widget

domenica 25 maggio 2014

Messaggio della Madonna di Medjugorie del 25.05.2014

Ultimo Messaggio di Medjugorje, 25 maggio 2014 


Marija during an apparition



"Cari figli! Pregate e siate coscienti che senza Dio siete polvere. Perciò volgete i vostri pensieri e il vostro cuore a Dio e alla preghiera. Confidate nel Suo amore. Nello Spirito di Dio, figlioli, tutti voi siete invitati ad essere testimoni. Voi siete preziosi e io vi invito, figlioli, alla santità, alla vita eterna. Perciò siate coscienti che questa vita è passeggera. Io vi amo e vi invito alla nuova vita di conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. "

lunedì 5 maggio 2014

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Grandi sono le opere del Signore

6.05.2014
At 8,9-17; Sal 67; Gv 5, 31-47

«… voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio». (Gv 5,44)

Nelle letture di questi giorni la liturgia ci ha fatto volare alto fino a gettare l’occhio nell’intimità di Dio, là dov’è la nostra vera dimora. Nel vangelo di oggi, Gesù, getta uno sguardo su di noi, su quello che è il punto di partenza. E ci va pesante. È, questo, uno di quei capitoli (insieme a Gv 8, Mt 23 ecc) in cui, istinti­va mente, si è tentati di dire: «Ce l’ha con i suoi conna­zionali!». Ed è vero. Ma i suoi “connazionali” oggi sia ­mo noi.
Questa Parola ha attraversato il tempo per incon­trare noi. Per interrogarci. Voce, volto e Parola di Dio, che spazio di libertà trovano nella nostra vita (vv. 37­38)? Che significato ha per noi “l’amore di Dio”? E dove cerchiamo la gloria? In povere creature, fragili come noi? Ce n’è abbastanza da fare una dolorosa ma liberan­te revisione di vita.
Oggi non commentiamo il vangelo, lasciamo che sia lui a commentare la verità della nostra anima.

Preghiamo col Salmo

Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi;
come si scioglie la cera di fronte al fuoco,
periscono i malvagi davanti a Dio.

SANTO DEL GIORNO

beata Pierina Morosini

6.05.2014
 
Nacque a Fiobbio, in comune di Albino, nel bergamasco, il 7 gennaio 1931, primogenita di nove figli. Dopo le scuole elementari, frequentato un corso di taglio e cucito, fu assunta come operaia tessile in uno stabilimento di Albino; con il suo lavoro manteneva la numerosa famiglia, poiché il padre era ormai inabile a qualsiasi attività. Iscritta alla Gioventù Femminile di Azione Cattolica, partecipava attivamente alla vita parrocchiale. Unico viaggio della sua vita fu quello che fece a Roma, per la beatificazione di Maria Goretti, il 27 aprile 1947.
Esemplare era la sua vita, nella fedeltà quotidiana al suo battesimo che la teneva saldamente unita al Signore mentre si dedicava al bene di tutti. Il 4 aprile del 1957, mentre rientrava dal lavoro, fu aggredita e ridotta in fin di vita a colpi di pietra da un uomo violento. Ritrovata in coma dai familiari, preoccupati per il ritardo del suo rientro a casa, fu portata all’ospedale di Bergamo, dove morì due giorni dopo, senza riprendere conoscenza.
La sua tomba a Fiobbio divenne presto meta di pellegrinaggi. Nel 1983 la salma venne traslata dal cimitero di Fiobbio nella chiesa parrocchiale. È stata beatificata da Giovanni Paolo II il 4 ottobre 1987.
 
 
Nel Martirologio Romano è ricordato oggi anche san Lucio di Cirene, menzionato negli Atti degli Apostoli tra i cinque “profeti e dottori” che governarono la Chiesa di Antiochia.

RITO AMBROSIANO - MARTEDÌ DELLA III SETTIMANA DI PASQUA

Lettura degli Atti degli Apostoli 8, 9-17

In quei giorni. Vi era da tempo in città un tale di nome Simone, che praticava la magia e faceva strabiliare gli abitanti della Samaria, spacciandosi per un grande personaggio. A lui prestavano attenzione tutti, piccoli e grandi, e dicevano: «Costui è la potenza di Dio, quella che è chiamata Grande». Gli prestavano attenzione, perché per molto tempo li aveva stupiti con le sue magie. Ma quando cominciarono a credere a Filippo, che annunciava il vangelo del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo, uomini e donne si facevano battezzare. Anche lo stesso Simone credette e, dopo che fu battezzato, stava sempre attaccato a Filippo. Rimaneva stupito nel vedere i segni e i grandi prodigi che avvenivano.
Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.                        

SALMO
Sal 67 (68)

             ®  Conferma, o Dio, quanto hai fatto  per la nostra salvezza.
             oppure
             ®   Alleluia, alleluia, alleluia.

Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi;
come si scioglie la cera di fronte al fuoco,
periscono i malvagi davanti a Dio. ®

I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia. ®

Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,
appianate la strada a colui che cavalca le nubi:
Signore è il suo nome,
esultate davanti a lui. ®

Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.
Mostra, o Dio, la tua forza,
conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi! ®

           
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 5, 31-47



In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Grandi sono le opere del Signore

5.05.2014
At 8,5-8; Sal 77; Gv 5,19-30

«Il Padre… ha dato ogni giudizio al Figlio…». (Gv 5,22)

Antefatto a questo brano è la guarigione del para­litico presso la piscina di Betzatà. Gesù è accusato per aver operato in giorno di sabato. Si difen­de spiegando la radice del suo agire: il Padre. Con disar­mante semplicità, in modo che più esplicito non si può, Gesù “alza il velo” sull’intimità esistente tra lui e il Padre. Tutti noi spendiamo la nostra vita per affermarci, per essere indipendenti. Per paura di non-essere, per paura della morte dobbiamo, contro tutto e tutti, affermare il nostro Io. Il Figlio, invece, è rapito dalla contemplazione del Padre.
Egli ama tutto ciò che il Padre è, ha e fa. Gesù afferma la sua dipendenza. Non è per lui vergogna di ­pendere da questo padre: è la sua vita, è la sua gloria. Davanti a questo Tu il suo Io non deve auto-affermarsi, ma semplicemente essere, lasciando emergere il Noi della Trinità. Il Dio che giudica è questo. La sua estrema san­ti tà e lontananza si è avvicinata al nostro esistere, fino a en trare nei nostri sepolcri (v. 25). Ascoltare la voce del Figlio ci coinvolge nella gioia d’amore che fluisce in Dio trinità. Tutto questo può sembrare astratto, ma i santi non sono altro che quei “morti” che avendo ascoltato la sua voce hanno cominciato a vivere. A questo mistero è chia­mato ciascuno di noi.

Preghiamo

Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

SANTO DEL GIORNO


beata Caterina Cittadini

5.05.2014
Nacque a Bergamo il 28 settembre 1801. Rimasta orfana di entrambi i genitori, fu accolta, insieme alla sorella Giuditta di appena cinque anni, nell’orfanotrofio del Conventino, dove ricevette la sua formazione umana e cristiana e poté proseguire gli studi fino a conseguire il diploma di maestra elementare. Nel 1823 cominciò ad insegnare nella scuola elementare di Somasca di Vercurago, dove si trova il santuario di san Girolamo Emiliani. Con la sorella Giuditta aprì a Somasca una scuola privata e gratuita per ragazze povere, e in seguito un educandato e un orfanotrofio. Alcune ex allieve si unirono alle due sorelle per dedicarsi all’educazione delle fanciulle povere.
Per quest’opera, Caterina pensò a un nuovo istituto, le Orsoline di S. Girolamo di Somasca, per l’istruzione e l’educazione cristiana delle giovani, le cui costituzioni, scritte da Caterina, vennero approvate dopo la sua morte, avvenuta il 5 maggio 1857. Educatrice sapiente e illuminata, Caterina precorse i tempi con il suo apostolato incentrato sul catechismo e l’attività di animazione cristiana all’interno della parrocchia. Il suo Istituto si diffuse rapidamente con fondazioni a Roma, in Sardegna, nell’Italia meridionale e anche nell’America latina.

RITO AMBROSIANO - LUNEDÌ DELLA III SETTIMANA DI PASQUA


Lettura degli Atti degli Apostoli 8, 5-8

In quei giorni. Filippo, sceso in una città della Samaria, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città.           

SALMO
Sal 77 (78)

             ®   Diremo alla generazione futura la parola del Signore.
             oppure
             ®  Alleluia, alleluia, alleluia.

Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. ®
            
Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto. ®

Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe,
ha posto una legge in Israele,
che ha comandato ai nostri padri
di far conoscere ai loro figli,
perché la conosca la generazione futura,
i figli che nasceranno. ®

Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli,
perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio. ®

          
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 5, 19-30

In quel tempo. Il Signore Gesù riprese a parlare e disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».

venerdì 2 maggio 2014

Messaggio a Mirjana del 2 maggio 2014


“Cari figli, io, vostra Madre, sono con voi per il vostro bene, per le vostre necessità e per vostra personale istruzione. Il Padre Celeste vi ha dato la libertà di decidere da soli e di conoscere da soli. Io desidero aiutarvi. Desidero essere per voi Madre, maestra di verità, affinché con la semplicità di un cuore aperto conosciate l’immensa purezza e la luce che da essa proviene e dissolve le tenebre, la luce che porta speranza. Io, figli miei, capisco i vostri dolori e le vostre sofferenze. Chi potrebbe capirvi meglio di una Madre! Ma voi, figli miei? È piccolo il numero di coloro che mi capiscono e mi seguono. Grande è il numero degli smarriti, di coloro che non hanno ancora conosciuto la verità in mio Figlio. Perciò, apostoli miei, pregate ed agite. Portate la luce e non perdete la speranza. Io sono con voi. In modo particolare sono con i vostri pastori. Li amo e li proteggo con Cuore materno, perché essi vi guidano al Paradiso che mio Figlio vi ha promesso. Vi ringrazio!”

giovedì 1 maggio 2014

Vade Retro - Io Suor Faustina vi racconto l'inferno che ho visto

MAGGIO MESE DEDICATO ALLA MADONNA: L'ANGELUS


L'ANGELUS
L'Angelus è una preghiera in ricordo del mistero dell'Incarnazione.
Il nome deriva dalla parola iniziale del testo in latino, Angelus Domini nuntiavit Mariae.
Tale devozione viene recitata tre volte al giorno, alle 6 di mattina, a mezzogiorno ed alle 6 di sera.
L'istituzione dell'Angelus viene da alcuni attribuita a Papa Urbano II, da altri a Papa Giovanni XXII.
La recita tripla è dovuta a Luigi XI di Francia, il quale nel 1472 ordinò che fosse recitata tre volte al giorno.
Ogni domenica il Papa a mezzogiorno tiene un breve discorso al termine del quale recita l'Angelus.
Da Pasqua a Pentecoste al posto dell'Angelus viene recitato il Regina Coeli,
una devozione che ricorda la resurrezione di Gesù Cristo.
***************************************
In italiano

V/. L'angelo del Signore portò l'annuncio a Maria,
R/. ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.

Ave, o Maria, piena di grazia...

V/. "Ecco sono la serva del Signore."
R/. "Avvenga in me secondo la tua parola."

Ave Maria, piena di grazia...

V/. E il verbo si fece carne.
R/. E venne ad abitare in mezzo a noi.

Ave Maria, piena di grazia...

V/. Prega per noi santa madre di Dio.
R/. Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo:
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre,
tu che, all'annuncio dell'Angelo, ci hai rivelato l'incarnazione del tuo Figlio,
per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

3 Gloria al Padre
l'Eterno riposo
*****************************
In latino

V/. Angelus Domini nuntiavit Mariæ,
R/. Et concepit de Spiritu Sancto.

Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum.
Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Jesus.
Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus,
nunc et in hora mortis nostræ. Amen.

V/. "Ecce Ancilla Domini."
R/. "Fiat mihi secundum Verbum tuum."

Ave Maria, gratia plena...

V/. Et Verbum caro factum est.
R/. Et habitavit in nobis.

Ave Maria, gratia plena...

V/. Ora pro nobis, Sancta Dei Genitrix.
R/. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Oremus:
Gratiam tuam quæsumus, Domine, mentibus nostris infunde; ut qui, angelo nuntiante,
Christi Filii tui Incarnationem cognovimus, per passionem eius et crucem,
ad resurrectionis gloriam perducamur.
Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen.

3 Gloria Patri
Gloria Patri
et Filio et Spiritui Sancto,
sicut erat in principio,
et nunc et semper et in saecula saeculorum.
Amen.

MAGGIO MESE DI MARIA: MEDITAZIONE E PREGHIERA


MARIA E' MADRE

1° GIORNO
Ave Maria.


Invocazione. - Maria, Madre di misericordia, pregate per noi!

MARIA É MADRE

La Chiesa, invitando a salutare la Madonna, dopo l'invocazione « Salve Regina! » aggiunge « Madre di misericordia! »
Non c'è sulla terra un nome più dolce di quello di madre, espressione di bontà, di tenerezza e di conforto. Alle madri terrene Iddio Creatore dà un cuore grande, atto ad amare ed a sacrificarsi per i figli.
La Vergine Santissima è la Madre per eccellenza; la profondità del suo Cuore non si può scandagliare, poiché Iddio la dotò di doni eccezionali, dovendo essere la Madre del Verbo Incarnato ed anche di tutti i redenti.
Nell'atto in cui stava per compiersi la Redenzione. Gesù morendo mirò l'umanità bisognosa ed amandola sino all'estremo limite, le lasciò quanto aveva di più caro sulla terra, la propria Madre: « Ecco tua Madre! » E rivolto a Maria, esclamò: « Donna, ecco tuo figlio! ».
Con queste parole divine la Madonna fu costituita Madre comune, Madre adottiva dei redenti, titolo che meritò con i materni dolori, patiti ai piedi della Croce.
L'Apostolo prediletto, San Giovanni, tenne la Santa Vergine a casa sua come una Madre; tale la considerarono gli Apostoli ed i primitivi Cristiani e tale la invocano e l'amano le innumerevoli schiere dei suoi figli devoti.
La Madonna, stando in Cielo presso il trono dell'Altissimo, esercita di continuo e mirabilmente il compito di Madre, memore di ciascuno dei suoi figli, che sono frutto del Sangue del suo Gesù e dei suoi dolori.
La madre ama e per conseguenza segue i figliuoli, ne comprende e ne intuisce i bisogni, ha viscere di compatimento, prende viva parte alle loro pene ed alle loro gioie ed è tutta per ognuno di essi.
La Santissima Vergine ama di amore soprannaturale tutte le creature e specialmente quelle rigenerate alla grazia con il Battesimo; le attende con ansia nella gloria eterna.
Ma sapendo che in questa valle di lacrime sono in pericolo di perdersi, implora da Gesù grazia e misericordia, affinché non cadano in peccato o subito si rialzino dopo la colpa, affinché abbiano la forza di sopportare i travagli della vita terrena ed abbiano il necessario anche per il corpo.
La Madonna è Madre, ma più che tutto è Madre di misericordia. Ricorriamo a lei in ogni nostra necessità, spirituale e temporale; invochiamola con fiducia, mettiamoci nelle sue mani con serenità e riposiamo sotto il suo manto con sicurezza, come dolcemente riposa il bimbo tra le braccia della mamma.

ESEMPIO
Un giorno si presentò a D. Bosco un medico valente, ma incredulo, e gli disse: La gente dice che lei guarisce da ogni malattia.
- Io? No!
- Eppure me l'hanno assicurato, citandomi anche il nome delle persone ed il genere delle malattie.
- Lei s'inganna! Si presentano a me tanti per avere grazie e guarigioni; ma io raccomando di pregare la Madonna e di fare, qualche promessa. Le grazie si ottengono per intercessione di Maria, che è Madre amorosa.
- Ebbene, guarisca anche me e crederò anch'io ai miracoli.
- Da quale malattia lei è travagliato? -
Dal male caduco; sono epilettico. Gli assalti del male sono frequenti e non posso uscire senza essere accompagnato. Le cure valgono a nulla.
- Allora - soggiunse Don Bosco - faccia anche lei come gli altri. Si metta in ginocchio, reciti con me alcune preghiere, si disponga a purificare l'anima con la Confessione e la Comunione e vedrà che la Madonna la consolerà.
- Mi comandi altro, perché quello che mi dice non posso farlo.
- Perché?
- Perché sarebbe per me un'ipocrisia. Io non credo né a Dio, né alla Madonna, né a preghiere, né a miracoli. - Don Bosco rimase costernato. Pure tanto fece che indusse il miscredente ad inginocchiarsi e a segnarsi con la Croce. Alzandosi, il medico disse: Mi meraviglio di saper fare ancora il segno di Croce, che da quarant'anni non faccio più. -
Il peccatore cominciò a ricevere la luce della grazia, promise di confessarsi e, dopo non molto, mantenne la promessa. Appena assolto dai peccati, si senti guarito; da allora in poi cessarono gli attacchi dell'epilessia. Riconoscente e commosso si recò alla Chiesa di Maria Ausiliatrice, a Torino, e qui volle comunicarsi, manifestando la sua soddisfazione per avere ottenuto dalla Madonna la salute dell'anima e del corpo.

Fioretto. - Perdonare di cuore coloro che ci hanno offeso.

Giaculatoria. - Signore, perdonate i miei peccati, come io perdono chi mi ha offeso!

(Tratto dal libretto "Maria Regina e Madre di Misericordia" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)

PRIMO MAGGIO 2014


“La vostra vocazione umana è parte importante della vostra vocazione divina”

Gesù, nostro Signore e Modello, crescendo e vivendo come uno di noi, ci rivela che l'esistenza umana — la tua —, le occupazioni comuni e ordinarie, hanno un senso divino, di eternità. (Forgia, 688)

La fede e la vocazione cristiana impregnano non una parte, ma tutta la nostra esistenza. I rapporti con Dio sono necessariamente rapporti di dedizione e assumono un senso di totalità. L'atteggiamento dell'uomo di fede è di guardare alla vita, in tutte le sue dimensioni, con una prospettiva nuova: quella che ci è data da Dio.

Voi che oggi celebrate con me la festa di san Giuseppe, siete persone dedite al lavoro in varie attività professionali, formate vari focolari e appartenete a diverse nazioni, razze e lingue. Vi siete educati nelle aule universitarie o nelle fabbriche, avete esercitato per anni la vostra professione, avete intessuto rapporti di lavoro e di amicizia con i vostri compagni, avete partecipato alla soluzione dei problemi collettivi delle vostre imprese e della vostra società.

Ebbene, vi ricordo ancora una volta che tutto ciò non è estraneo ai piani divini. La vostra vocazione umana è parte importante della vostra vocazione divina. Ecco il motivo per cui dovete santificarvi — collaborando al tempo stesso alla santificazione degli altri — santificando precisamente il vostro lavoro e il vostro ambiente, e cioè la professione o il mestiere che riempie i vostri giorni, che dà una fisionomia peculiare alla vostra personalità umana, che è il vostro modo di essere presenti nel mondo; e, assieme al lavoro, il focolare, la vostra famiglia e, infine, la nazione ove siete nati e che amate.

(E' Gesù che passa, 46)