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sabato 29 giugno 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO


Ascoltate oggi la voce del Signore

30.06.2013
Es 24,3-18; Sal 49; Eb 8,6-13a; Gv 19,30-35


Uno dei soldati, con una lancia gli trafisse il fianco e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza perché anche voi crediate. (Gv 19, 34-35)

Ma cosa ha visto questo testimone che si preoccupa della nostra fede, guardando Gesù che muore in croce? Per avvicinarci alla sua esperienza prendiamo come lampada alcune parole della Scrittura e lasciamo che facciano luce per noi sul Crocifisso.
Il mio servo sarà innalzato. Come agnello condotto al macello ha consegnato se stesso alla morte ed è stato trafitto per i nostri delitti . Vi sarà per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e l’iniquità e guarderanno a colui che hanno trafitto dice il profeta Zaccaria (Zc 13,1.12,10).
Ora, in questa luce, che vediamo? L’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo come dice l'evangelista Giovanni, il Figlio di Dio che è venuto con l’acqua e con il sangue e che consegnandoci i sacramenti del Battesimo e dell’Eucaristia ci comunica la sua stessa vita. Sia dato anche a noi di vedere e di credere.

Preghiamo col Salmo

Viene il nostro Dio e non sta in silenzio;
davanti a lui un fuoco divorante,
intorno a lui si scatena la tempesta.
Convoca il cielo dall'alto
e la terra per giudicare il suo popolo.

SANTI DEL GIORNO


Santi Primi martiri della Chiesa di Roma

30.06.2013
All’indomani del martirio delle due colonne della Chiesa universale, la Chiesa di Roma celebra la memoria dei “primi martiri romani”, cioè di coloro che subirono il martirio nella terribile strage avvenuta a Roma sotto l’imperatore Nerone, dopo lo spaventoso incendio della città divampato il 16 luglio del 64 d.C.
Secondo la narrazione dello storiografo romano Tacito, su di loro venne scaricata la responsabilità del disastro, che probabilmente aveva per autore lo stesso corrotto imperatore. La nascente comunità cristiana veniva guardata con sospetto, come composta da “nemici dell’umanità” a motivo della diversità di costumi, dalla viziosa Roma imperiale.
Non si conosce alcun nome di questi primi martiri, ma la chiesa di Roma ne conservò da subito vivissima memoria. San Clemente Romano nella sua lettera ai Corinzi, li lega strettamente ai santi Pietro e Paolo, di cui furono come i precursori. La loro memoria liturgica, venne di nuovo inserita nel Calendario romano con la revisione del calendario successiva alla riforma del Concilio Vaticano II, nel 1969.

RITO AMBROSIANO - DOMENICA VI DOPO PENTECOSTE


Lettura del libro dell’Esodo 24, 3-18

In quei giorni. Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!». Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».
Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani d’Israele. Essi videro il Dio d’Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffìro, limpido come il cielo. Contro i privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi videro Dio e poi mangiarono e bevvero.
Il Signore disse a Mosè: «Sali verso di me sul monte e rimani lassù: io ti darò le tavole di pietra, la legge e i comandamenti che io ho scritto per istruirli». Mosè si mosse con Giosuè, suo aiutante, e Mosè salì sul monte di Dio. Agli anziani aveva detto: «Restate qui ad aspettarci, fin quando torneremo da voi; ecco, avete con voi Aronne e Cur: chiunque avrà una questione si rivolgerà a loro».
Mosè salì dunque sul monte e la nube coprì il monte. La gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprì per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube. La gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna. Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti.   

SALMO
Sal 49 (50)

             ®  Ascoltate oggi la voce del Signore.

Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra da oriente a occidente.
Da Sion, bellezza perfetta,
Dio risplende. ®

Viene il nostro Dio e non sta in silenzio;
davanti a lui un fuoco divorante,
intorno a lui si scatena la tempesta.
Convoca il cielo dall’alto
e la terra per giudicare il suo popolo. ®

«Davanti a me riunite i miei fedeli,
che hanno stabilito con me l’alleanza
offrendo un sacrificio».
I cieli annunciano la sua giustizia:
è Dio che giudica. ®


EPISTOLA
Lettera agli Ebrei 8, 6-13a

Fratelli, Gesù ha avuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore, perché è fondata su migliori promesse. Se la prima alleanza infatti fosse stata perfetta, non sarebbe stato il caso di stabilirne un’altra. Dio infatti, biasimando il suo popolo, dice: / «Ecco: vengono giorni, dice il Signore, / quando io concluderò un’alleanza nuova / con la casa d’Israele e con la casa di Giuda. / Non sarà come l’alleanza che feci con i loro padri, / nel giorno in cui li presi per mano / per farli uscire dalla terra d’Egitto; / poiché essi non rimasero fedeli alla mia alleanza, / anch’io non ebbi più cura di loro, dice il Signore. / E questa è l’alleanza che io stipulerò con la casa d’Israele / dopo quei giorni, dice il Signore: / porrò le mie leggi nella loro mente / e le imprimerò nei loro cuori; / sarò il loro Dio / ed essi saranno il mio popolo. / Né alcuno avrà più da istruire il suo concittadino, / né alcuno il proprio fratello, dicendo: / “Conosci il Signore!”. / Tutti infatti mi conosceranno, / dal più piccolo al più grande di loro. / Perché io perdonerò le loro iniquità / e non mi ricorderò più dei loro peccati». / Dicendo alleanza nuova, Dio ha dichiarato antica la prima.         


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 19, 30-35

In quel tempo. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.             
  

TI SI MIR NAŠ (Medjugorje Mladfest)

TU SEI PACE

venerdì 28 giugno 2013

MESSA RITO AMBROSIANO - Santi Pietro e Paolo, apostoli


Messa nel giorno:

Lettura 
Lettura degli Atti degli Apostoli 12, 1-11

In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».


Salmo
Sal 33 (34)

R .:  Benedetto il Signore, che libera i suoi amici.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. R

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia. R


Epistola
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 11, 16 - 12, 9

Fratelli,
nessuno mi consideri un pazzo. Se no, ritenetemi pure come un pazzo, perché anch’io possa vantarmi un poco. Quello che dico, però, non lo dico secondo il Signore, ma come da stolto, nella fiducia che ho di potermi vantare. Dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi vanterò anch’io. Infatti voi, che pure siete saggi, sopportate facilmente gli stolti. In realtà sopportate chi vi rende schiavi, chi vi divora, chi vi deruba, chi è arrogante, chi vi colpisce in faccia. Lo dico con vergogna, come se fossimo stati deboli!
Tuttavia, in quello in cui qualcuno osa vantarsi – lo dico da stolto – oso vantarmi anch’io. Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di Abramo? Anch’io! Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema?
Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza. Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco. A Damasco, il governatore del re Areta aveva posto delle guardie nella città dei Damasceni per catturarmi, ma da una finestra fui calato giù in una cesta, lungo il muro, e sfuggii dalle sue mani.
Se bisogna vantarsi – ma non conviene – verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore. So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni.
Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.

Vangelo 
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 21, 15b-19

In quel tempo.
Il Signore Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
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Messa vigiliare della VI Domenica dopo Pentecoste
 
VANGELO DELLA RISURREZIONE
Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Matteo 28, 8-10

Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, il Signore Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
             Cristo Signore è risorto!
             ®   Rendiamo grazie a Dio!
 
 Seguono le letture della messa della Domenica:
Es 24,3-18; Sal 49; Eb 8,6-13a; Gv 19,30-35

mercoledì 26 giugno 2013

RITO AMBROSIANO - GIOVEDI' DELLA V DOMENICA DOPO PENTECOSTE



Lettura del libro del Deuteronomio 31, 14-23

In quei giorni. Il Signore disse a Mosè: «Ecco, i giorni della tua morte sono vicini. Chiama Giosuè e presentatevi nella tenda del convegno, perché io gli comunichi i miei ordini». Mosè e Giosuè andarono a presentarsi nella tenda del convegno. Il Signore apparve nella tenda in una colonna di nube, e la colonna di nube stette all’ingresso della tenda.
Il Signore disse a Mosè: «Ecco, tu stai per addormentarti con i tuoi padri. Questo popolo si alzerà e si leverà per prostituirsi con dèi stranieri nella terra dove sta per entrare. Mi abbandonerà e infrangerà l’alleanza che io ho stabilito con lui. In quel giorno, la mia ira si accenderà contro di lui: io li abbandonerò, nasconderò loro il volto e saranno divorati. Lo colpiranno malanni numerosi e angosciosi e in quel giorno dirà: “Questi mali non mi hanno forse colpito per il fatto che il mio Dio non è più in mezzo a me?”. Io, in quel giorno, nasconderò il mio volto a causa di tutto il male che avranno fatto rivolgendosi ad altri dèi.
Ora scrivete per voi questo cantico; insegnalo agli Israeliti, mettilo nella loro bocca, perché questo cantico mi sia testimone contro gli Israeliti. Quando lo avrò introdotto nel paese che ho promesso ai suoi padri con giuramento, dove scorrono latte e miele, ed egli avrà mangiato, si sarà saziato e ingrassato e poi si sarà rivolto ad altri dèi per servirli e mi avrà disprezzato e avrà infranto la mia alleanza, e quando lo avranno colpito malanni numerosi e angosciosi, allora questo cantico sarà testimone davanti a lui, poiché non sarà dimenticato dalla sua discendenza. Sì, conosco i pensieri da lui concepiti già oggi, prima ancora che io lo abbia introdotto nella terra che ho promesso con giuramento». Mosè scrisse quel giorno questo cantico e lo insegnò agli Israeliti.
Poi comunicò i suoi ordini a Giosuè, figlio di Nun, e gli disse: «Sii forte e coraggioso, poiché tu introdurrai gli Israeliti nella terra che ho giurato di dar loro, e io sarò con te».          

SALMO
Sal 19 (20)

             ®  Il Signore dà vittoria al suo consacrato.

Ti risponda il Signore nel giorno dell’angoscia,
ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.
Ti mandi l’aiuto dal suo santuario
e dall’alto di Sion ti sostenga. ®

Ti conceda ciò che il tuo cuore desidera,
adempia ogni tuo progetto.
Esulteremo per la tua vittoria,
nel nome del nostro Dio alzeremo i nostri vessilli:
adempia il Signore tutte le tue richieste. ®

Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato;
gli risponde dal suo cielo santo
con la forza vittoriosa della sua destra. ®

Chi fa affidamento sui carri, chi sui cavalli:
noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio.
Da’ al re la vittoria, Signore,
rispondici, quando t’invochiamo. ®


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 8, 22-25

In quel tempo. Avvenne che, un giorno, il Signore Gesù salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: «Passiamo all’altra riva del lago». E presero il largo. Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Una tempesta di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. Si accostarono a lui e lo svegliarono dicendo: «Maestro, maestro, siamo perduti!». Ed egli, destatosi, minacciò il vento e le acque in tempesta: si calmarono e ci fu bonaccia. Allora disse loro: «Dov’è la vostra fede?». Essi, impauriti e stupiti, dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che comanda anche ai venti e all’acqua, e gli obbediscono?».            

martedì 25 giugno 2013

RITO AMBROSIANO - MERCOLEDI 'DELLA V DOMENICA DOPO PENTECOSTE


Lettura del libro del Deuteronomio 27, 9-26

In quei giorni. Mosè e i sacerdoti leviti dissero a tutto Israele: «Fa’ silenzio e ascolta, Israele! Oggi sei divenuto il popolo del Signore, tuo Dio. Obbedirai quindi alla voce del Signore, tuo Dio, e metterai in pratica i suoi comandi e le sue leggi che oggi ti do».
In quello stesso giorno Mosè diede quest’ordine al popolo: «Ecco quelli che, una volta attraversato il Giordano, staranno sul monte Garizìm per benedire il popolo: Simeone, Levi, Giuda, Ìssacar, Giuseppe e Beniamino; ecco quelli che staranno sul monte Ebal per pronunciare la maledizione: Ruben, Gad, Aser, Zàbulon, Dan e Nèftali. I leviti prenderanno la parola e diranno ad alta voce a tutti gli Israeliti: / “Maledetto l’uomo che fa un’immagine scolpita o di metallo fuso, abominio per il Signore, lavoro di mano d’artefice, e la pone in luogo occulto!”. Tutto il popolo risponderà e dirà: “Amen”. / “Maledetto chi maltratta il padre e la madre!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. / “Maledetto chi sposta i confini del suo prossimo!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. / “Maledetto chi fa smarrire il cammino al cieco!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. / “Maledetto chi lede il diritto del forestiero, dell’orfano e della vedova!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. / “Maledetto chi si unisce con la moglie del padre, perché solleva il lembo del mantello del padre!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. / “Maledetto chi giace con qualsiasi bestia!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. / “Maledetto chi giace con la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di sua madre!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. / “Maledetto chi giace con la suocera!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. / “Maledetto chi colpisce il suo prossimo in segreto!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. / “Maledetto chi accetta un regalo per condannare a morte un innocente!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. / “Maledetto chi non mantiene in vigore le parole di questa legge, per metterle in pratica!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”».            


SALMO
 Sal 1

             ®   La legge del Signore è tutta la mia gioia.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. ®

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene. ®

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina. ®


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 8, 19-21

In quel tempo. Andarono dal Signore Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».    

lunedì 24 giugno 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO


Benedetto il Signore che libera i suoi amici

25.06.2013
Dt 26,16-19; Sal 110; Lc 8,16-18

«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un lampadario, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere». (Lc 8,16-18)

Ci manca il silenzio, ci manca il tempo. E ci manca l’umile disponibilità a far posto in noi a qualcosa che ci possa mettere in discussione e a lasciare che l’altro ci interpelli e ci scomodi nelle nostre magari false, ma confortevoli certezze. “Se ascoltaste oggi la mia voce!”.
La Parola di Dio ci è data per ogni nostro oggi, è viva e penetrante per chi le riserva silenzio, tempo, docilità. Come luce che naturalmente si irradia, pervade la vita: e il silenzio non è più vuoto insopportabile, ma si colma di Presenza che nel profondo infonde gioia e serenità; e il tempo frammentato in tante occupazioni si unifica perché queste pian piano non sono più orientate dalla nostra volontà instabile e capricciosa, ma da quella di Dio.

Preghiamo col Salmo

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore.
Il suo agire è splendido e maestoso.

SANTO DEL GIORNO


San Guglielmo di Montevergine

25.06.2013


Santo molto popolare nel Mezzogiorno d’Italia in quanto fondatore del Santuario della Madonna di Montevergine al quale salgono ogni anno migliaia di pellegrini. Nato a Vercelli, in Piemonte, dopo una giovinezza vissuta in solitudine e penitenza in vari luoghi, Guglielmo giunse sui monti intorno ad Avellino non per stabilirsi lì, ma per farvi una tappa nel suo pellegrinaggio verso la Terra Santa. Essendosi frapposte insormontabili difficoltà a proseguire il suo cammino, si fermò nel Regno di Napoli, e spostandosi in luoghi sempre più isolati e inaccessibili giunse infine sulla cima del Monte Partenio. Lì, presso le rovine di un tempio della dea pagana Cibele, era sorta una piccola cappella dedicata a Maria Vergine; presso questa cappella san Guglielmo stabilì la sua dimora. Presto la sua fama si diffuse nella zona e molti accorsero a visitare il santo anacoreta.
Attorno a lui, sul Monte della Vergine, si formò una comunità di cercatori di Dio, ai quali Guglielmo dette una Regola di vita ispirandosi alla Regula monasteriorum di san Benedetto. La Congregazione dei Monaci di Montevergine si diffuse rapidamente nell’Italia meridionale. San Guglielmo dovette così lasciare la solitudine del monte selvoso per seguire la nuova missione di fondatore, nel corso della quale morì, nell’anno 1142.

Lo stesso giorno si celebra la memoria di san Massimo di Torino, pastore (IV-V sec.). E' ricordato come il primo vescovo della chiesa torinese. Dedicò la sua azione pastorale a purificare da ogni residuo pagano la prassi dei cristiani e a diffondere anche nelle campagne il messaggio evangelico. Assiduo lettore delle Scritture, in contatto con i grandi Padri del suo tempo, affinò una grande sensibilità liturgica, che gli permise di lasciare alla Chiesa interpretazioni profonde e originali del culto cristiano. Morì tra il 408 e il 423.

RITO AMBROSIANO - MARTEDI DELLA V DOMENICA DOPO PENTECOSTE


Lettura del libro del Deuteronomio 26, 16-19

In quei giorni. Mosè disse a tutto Israele: «Oggi il Signore, tuo Dio, ti comanda di mettere in pratica queste leggi e queste norme. Osservale e mettile in pratica con tutto il cuore e con tutta l’anima. Tu hai sentito oggi il Signore dichiarare che egli sarà Dio per te, ma solo se tu camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e ascolterai la sua voce. Il Signore ti ha fatto dichiarare oggi che tu sarai il suo popolo particolare, come egli ti ha detto, ma solo se osserverai tutti i suoi comandi. Egli ti metterà, per gloria, rinomanza e splendore, sopra tutte le nazioni che ha fatto e tu sarai un popolo consacrato al Signore, tuo Dio, come egli ha promesso».          


SALMO
Sal 110 (111)

             ®  Principio della sapienza è il timore del Signore.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano.
Il suo agire è splendido e maestoso,
la sua giustizia rimane per sempre. ®

Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l’eredità delle genti.
Le opere delle sue mani sono verità e diritto,
stabili sono tutti i suoi comandi,
immutabili nei secoli, per sempre,
da eseguire con verità e rettitudine. ®

Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
Principio della sapienza è il timore del Signore:
rende saggio chi ne esegue i precetti.
La lode del Signore rimane per sempre. ®


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 8, 16-18

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».          

LA GIOIA DI DIO E' VEDERCI UNITI

Il mio canto II (playlist)

Medjugorie nel cuore

Il mio canto II (playlist)

domenica 23 giugno 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO


Benedetto il Signore che libera i suoi amici

Natività di san Giovanni Battista

24.06.2013
Ger 1.4-19; Sal 70; Gal 1,11-19; Lc 1,57-68

La mano del Signore sta con Giovanni. Egli sarà il precursore del Messia, e assolverà la funzione profetica di Elia di convertire i cuori e di prepararli al giorno del Signore. (Lc 1,57-68)

Ecco Giovanni Battista,”voce di uno che grida nel deserto”. Profeta, figlio di sacerdote muto, o meglio, ammutolito. Il profeta riceve da Dio stesso la forza per trasmettere con coraggio la Parola, e per questo non ha timore di proclamarla, pur consapevole che per tale missione deve investire e spendere la propria vita. E' Dio che conferisce tale autorità e sostiene colui che ha scelto.
Così anche l'apostolo Paolo testimonia il percorso di vita che il Signore lo ha condotto a compiere. Scelto fin dal seno della madre, ignaro di quanto avrebbe dovuto poi compiere, fedele alla propria tradizione fino al radicalismo, Paolo ha perseguitato la nuova setta di seguaci di Gesù fino a cadere ai suoi piedi e diventarne uno zelante apostolo.
La parola che Paolo ci insegna non viene da sapienza umana, ma è insegnamento divino ricevuto direttamente da Cristo in persona. Paolo si riconosce come un chiaro esempio di azione della grazia divina che tutto può trasformare: da piccolo in eterno, da opaco in luminoso.

Preghiamo col Salmo

Fin dalla giovinezza, o Dio,
mi hai istruito e oggi ancora
proclamo le tue meraviglie.
Io ti renderò grazie al suono dell'arpa,
per la tua fedeltà, o mio Dio.