l’elezione medesima.
Dichiaro di emettere questo giuramento, consapevole che una infrazione di esso comporterà nei miei confronti la pena della scomunica «latae sententiae» riservata alla Sede Apostolica."
Così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli, che tocco con la mia mano."
n. 49. "Celebrate secondo i riti prescritti le esequie del defunto Pontefice, preparato quanto è necessario per il regolare svolgimento dell’elezione, il giorno stabilito, ai termini del n. 37 della presente Costituzione, per l’inizio del Conclave tutti i Cardinali converranno nella Basilica di San Pietro in Vaticano, o altrove secondo l’opportunità e le necessità del tempo e del luogo, per prender parte ad una solenne celebrazione eucaristica con la Messa votiva pro eligendo Papa (19). Ciò dovrà essere compiuto possibilmente in ora adatta del mattino, così che nel pomeriggio possa svolgersi quanto prescritto nei numeri seguenti della stessa Costituzione."

n. 50. "Dalla Cappella Paolina del Palazzo Apostolico, dove si saranno raccolti in ora conveniente del pomeriggio, i Cardinali elettori in abito corale si recheranno in solenne processione, invocando col canto del Veni Creator l’assistenza dello Spirito Santo, alla Cappella Sistina del Palazzo Apostolico, luogo e sede dello svolgimento dell’elezione. Parteciperanno alla processione il Vice Camerlengo, l’Uditore Generale della Camera Apostolica e due membri di ciascuno dei Collegi dei Protonotari Apostolici di Numero Partecipanti, dei Prelati Uditori della Rota Romana e dei Prelati Chierici di Camera."

n. 51, 2° comma. "Sarà pertanto cura del Collegio Cardinalizio, operante sotto l’autorità e la responsabilità del Camerlengo coadiuvato dalla Congregazione particolare di cui al n. 7 della presente Costituzione, che, all’interno di detta Cappella e dei locali adiacenti, tutto sia previamente disposto, anche con l’aiuto dall’esterno del Vice Camerlengo e del Sostituto della Segreteria di Stato, in maniera che la regolare elezione e la riservatezza di essa siano tutelate."

n. 55, 3° comma. "Se una qualsiasi infrazione a questa norma venisse compiuta, sappiano gli autori di essa che incorreranno nella pena della scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica."

n. 62. "Aboliti i modi di elezione detti per acclamationem seu inspirationem e per compromissum, la forma di elezione del Romano Pontefice sarà d’ora in poi unicamente per scrutinium.
Stabilisco, pertanto, che per la valida elezione del Romano Pontefice si richiedono almeno i due terzi dei suffragi, computati sulla base degli elettori presenti e votanti."

n. 64. "La procedura dello scrutinio si svolge in tre fasi, la prima delle quali, che si può chiamare pre-scrutinio, comprende: 1) la preparazione e la distribuzione delle schede da parte dei Cerimonieri – richiamati intanto nell’Aula insieme col Segretario del Collegio dei Cardinali e col Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie – i quali ne consegnano almeno due o tre a ciascun Cardinale elettore; 2) l’estrazione a sorte, fra tutti i Cardinali elettori, di tre Scrutatori, di tre incaricati a raccogliere i voti degli infermi, denominati per brevità Infirmarii, e di tre Revisori; tale sorteggio viene fatto pubblicamente dall’ultimo Cardinale Diacono, il quale estrae di seguito i nove nomi di coloro che dovranno svolgere tali mansioni; 3) se nell’estrazione degli Scrutatori, degli Infirmarii e dei Revisori, escono i nomi di Cardinali elettori che, per infermità o altro motivo, sono impediti di svolgere tali mansioni, al loro posto vengano estratti i nomi di altri non impediti. I primi tre estratti fungeranno da Scrutatori, i secondi tre da Infirmarii, gli altri tre da Revisori."

n. 70, 2° comma. "Gli scrutatori fanno la somma di tutti i voti che ciascuno ha riportato, e se nessuno ha raggiunto almeno i due terzi dei voti in quella votazione, il Papa non è stato eletto; se invece risulterà che uno ha ottenuto almeno i due terzi, si ha l’elezione del Romano Pontefice canonicamente valida."

n. 75. "Se le votazioni di cui ai nn. 72, 73 e 74 della sopramenzionata Costituzione non avranno esito, sia dedicato un giorno alla preghiera, alla riflessione e al dialogo; nelle successive votazioni, osservato l’ordine stabilito nel n. 74 della stessa Costituzione, avranno voce passiva soltanto i due nomi che nel precedente scrutinio avevano ottenuto il maggior numero di voti, né si potrà recedere dalla disposizione che per la valida elezione, anche in questi scrutini, è richiesta la maggioranza qualificata di almeno due terzi di suffragi dei Cardinali presenti e votanti. In queste votazioni, i due nomi che hanno voce passiva non hanno voce attiva."

n. 87. "Avvenuta canonicamente l’elezione, l’ultimo dei Cardinali Diaconi chiama nell’aula dell’elezione il Segretario del Collegio dei Cardinali, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e due Cerimonieri; quindi, il Cardinale Decano, o il primo dei Cardinali per ordine e anzianità, a nome di tutto il Collegio degli elettori chiede il consenso dell’eletto con le seguenti parole: Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice? E appena ricevuto il consenso, gli chiede: Come vuoi essere chiamato? Allora il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, con funzione di notaio e avendo per testimoni due Cerimonieri, redige un documento circa l’accettazione del nuovo Pontefice e il nome da lui assunto."

Questo documento entrerà in vigore subito dopo la sua pubblicazione su L’Osservatore Romano.

Questo decido e stabilisco, nonostante qualsiasi disposizione in contrario.

Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 22 del mese di febbraio, nell’anno 2013, ottavo del mio Pontificato.

BENEDICTUS PP XVI

[00304-01.01] [Testo originale: Latino]

[B0122-XX.01]

Il diavolo in ginocchio


http://annalisacolzi.wordpress.com/2013/02/25/il-diavolo-in-ginocchio/
di Luca Resti e Annalisa Colzi
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Cari amici, si avvicinano sempre più i giorni del CONCLAVE per l’elezione del prossimo Pontefice… Visto il delicatissimo momento e i difficilissimi tempi che stiamo vivendo volevo proporvi di unirci tutti in preghiera con la “Novena a Maria che scioglie i nodi”, affinché i Cardinali riuniti in Conclave si lascino guidare dalla Mano di Dio, dallo Spirito Santo e dall’ispirazione della Madonna nell’eleggere il Papa giusto per il nostro tempo e affinché il demonio ne stia il più alla larga possibile…
La Novena che vi proponiamo è chiamata anche La Novena che distrugge il diavolo. Leggete questa bella testimonianza.
Padre Cipriano de Meo, il decano degli esorcisti, afferma che i posseduti svolgono un apostolato che il Signore permette per far capire l’importanza della vita di Grazia. Infatti le manifestazioni del demonio e la sua sofferenza durante gli esorcismi inducono a profonde riflessioni sulle verità di fede.
Un venerdì mi trovavo alla messa di esorcismo a Torre Le Nocelle. Davanti a me una posseduta reagiva alle preghiere con forti urla e strepiti. Il demonio, suo tramite, si lagnava di una bruciante sconfitta, ripetendo come un disco rotto: «Dovevo far saltare il cervello di quell’uomo, ma Lei lo ha salvato!». E poi, riferendosi alla Madonna di cui non pronuncia mai il nome, ha aggiunto con rabbia: «È stata quella Donna che mi ha rovinato! È stata quella novena, quella maledetta novena che lo ha salvato!!! La novena a quella Donna!!! Di tutte le novene che sua moglie ha recitato per lui, quella è la più potente, è quella che lo ha salvato!!!». La cantilena si protraeva all’infinito, suscitando in me, manco a dirlo, un notevole interesse. Quale novena poteva essere così potente da distruggere un progetto di morte, mi chiedevo. Mentalmente passavo in rassegna le novene mariane più famose, ma il demonio non forniva alcuna informazione per identificare quella che lo aveva sconfitto. Mi consolavo pensando che comunque qualsiasi preghiera alla Vergine Maria ha un impatto devastante sul regno delle tenebre e che quindi la sua affermazione stimolava ad implorarla più spesso. Ma non mi davo per vinto: volevo sapere!
Allora iniziai a supplicare in cuor mio il Signore, affinché obbligasse satana a rivelare per bocca di quella posseduta il nome della novena che aveva annientato i suoi piani, e alla fine con mia grande sorpresa, mi esaudì.
Verso la fine dell’esorcismo, il demonio rivelò: «È la novena a “Quella che scioglie i nodi” che ha distrutto i miei piani e che lo ha salvato! Dovevo fargli saltare il cervello a quello là! È la novena più potente tra tutte quelle che ha recitato sua moglie, ne aveva già fatte tante, ma questa mi ha rovinato!». Finalmente, per divina permissione, sapevo quale novena consigliare a tutti!
Anche Félicité dalla Svizzera afferma di avere scoperto il Santuario di San Ciriaco (dove è stata liberata dalle forze occulte), dopo aver recitato la novena a “Maria che scioglie i nodi”. Questa devozione consiste nella recita del rosario, intercalata al terzo mistero da una supplica, da recitarsi per nove giorni consecutivi. I “nodi” rappresentano i problemi che paralizzano la nostra vita e ci procurano sofferenza; quelle situazioni bloccate e senza soluzione umana, che solo la mano di Dio può sciogliere.
Ma perché l’intercessione di Maria infastidisce così tanto l’avversario? Durante un esorcismo il demonio stesso ha fornito la risposta: «Perché Suo Figlio corre subito quando Lei prega!».
Tratto dal libro: Il diavolo in ginocchio, Patrizia Cattaneo, Ed. Segno
LA DEVOZIONE A
MARIA CHE SCIOGLIE I NODI
La devozione a Maria che scioglie i nodi è nata nel Santuario di St Peter am Perlach ad Augsburg, in Germania, dove un quadro del 1700 ritrae la Madonna nell’atto insolito di sciogliere una serie di nodi.
Il pittore pare si sia ispirato a una meditazione di Sant’Ireneo:
«Eva, con la sua disubbidienza, fece il nodo della disgrazia per il genere umano; Maria invece, con la sua ubbidienza, lo ha sciolto …».
Quando il quadro è stato riprodotto in Argentina, la devozione si è estesa rapidamente in sud America, tanto che una coppia franco-brasiliana, Denis e Susel Bourgerie, ne ha esposto una riproduzione nella chiesa di Maria Porta del Cielo a Campinas in Brasile.
Commossa dalle numerose testimonianze di grazie ricevute, Susel compose la famosa novena che oggi è diffusa in tutto il mondo in otto lingue e oltre 450.000 esemplari.
La Novena la cominceremo il giorno 1° Marzo e terminerà il giorno 9 (molto probabilmente il Conclave dovrebbe cominciare tra il 9 o il 10 Marzo)… Poi continueremo la preghiera anche e soprattutto durante i giorni del Conclave…
La Novena a “Maria che scioglie i nodi”, conosciuta anche come “la Novena che distrugge il diavolo”, è una Preghiera molto potente e molto ascoltata dalla Madonna per i casi che sono bloccati e umanamente irrisolvibili… Diffondiamola sempre di più…
Buona Novena a tutti 
Come pregare la Novena:
1. Fare il segno della Croce;
2. Recitare l’atto di contrizione. Chiedere perdono per i nostri peccati e, soprattutto, proporre di non commetterli mai più;
3. Recitare le prime tre decine del Rosario;
4. Leggere la meditazione propria di ogni giorno della novena;
5. Poi recitare le due ultime decine del Rosario;
6. Finire con la Preghiera a Maria che scioglie i nodi.
 Vi spiego meglio in dettaglio:
Si fa prima il segno della Croce, poi l’atto di contrizione sarebbe la preghiera ATTO DI DOLORE, poi si comincia il Santo Rosario normalmente, poi dopo il terzo mistero del Rosario si legge la meditazione del giorno della Novena (ad esempio il PRIMO GIORNO, poi il giorno seguente si legge il SECONDO GIORNO e cosi’ via per gli altri giorni…), poi si continua il Rosario con il quarto e il quinto Mistero, poi alla fine (dopo la Salve Regina, le Litanie Lauretane e il Pater, Ave e Gloria per il Papa) si conclude il Rosario e la Novena con la Preghiera a Maria che scioglie i nodi riportata a fine Novena (volendo puoi aggiungere anche la Supplica riportata sempre a fine Novena)…
 PRIMO GIORNO
Santa Madre mia amata, Santa Maria, che Scioglie i “nodi” che opprimono i tuoi figli, stendi le tue mani misericordiose verso di me. Ti do oggi questo “nodo”(nominarlo se possibile..) e ogni conseguenza negativa che esso provoca nella mia vita. Ti do questo “nodo” che mi tormenta, mi rende infelice e mi impedisce di unirmi a Te e al tuo Figlio Gesù Salvatore. Ricorro a te Maria che scioglie i nodi perchè ho fiducia in te e so che non hai mai disdegnato un figlio peccatore che ti supplica di aiutarlo. Credo che tu possa sciogliere questi nodi perchè sei mia Madre. So che lo farai perchè mi ami con amore eterno. Grazie Madre mia amata.
“Maria che scioglie i nodi” prega per me.
 Chi cerca una grazia,la troverà nelle mani di Maria.
 SECONDO GIORNO
Maria, madre molto amata, piena di grazia, il mio cuore si volge oggi verso di te. Mi riconosco peccatore e ho bisogno di te. Non ho tenuto conto delle tue grazie a causa del mio egoismo,del mio rancore,della mia mancanza di generosità e di umiltà.
Oggi mi rivolgo a te, “Maria che scioglie i nodi” affinchè tu domandi per me, a tuo Figlio Gesù la purezza di cuore , il distacco, l’umiltà e la fiducia. Vivrò questa giornata con queste virtù. Te le offrirò come prova del mio amore per te. Ripongo questo “nodo” (nominarlo se possibile..) nelle tue mani perchè mi impedisce di vedere la gloria di Dio.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
 Maria offri a Dio ogni istante della sua vita.
 TERZO GIORNO
Madre mediatrice,Regina del cielo, nelle cui mani sono le ricchezze del Re, rivolgi a me i tuoi occhi misericordiosi. Ripongo nelle tue mani sante questo “nodo” della mia vita (nominarlo se possibile…), e tutto il rancore che ne risulta.
Dio Padre, ti chiedo perdono per i miei peccati. Aiutami ora a perdonare ogni persona che consciamente o inconsciamente, ha provocato questo “nodo”. Grazie a questa decisione Tu potrai scioglierlo. Madre mia amata davanti a te, e in nome di tuo Figlio Gesù, mio Salvatore, che è stato tanto offeso, e che ha saputo perdonare, perdono ora queste persone…….. e anche me stesso per sempre.”Maria che sciogli i nodi”, ti ringrazio perchè sciogli nel mio cuore il “nodo” del rancore e il “nodo” che oggi ti presento. Amen.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
 Chi vuole le grazie si rivolga a Maria.
 QUARTO GIORNO
Santa Madre mia amata, che accogli tutti quelli che ti cercano, abbi pietà di me. Ripongo nelle tue mani questo “nodo” (nominarlo se possibile….).
Mi impedisce di essere felice,di vivere in pace,la mia anima è paralizzata e mi impedisce di camminare verso il mio Signore e di servirlo.
Sciogli questo “nodo” della mia vita, o Madre mia. Chiedi a Gesù la guarigione della mia fede paralizzata che inciampa nelle pietre del cammino. Cammina con me, Madre mia amata, perchè sia consapevole che queste pietre sono in realtà degli amici; cessi di mormorare e impari a rendere grazie, a sorridere in ogni momento, perchè ho fiducia in te.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
 Maria è il sole e tutto il mondo benefica del suo calore.
QUINTO GIORNO
“Madre che scioglie i nodi” generosa e piena di compassione, mi volgo verso di te per rimettere, una volta di più, questo “nodo” nelle tue mani (nominarlo se possibile….). Ti chiedo la saggezza di Dio, perchè io riesca alla luce dello Spirito Santo a sciogliere questo cumulo di difficoltà.
Nessuno ti ha mai vista adirata, al contrario,le tue parole sono così piene di dolcezza che si vede in te lo Spirito Santo. Liberami dall’amarezza, dalla collera e dall’odio che questo “nodo” mi ha causato.
Madre mia amata, dammi la tua dolcezza e la tua saggezza, insegnami a meditare nel silenzio del mio cuore e così come hai fatto il giorno della Pentecoste, intercedi presso Gesù perchè riceva nella mia vita lo Spirito Santo, lo Spirito di Dio venga su di me.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
Maria è onnipotente presso Dio.
 SESTO GIORNO
Regina di misericordia, ti do questo “nodo” della mia vita (nominarlo se possibile…) e ti chiedo di darmi un cuore che sappia essere paziente finchè tu sciolga questo “nodo”. Insegnami ad ascoltare la Parola del tuo Figlio, a confessarmi, a comunicarmi, perciò resta con me Maria.
prepara il mio cuore a festeggiare con gli angeli la grazia che tu mi stai ottenendo.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
 Sei bellissima Maria e nessuna macchia è in te.
 SETTIMO GIORNO
Madre purissima, mi rivolgo oggi a te: ti supplico di sciogliere questo “nodo” della mia vita ( nominarlo se possibile…) e di liberarmi dall’influenza del male. Dio ti ha concesso un grande potere su tutti i demoni. Oggi rinuncio ai demoni e a tutti i legami che ho avuto con loro. Proclamo che Gesù è il mio unico Salvatore e il mio unico Signore.
O ” Maria che sciogli i nodi” schiaccia la testa del demonio. Distruggi le trappole provocate da questi “nodi” della mia vita. Grazie Madre tanto amata. Signore, liberami con il tuo prezioso sangue!
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
Sei la gloria di Gerusalemme, sei l’onore del nostro popolo.
 OTTAVO GIORNO
Vergine Madre di Dio, ricca di misericordia, abbi pietà di me, tuo figliolo e sciogli i “nodi” (nominarlo se possibile….) della mia vita.
Ho bisogno che tu mi visiti, così come hai fatto con Elisabetta. Portami Gesù, portami lo Spirito Santo. Insegnami il coraggio, la gioia, l’umiltà e come Elisabetta, rendimi piena di Spirito Santo. Voglio che tu sia mia Madre, la mia Regina e la mia amica. Ti do il mio cuore e tutto ciò che mi appartiene: la mia casa, la mia famiglia, i miei beni esteriori e interiori. Ti appartengo per sempre.
Metti in me il tuo cuore perchè io possa fare tutto ciò che Gesù mi dirà di fare.
“Maria che sciogli i nodi” prega per me.
 Camminiamo pieni di fiducia verso il trono della grazia.
 NONO GIORNO
Madre Santissima, nostra avvocata, Tu che sciogli i “nodi” vengo oggi a ringraziarti di aver sciolto questo “nodo” (nominarlo se possibile…) nella mia vita. Conosci il dolore che mi ha causato. Grazie Madre mia amata,Ti ringrazio perchè hai sciolto i “nodi” della mia vita. Avvolgimi con il tuo manto d’ amore, proteggimi, illuminami con la tua pace.
 “Maria che sciogli i nodi” prega per me.
 PREGHIERA A NOSTRA SIGNORA CHE SCIOGLIE I NODI (da recitare a fine Rosario)
Vergine Maria, Madre del bell’Amore, Madre che non ha mai abbandonato un figliolo che grida aiuto, Madre le cui mani lavorano senza sosta per i suoi figlioli tanto amati, perchè sono spinte dall’amore divino e dall’infinita misericordia che esce dal Tuo cuore volgi verso di me il tuo sguardo pieno di compassione. Guarda il cumulo di “nodi” della mia vita.
Tu conosci la mia disperazione e il mio dolore. Sai quanto mi paralizzano questi nodi Maria, Madre incaricata da Dio di sciogliere i “nodi” della vita dei tuoi figlioli, ripongo il nastro della mia vita nelle tue mani.
 Nelle tue mani non c’è un “nodo” che non sia sciolto.
Madre Onnipotente, con la grazia e il tuo potere d’intercessione presso tuo Figlio Gesù, mio Salvatore, ricevi oggi questo “nodo” (nominarlo se possibile…). Per la gloria di Dio ti chiedo di scioglierlo e di scioglierlo per sempre. Spero in Te.
Sei l’unica consolatrice che Dio mi ha dato. Sei la fortezza delle mie forze precarie, la ricchezza delle mie miserie, la liberazione di tutto ciò che mi impedisce di essere con Cristo.
Accogli il mio richiamo. Preservami, guidami proteggimi, sii il mio rifugio.
 Maria,che scioglie i nodi, prega per me.
Madre di Gesù e Madre nostra, Maria Santissima Madre di Dio; tu sai che la nostra vita è piena di nodi piccoli e grandi. Ci sentiamo soffocati, schiacciati, oppressi e impotenti nel risolvere i nostri problemi. Ci affidiamo a te, Madonna di Pace e di Misericordia. Ci rivolgiamo al Padre per Gesù Cristo nello Spirito Santo, uniti a tutti gli angeli e ai Santi. Maria incoronata da dodici stelle che schiacci con i tuoi santissimi piedi la testa del serpente e non ci lasci cadere nella tentazione del maligno, liberaci da ogni schiavitù, confusione e insicurezza. Dacci la tua grazia e la tua luce per poter vedere nelle tenebre che ci circondano e seguire la giusta strada. Madre generosa, ti presentiamo supplichevoli la nostra richiesta d’aiuto. Ti preghiamo umilmente:
· Sciogli i nodi dei nostri disturbi fisici e delle malattie incurabili: Maria ascoltaci!
 · Sciogli i nodi dei conflitti psichici dentro di noi, la nostra angoscia e paura, la non accettazione di noi stessi e della nostra realtà: Maria ascoltaci!
 · Sciogli i nodi nella nostra possessione diabolica: Maria ascoltaci!
 · Sciogli i nodi nelle nostre famiglie e nel rapporto con i figli: Maria ascoltaci!
 · Sciogli i nodi nella sfera professionale, nell’impossibilità di trovare un lavoro dignitoso o nella schiavitù di lavorare con eccesso: Maria ascoltaci!
 · Sciogli i nodi dentro la nostra comunità parrocchiale e nella nostra Chiesa che è una, santa, cattolica, apostolica: Maria ascoltaci!
 · Sciogli i nodi fra le varie Chiese cristiane e confessioni religiose e dacci l’unità nel rispetto delle diversità: Maria ascoltaci!
 · Sciogli i nodi nella vita sociale e politica del nostro Paese: Maria ascoltaci!
 · Sciogli tutti i nodi del nostro cuore per poter essere liberi di amare con generosità: Maria ascoltaci!
 Maria che sciogli i nodi, prega per noi tuo Figlio Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
Dopo la Preghiera a “Maria che scioglie i nodi” potete recitare questa Supplica:
Supplica a Maria che scioglie i nodi:
O Vergine Immacolata, Vergine Benedetta, Tu sei la dispensatrice universale di tutte le Grazie di Dio. Sei la speranza di ogni uomo e la mia speranza. Ringrazio sempre ed in ogni momento il mio amato Signore Gesù che mi ha permesso di conoscerti, e mi ha fatto capire come posso ricevere le Grazie Divine ed essere salvato. Questo modo sei Tu stessa, Augusta Madre di Dio, perché so, grazie principalmente ai Meriti di Gesù Cristo, e poi alla Tua intercessione che io posso raggiungere la Salvezza Eterna. O mia Signora che sei stata così sollecita nel visitare Elisabetta, per santificarla, Ti prego, affrettati a venire a visitare la mia anima. Meglio di me, Tu sai quanto sia misera e quanti mali l’affliggono: affezioni sregolate, cattive abitudini, peccati commessi e tante gravi malattie che possono solo portarla alla morte eterna. Solo da Te dipende guarire la mia anima da tutte le sue infermità e sciogliere tutti i “nodi” che l’affliggono. Prega per me, o Vergine Maria, e raccomandami al Tuo Divin Figlio. Meglio di me Tu conosci le mie miserie e i miei bisogni. O Madre mia e dolce Regina prega per me il Tuo Figlio Divino e ottienimi di ricevere le Grazie che mi sono più necessarie ed essenziali per la mia Salvezza Eterna. Io mi abbandono completamente a Te. Le Tue preghiere non sono mai state respinte da Lui: sono le preghiere di una Madre al suo Figlio; e questo Figlio Ti ama così tanto, che Egli fa tutto ciò che Tu desideri al fine di aumentare la Tua Gloria e di testimoniare il grande amore che Egli prova per Te.
 “O Madonna fermiamoci lì: mi affido pienamente corpo e anima a Te; e Tu preoccupati della mia salvezza. Così sia…!”  (Sant’ Alfonso Maria de’ Liguori)
O Maria, esaudisci le mie preghiere.
Ricordati, o dolcissima Vergine Maria, che non abbiamo mai sentito dire che nessuno di quelli che hanno chiesto la tua protezione, implorato il tuo soccorso e chiesto la tua intercessione siano stati da Te abbandonati. Animato da una tale fiducia, o Vergine tra le Vergini, o Madre mia, vengo da Te, e mentre soffro sotto il peso dei miei peccati, mi prostro ai tuoi piedi. O Madre del Verbo, non rifiutare le mie preghiere, ma ascoltale favorevolmente ed esaudiscile. Amen. (San Bernardo)