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lunedì 30 settembre 2013

PENSIERI di Santa Teresa di Gesù Bambino



Ho capito che l'amore racchiude tutte le vocazioni, che l'amore è tutto, che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi: in una parola, che è eterno.
Ecco qual'è la caratteristica di Gesù: dona da Dio, ma vuole l'umiltà del cuore.
Nei Santi occorre vedere soprattutto gli esempi di umiltà.
Mi voglio dedicare a far sempre, col più grande abbandono, la volontà del Signore.
Sì, chi ama Gesù diventa la sua famiglia, e trova in questo cuore ineguagliabile tutto ciò che desidera: vi trova il suo cielo.
Soffriamo in pace. Chi dice pace, non dice gioia, né ancor meno gioia sentita. Per soffrire in pace, basta solo volere tutto ciò che Gesù vuole..
La santità non consiste nel dire belle cose o nel sentirle. Sta tutta nella volontà di soffrire.
Si dice che mai un'anima puraama più di un'anima penitente. Ah, come vorrei smentire questa idea!
Fa tanto bene e dà tanta forza non dire le proprie pene inutilmente.http://www.fdt.org/images/FRECCIABLU.gif
Soffro molto, ma soffro bene? Questo è l'importante!
Non chiedo al Signore più grandi sofferenze. Se le chiedessi, sarebbero sofferenze mie e da sopportare da sola, ma da sola non so far nulla.
Ciò che fa la nostra umiliazione quando la subiamo, diventa poi la nostra gloria fin da questa vita.
Amo molto le preghiere in comune. Sento che il fervore delle mie sorelle supplisce al mio.
Per me la preghiera è uno slancio del cuore, un semplice sguardo gettato verso il cielo.
Non disprezzo i pensieri profondi. Ma i pensieri più belli sono un nulla senza le opere.http://www.fdt.org/images/FRECCIABLU.gif
Maria SS.ma ha voluto farmi diventare più perfettamente sua figlia con la grazia di condurmi al Carmelo.
Non dico: se è duro vivere nel Carmelo, é dolce morirvi; ma: se è dolce vivere nel Carmelo, è più dolce morirvi.
Dandosi a Dio, il cuore non perde la sua tenerezza naturale; anzi, questa tenerezza cresce, divenendo più pura e più divina.
Credo sia meglio non esporsi alla battaglia quando la sconfitta è sicura.
Come sono felice di vedermi imperfetta e d'aver tanto bisogno della misericordia di Dio!
Trovo vivissima gioia non solo se gli altri mi trovano imperfetta, ma specialmente se mi sento tale io stessa.http://www.fdt.org/images/FRECCIABLU.gif
Un'anima infiammata d'amore si pone ai piedi di Gesù, come Santa Maddalena, per ascoltare la sua parola.
Sento che perderei tutto il coraggio se non avessi la fede, o meglio se non amassi il mio Dio.
Che gioia pensare che la Vergine Immacolata è nostra Madre! Ci ama e conosce la nostra debolezza: che abbiamo da temere?
Non ho mai desiderato visioni. Sulla terra non si può vedere il cielo com'è. Preferisco aspettare.
La S. Famiglia era perfettamente comune. La loro vita si è svolta come la nostra. Niente miracoli inutili e strani!
Non ci mostrino le virtù impraticabili della Madonna. E' bene parlare delle sue prerogative; ma occorre soprattutto poterla imitare.
Come son pochi quelli che non fanno le cose a press'a poco e non dicono: non sono obbligato a questo.
Gesù non biasima il lavoro di Marta: anche sua Madre si è sottomessa per tutta la vita a preparare il pasto per la Sacra Famiglia.
Essere piccoli è non attribuire a noi stessi le virtù, ma riconoscere che Dio pone in mano ai suoi figli il tesoro delle virtù.
Avessi compiute pure tutte le opere di S. Paolo, mi crederei serva inutile. Non avendo nulla, riceverò tutto da Dio.

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Signore, conservo nel cuore le tue parole

1.10.2013
 Gd 1,7-25; Sal 124; Lc 20,20-26

Gli scribi e i capi dei sacerdoti si misero a spiare il Signore Gesù e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore. (Lc 20)

L'apostolo Giuda nella sua lettera ci indica la trasparenza di comportamento e la condivisione nella preghiera di ogni situazione umana perchè il Signore è presente e sempre pronto ad intervenire con misericordia verso i suoi figli. In particolare vale l'impegno di conservarsi nell'amore di Dio, lontano dalle lusinghe delle divisioni e delle passioni, ma sempre pronti ad aiutare con misericordia quanti sono indecisi e dubbiosi sulla strada da percorrere verso il bene. 
Così anche Gesù, che agisce e parla con rettitudine, è spiato; scribi e capi dei sacerdoti vorrebbero coglierlo in fallo e consegnarlo alle autorità. Non riuscendo, tacciono, meravigliati della sua chiarezza e trasparenza di pensiero, ma si riservono di riuscirci una prossima volta. Non è dunque il caso di stupirsi per quanti offuscano la giustizia e mascherano la verità cercando il proprio vantaggio.

Preghiamo col Salmo

Chi confida nel Signore è come il monte Sion:
non vacilla, è stabile per sempre.
I monti circondano Gerusalemme:
il Signore circonda il suo popolo,
da ora e per sempre.

SANTO DEL GIORNO

Santa Teresa di Gesù Bambino, dottore della Chiesa

1.10.2013

Nasce ad Alençon (Francia) il 2 gennaio 1873, e a quattro anni, dopo la morte della mamma, si stabilisce con la famiglia a Lisieux, nella casa dei Buissonnets. Avverte presto la chiamata alla vita religiosa, e a soli 15 anni, nel 1888, entra nel Carmelo di Lisieux, dove già vivevano due sorelle. Nel 1895 si offre come “vittima di olocausto all’amore misericordioso di Dio”, avendo compreso che solo l’amore può salvare il mondo. Questa sarà infatti la sua vocazione: “Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l’amore”. Teresa resterà fedele all’impegno di amare fino alla morte, avvenuta quando aveva solo 24 anni, il 30 settembre 1897, nella sofferenza fisica e nel buio spirituale, sedendo, come scrisse lei stessa, “alla tavola dei peccatori”.
L’interesse che ha suscitato il messaggio teologico della sua spiritualità - “la piccola via” - racchiuso nell’autobiografica Storia di un’anima, le è valso, nel 1997, il riconoscimento di dottore della Chiesa per la solidità della sua dottrina, profondamente evangelica ed ecclesiale. Per Teresa di Gesù Bambino “la santità (cioè la vita cristiana) non sta in questa o in quella pratica, ma consiste in una disposizione del cuore che ci rende umili e piccoli nelle braccia di Dio, coscienti della nostra debolezza e fiduciosi fino all’audacia nella sua bontà di Padre ”.
E' patrona, con Francesco Saverio, delle Missioni e, con Giovanna d’Arco, patrona secondaria della Francia.

Le Chiese ortodosse ricordano oggi Romano il Melode, diacono e innografo, nato ad Emesa, in Siria, e morto attorno al 556.

RITO AMBROSIANO - SETT. DELLA V DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S.GIOVANNI IL PRECURSORE - MARTEDÌ

Lettura della lettera di san Giuda apostolo 1, 17-25

Carissimi, ricordatevi delle cose che furono predette dagli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo. Essi vi dicevano: «Alla fine dei tempi vi saranno impostori, che si comporteranno secondo le loro empie passioni». Tali sono quelli che provocano divisioni, gente che vive di istinti, ma non ha lo Spirito.
Voi invece, carissimi, costruite voi stessi sopra la vostra santissima fede, pregate nello Spirito Santo, conservatevi nell’amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna. Siate misericordiosi verso quelli che sono indecisi e salvateli strappandoli dal fuoco; di altri infine abbiate compassione con timore, stando lontani perfino dai vestiti, contaminati dal loro corpo.
A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti e colmi di gioia, all’unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e per sempre. Amen.

SALMO
Sal 124 (125)

             ®  L’amore del Signore circonda il suo popolo.

Chi confida nel Signore è come il monte Sion:
non vacilla, è stabile per sempre.
I monti circondano Gerusalemme:
il Signore circonda il suo popolo,
da ora e per sempre. ®

Non resterà lo scettro dei malvagi
sull’eredità dei giusti,
perché i giusti non tendano le mani
a compiere il male. ®

Sii buono, Signore, con i buoni
e con i retti di cuore.
Ma quelli che deviano per sentieri tortuosi
il Signore li associ ai malfattori.
Pace su Israele! ®

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 20, 20-26

In quel tempo. Gli scribi e i capi dei sacerdoti si misero a spiare il Signore Gesù e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore. Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni qual è la via di Dio secondo verità. È lecito, o no, che noi paghiamo la tassa a Cesare?». Rendendosi conto della loro malizia, disse: «Mostratemi un denaro: di chi porta l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». Ed egli disse: «Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che è di Dio a Dio». Così non riuscirono a coglierlo in fallo nelle sue parole di fronte al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.   

domenica 29 settembre 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Signore, conservo nel cuore le tue parole

30.09.2013
Gd 1,1-8; Sal 138; Lc 20,9-19


Vi scrivo per esortarvi a combattere per la fede. (Gd 1)


Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo, scrive ai fratelli amati da Dio Padre e custoditi da Gesù Cristo. La sua lettera vuole aprire gli occhi a quanti si lasciano intrappolare in false credenze o cedono a comportamenti di vita incongruenti con la legge di Dio, e ricorda come Dio liberò il popolo di Israele dalla schiavitù e colpì chi di quella schiavitù ne era stato artefice.
Chiara è la parola di Gesù nel vangelo, tanto chiara che gli scribi e i capi dei sacerdoti che l'udirono capirono subito che era rivolta a loro e pensarono di eliminare Gesù. Nella parabola dei vignaioli malvagi, infatti, è ben detto come si può arrivare a disconoscere ogni regola di giustizia e di verità, fino ad uccidere il fuglio del padrone della vigna per accaparrarsi l'eredità e prenderne il posto.
Ma la conclusione è diversa da quella ipotizzata dai vignaioli perchè dal riconoscimento della verità non si sfugge e la parola del Signore sarà vincente: la pietra scartata dai costruttori è diventata la pietra d'angolo.


Preghiamo col Salmo

Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore.
provami e conosci i miei pensieri;
vedi se percorro una via di dolore
e guidami per una via di eternità.

SANTO DEL GIORNO

San Girolamo, monaco e dottore della Chiesa

30.09.2013

Girolamo, uno dei più grandi dottori della Chiesa indivisa, nacque a Stridone, in Dalmazia, da una nobile famiglia cristiana, fra il 345 e il 347. A Roma studiò i classici latini e a Treviri conobbe la vita ascetica dell’occidente, stringendo amicizia con Rufino e Cromazio di Aquileia.
Fu battezzato a 19 anni da papa Liberio. Si recò poi in Oriente per conoscere la tradizione monastica del deserto siriaco e fu ordinato presbitero ad Antiochia. Fondò a Roma, sull’Aventino, un cenobio dove donne dell’aristocrazia romana si esercitavano nell’ascesi e nello studio approfondito della Scrittura. Nel 384, dopo la morte di papa Damaso – del quale era stato segretario particolare e da cui ricevette l’incarico della revisione della traduzione latina della Bibbia, che darà origine alla Vulgata – Girolamo ripartì alla volta di Betlemme, dove si dedicò alla traduzione e al commento dei libri sacri.
Qui fondò un monastero maschile e uno femminile. Di carattere forte e irruente, provocò insieme consensi e polemiche con i suoi interventi accesi per fustigare vizi e ipocrisie. Nei suoi scritti, molti dei quali interessano la vita monastica, soprattutto nel suo Epistolario, Girolamo ha lasciato alla Chiesa un tesoro prezioso di insegnamenti sulla vita cristiana e sull’ascesi monastica. Morì a Betlemme nel 419, il 30 settembre. Gli antichi calendari d’Oriente e d’Occidente ricordano oggi Gregorio l’Illuminatore, apostolo degli armeni, nato il 260 ca. e morto attorno al 328.
 

RITO AMBROSIANO - SETT. DELLA V DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE - LUNEDÌ


Lettura della lettera di san Giuda apostolo 1, 1-8

Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo, a coloro che sono prediletti, amati in Dio Padre e custoditi da Gesù Cristo, a voi siano date in abbondanza misericordia, pace e carità.
Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi riguardo alla nostra comune salvezza, sono stato costretto a farlo per esortarvi a combattere per la fede, che fu trasmessa ai santi una volta per sempre. Si sono infiltrati infatti in mezzo a voi alcuni individui, per i quali già da tempo sta scritta questa condanna, perché empi, che stravolgono la grazia del nostro Dio in dissolutezze e rinnegano il nostro unico padrone e signore Gesù Cristo.
A voi, che conoscete tutte queste cose, voglio ricordare che il Signore, dopo aver liberato il popolo dalla terra d’Egitto, fece poi morire quelli che non vollero credere e tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del grande giorno, gli angeli che non conservarono il loro grado ma abbandonarono la propria dimora. Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che alla stessa maniera si abbandonarono all’immoralità e seguirono vizi contro natura, stanno subendo esemplarmente le pene di un fuoco eterno.
Ugualmente anche costoro, indotti dai loro sogni, contaminano il proprio corpo, disprezzano il Signore e insultano gli angeli.                              


SALMO
Sal 138 (139)

             ® Guidami, Signore, sulla via della vita.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie. ®

La mia parola non è ancora sulla lingua
ed ecco, Signore, già la conosci tutta.
Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. ®

Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.
Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi;
erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati
quando ancora non ne esisteva uno. ®

Se tu, Dio, uccidessi i malvagi!
Allontanatevi da me, uomini sanguinari!
Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri;
vedi se percorro una via di dolore
e guidami per una via di eternità. ®


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 20, 9-19

In quel tempo. Il Signore Gesù prese a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, la diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano per molto tempo. Al momento opportuno, mandò un servo dai contadini perché gli dessero la sua parte del raccolto della vigna. Ma i contadini lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò un altro servo, ma essi bastonarono anche questo, lo insultarono e lo mandarono via a mani vuote. Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono via. Disse allora il padrone della vigna: “Che cosa devo fare? Manderò mio figlio, l’amato, forse avranno rispetto per lui!”. Ma i contadini, appena lo videro, fecero tra loro questo ragionamento: “Costui è l’erede. Uccidiamolo e così l’eredità sarà nostra!”. Lo cacciarono fuori della vigna e lo uccisero. Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna? Verrà, farà morire quei contadini e darà la vigna ad altri».
Udito questo, dissero: «Non sia mai!». Allora egli fissò lo sguardo su di loro e disse: «Che cosa significa dunque questa parola della Scrittura: / “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo?”. / Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e colui sul quale essa cadrà verrà stritolato».
In quel momento gli scribi e i capi dei sacerdoti cercarono di mettergli le mani addosso, ma ebbero paura del popolo. Avevano capito infatti che quella parabola l’aveva detta per loro.       

giovedì 26 settembre 2013

Ultime news da Medjugorje


L’evento prodigioso della statua della Madonna di Lourdes, presente nella vecchia camera di Vicka e che da lunedì si illumina sul far della sera, prosegue con grande gioia di tutti coloro che aspettano pazientemente in fila per ore. Spero con tutto il cuore di essere anche io e i miei pellegrini, sabato sera, fra questi fortunati.
I contorni della vicenda diventano ora dopo ora sempre più interessanti. Le notizie che arrivano da testimoni oculari confermano che si tratti di cosa soprannaturale e, anche se tutti aspettiamo il responso della scienza, il nostro cuore ci dice che è la Gospa che, ancora una volta, ci tende la mano richiamandoci alla preghiera, ai sacramenti, alla salvezza eterna.
Vicka intervistata dalla Tv Croata ha rilasciato questa dichiarazione al riguardo della statua illuminata: “La Madonna ci dona la luce perchè i nostri cuori sono al buio e di pietra. Questa dolcissima Signora di recente, in modo speciale, dice di pregare per i giovani e le famiglie, che si trovano in una situazione molto, molto difficile”.
Laura Marcazzan Budimir questa mattina ci regala le ultime notizie risalenti a ieri sera: “Stasera la statua ha cominciato ad illuminarsi alle 19.20, Milenko Ivankovic dei volontari era dentro e ha detto che si è illuminata di colpo non piano piano. Con Zdenka, Mirjana, Ana e Marijana (sorelle di Vicka) e altri parrocchiane di Bijakovici abbiamo pregato nella stanza accanto. Le persone si sono messe in fila già alle 18.30 anche se la statua non si illuminava a quell’ora. Quando le persone pregavano la statua intensificava la luce. A mezzanotte non c’era quasi più nessuno, è arrivato Paolo Brosio ed è entrato per pregare e fare le foto con suo fotografo, poi alle 00.30 siamo entrati con come piccolo gruppo di parrocchiani di Bijakovici (c’era anche Michele Vasilj) e abbiamo pregato i 7 Pater Ave Gloria. È stato bellissimo. Poi siamo tornate a casa. Credo Paolo entrerà stanotte da solo mentre non c’è nessuno. Comunque la statua si illumina in modo uniforme, non con la luce verde come vedete nelle foto ma è una luce bianca come se venisse da dentro, ma è di gesso!”.
E’ davvero molto interessante il fatto che la statua si illumina di più ogni volta che la preghiera aumenta. D’altra parte la Madonna di Medjugorje nei suoi messaggi ci invita proprio ad aumentare la preghiera affinchè i nostri cuori si aprano alle meraviglie di Dio e i nostri fratelli, che ancora non hanno conosciuto l’amore di Dio, possano incontrarlo.
D’altra parte anche il messaggio che ieri sera la Gospa ha dato a Marija parlava dell’importanza della preghiera: “…Anche oggi vi invito alla preghiera. Il vostro rapporto con la preghiera sia quotidiano. La preghiera opera miracoli in voi e attraverso di voi… La preghiera sia gioia per voi…”.
14.00
Laura, sempre preziosa, ci dice anche che: “Stasera quando si entrava nella stanza dove si trova la statua si pregava un’Ave Maria. Un parrocchiano ha detto di aver visto entrare anche 2 ragazzi musulmani da un paese a 15km da Medjugorie. Grazie a Dio”.
Sì, ringraziamo Dio per l’amore che Maria la Mamma ci sta donando a piene mani. Che il Signore Gesù apra il nostro cuore alle meraviglie che sempre Dio ci dona.

martedì 24 settembre 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Il Signore è nostro aiuto e salvezza

25.09.2013
s. Anatalo e tutti i santi vescovi milanesi

Ger 33,17-22; Sal 8; Eb 13,7-17; Mt 7,24-27

L'alleanza che Dio stabilisce con Davide non sarà più spezzata; Dio non lascerà mancare una discendenza regale e il servizio sacerdotale. (Ger 33)

In questo giorno, inizialmente dedicato a sant’Anatalo, ricordato e onorato come il primo tra i vescovi milanesi, celebriamo la memoria di tutti i santi pastori che il Signore ha posto alla guida della nostra diocesi. La prima lettura ci mostra che l’alleanza davidica, così come la successione dei vescovi, sono segni della perseverante misericordia del Signore, che non smette di chiamare collaboratori al suo disegno di salvezza per il mondo.
Essi, come chiarisce la lettera agli Ebrei, devono essere d’esempio ai fratelli con la propria fede, una fede fondata sull’unica roccia capace di affrontare e di resistere ad ogni tipo calamità e di pericolo. Questa roccia è Gesù, le parole che lui ha pronunciato e la necessità di non smettere mai di metterle in pratica, anche nel difficile tempo della storia umana.

Preghiamo col Salmo

O Signore, nostro Dio, quanto è grande
il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.

SANTO DEL GIORNO

Sant'Anàtalo e tutti i santi vescovi milanesi

25.09.2013
In questo giorno, dedicato fin da epoca antica alla memoria di sant’Anàtalo (metà II sec.), che è il primo nome a comparire nella lista dei vescovi di Milano, la Chiesa ambrosiana raccoglie la memoria ed esprime in una sola celebrazione la venerazione per i trentadue santi pastori (scelti tra i primi quarantaquattro) che l’hanno nutrita e guidata nei primi secoli della sua storia, dalle origini fino al vescovo Natale (metà VIII sec.), sepolto nella chiesa di S. Giorgio in palazzo che egli stesso aveva edificato.
Tra essi, solo quattro: Eustorgio, Dionigi, Ambrogio, Simpliciano, sono venerati separatamente. La comunità ecclesiale ambrosiana esprime così la sua gratitudine al Signore Gesù per la speciale provvidenza di cui è stata oggetto nei suoi inizi, certa di essere aiutata, attraverso i secoli, dall’intercessione presso Dio dei suoi primi vescovi. Anàtalo, protovescovo di Milano, secondo un’antica tradizione era discepolo di Simon Pietro e da lui fu inviato a reggere la Chiesa milanese. Secondo un’altra tradizione fu compagno di evangelizzazione di san Barnaba, e da lui venne costituito vescovo di Milano e di Brescia. Suoi successori immediati, sono: Caio, Castriziano, Calimero, Mona, Mirocle, Materno e Protaso.

RITO AMBROSIANO - SETT. DELLA IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S.GIOVANNI IL PRECURSORE - MERCOLEDI


Sant’Anatalo e tutti i santi Vescovi milanesi - Festa

Lettura del profeta Geremia 33, 17-22


Così dice il Signore: «Non mancherà a Davide un discendente che sieda sul trono della casa d’Israele; ai sacerdoti leviti non mancherà mai chi stia davanti a me per offrire olocausti, per bruciare l’incenso in offerta e compiere sacrifici tutti i giorni».
Fu rivolta poi a Geremia questa parola del Signore: «Dice il Signore: Se voi potete infrangere la mia alleanza con il giorno e la mia alleanza con la notte, in modo che non vi siano più giorno e notte, allora potrà essere infranta anche la mia alleanza con il mio servo Davide, in modo che non abbia più un figlio che regni sul suo trono, e quella con i leviti sacerdoti che mi servono. Come non si può contare l’esercito del cielo né misurare la sabbia del mare, così io moltiplicherò la discendenza di Davide, mio servo, e i leviti che mi servono».


Salmo 
Sal 8

     R .:   Li hai coronati di gloria e di onore.

O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza. R

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi? R

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi. R

 
Epistola 
Lettera agli Ebrei 13, 7-17


Fratelli,
ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine varie ed estranee, perché è bene che il cuore venga sostenuto dalla grazia e non da cibi che non hanno mai recato giovamento a coloro che ne fanno uso. Noi abbiamo un altare le cui offerte non possono essere mangiate da quelli che prestano servizio nel tempio. Infatti i corpi degli animali, il cui sangue viene portato nel santuario dal sommo sacerdote per l’espiazione, vengono bruciati fuori dell’accampamento. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, subì la passione fuori della porta della città. Usciamo dunque verso di lui fuori dell’accampamento, portando il suo disonore: non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.
Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.
Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi. Ciò non sarebbe di vantaggio per voi.


Vangelo 
Lettura del Vangelo secondo Matteo 7, 24-27


In quel tempo.
Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

lunedì 23 settembre 2013

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Il Signore è nostro aiuto e salvezza

24.09.2013
2Pt 1,20-2,10a; Sal 36; Lc 18,35-43


Il Signore sa liberare dalla prova chi gli è devoto, mentre riserva, per il castigo nel giorno del giudizio, gli iniqui. ( 2Pt 1)


Nel passato ci sono stati falsi profeti, come ci sono stati, e ci saranno, falsi maestri che ci vorranno indirizzare su strade lontane dalle verità di Dio, talora anche usando delle Scritture. E l'apostolo Pietro ci dice che Dio non lascia perdere, non trascura le responsabilità di alcuno: anche gli angeli che avevano peccato sono stati puniti e allontanati.
Così è stato anche per il mondo prima di Noè, e per le città di Sodoma e Gomorra, mentre è stato salvato il giusto Lot che nelle prove si è mantenuto fedele. L'insegnamento è che Dio sostiene anche nelle prove e sa liberare da esse chi gli è devoto, chi cioè non cancella amore, giustizia e verità e non pretende di mettersi al posto di Dio.
E' la fede che salva, come ha salvato il cieco del brano evangelico che, non curante dei rimbrotti, grida a Gesù la sua richiesta di aiuto e ne riceve in dono la vista. Il seguito è esemplare: ci vede, riconosce Gesù e lo segue, loda Dio.


Preghiamo col Salmo

La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell'angoscia è la loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perchè in lui si sono rifugiati.

SANTO DEL GIORNO

Santa Tecla, vergine e martire

24.09.2013
Dalla fine del II secolo è attestato il culto di santa Tecla, donna cristiana che non ha esitato a versare il suo sangue per Cristo Signore. Le Chiese ortodosse e greco-cattoliche la chiamano ‘megalomartire’, cioè prima grande donna cristiana che subì il martirio. In effetti è la santa del cui culto si possiede la documentazione più antica, pur gravando la più completa oscurità storica sulla sua vita.
Folta letteratura leggendaria sorse, già in epoca patristica (fine II sec.) in Asia Minore (secondo il testo apocrifo degli Atti di Paolo e Tecla, a Iconio sarebbe stata convertita al cristianesimo da san Paolo: cfr. At 14, 1-7), e poi per tutto il medio evo circolarono versioni molteplici della sua passio. In suo onore furono edificate molte chiese: il luogo di origine del suo culto sembra essere Seleucia, già meta di folti pellegrinaggi in età antica (cfr. Itinerario di Eteria, 23,5). Qui l’imperatore Zenone (V sec.) fece edificare ben tre basiliche in suo onore. Il culto di santa Tecla fu vivo anche in Spagna, e in particolare a Tarragona, di cui è patrona. Ad essa venne dedicata la primitiva cattedrale eretta a Milano verso la metà del IV secolo.
Alle vergini consacrate il vescovo sant’Ambrogio propose ripetutamente, addirittura accanto alla beata Vergine Maria, Tecla come modello di fede e di costante perseveranza nell’amore del Salvatore: “Maria vi insegni una regola di vita, Tecla vi sia maestra nel sacrificio” (De Virginibus, II, 3, 19). A partire da sant’Ambrogio,
Tecla ebbe nella Chiesa di Milano un culto particolarmente vivo, a differenza della Chiesa romana e a somiglianza con le Chiese d’Oriente. Il nome di questa martire è iscritto fin dai tempi antichi nel canone della Liturgia ambrosiana. In questo stesso giorno le Chiese ortodosse fanno memoria di Silvano del Monte Athos, monaco (1866-1938). Simeone Ivanovic Antonov, nato in Russia da famiglia contadina, nel 1892 entrò nel monastero athonita di S. Pantaleone, compiendo una splendida parabola di vita, che dai focosi inizi di uomo violento e passionale conduce, grazie a un’umilissima docilità all’azione dello Spirito Santo, a una figura spirituale di altissimo livello.
L’esperienza dell’amore di Dio scioglie progressivamente e dilata lo spazio del suo spirito. La desolazione del cuore vissuta in fiducioso abbandono, l’amore ai nemici e una compassione senza confini sono i tratti che più lo caratterizzano. Pur nominato economo del monastero, costituito da centinaia di monaci, intraprese senza mai arrestarsi un cammino di assimilazione al Signore misericordioso che lo rese fiaccola luminosa per innumerevoli persone che accorrevano a lui per chiedere una parola e la sua preghiera.