widget

venerdì 28 febbraio 2014

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Venite, acclamiamo il Signore

28.02.2014
Sap 19,1-9.22; Sal 77; Mc 11,27-33


Gesù si comporta con autorevolezza ma non svela l'origine della sua autorità. (Mc 11)


Gesù è interpellato dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani, mentre camminava nel tempio, perchè vogliono metterlo in difficoltà. "Con quale autorità fai queste cose?". Domanda ambigua che anche noi ripetiamo, magari senza accorgercene, ogni volta che decidiamo di prendere le distanze dalla parola del Signore e seguire altro e altri che ci vorrebbero insegnare qualcosa di più rispondente ai nostri desideri.
Gesù sceglie di non rivelare ai suoi interlocutori la sua vera identità, tanto loro non vogliono saperla e neppure intendono seguire il messia. Dio non impone la sua presenza nè il suo disegno di salvezza a chi ha il cuore chiuso e non vuole intendere. Però non è neppure il peccato a toglierci dalla presenza di Dio: anche se pecchiamo - ci dice la Sapienza - siamo e restiamo figli di Dio e lui ci fa passare il Mar Rosso rendendocelo una via piana.


Preghiamo col Salmo


Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto.

SANTO DEL GIORNO

San Romano, abate di Condat (V secolo )

28.02.2014
Fonte attendibile per conoscere la biografia e la fisionomia di san Romano è la Vita Patrum Jurensium, scritta da un monaco di Condat, intorno all’anno 520. All’inizio del V secolo troviamo il monaco Romano presso l’abbazia di Ainay, vicino a Lione, dove apprende, alla scuola dell’abate Sabinus, le tradizioni monastiche ereditate dall’Oriente e dalla Provenza. Attratto dall’ideale della vita eremitica, lascia, con il permesso dell’abate, il monastero e s’inoltra nelle selvagge montagne del Giura, dove rimane per qualche anno ignorato, in solitudine. Quando il fratello Lupicino ne scoprì il romitaggio, si aggregò a lui, attirando dietro di sé altri compagni, e sempre più numerosi.
La sua fama pervenne fino al vescovo Ilario di Arles, che nel 444, in occasione del concilio di Besançon, conferì a Romano l’ordinazione presbiterale. Per accogliere i nuovi compagni Romano, coadiuvato dal fratello Lupicino, eresse un monastero a Condat e poi un secondo a Leuconne. Quando li raggiunse anche una loro sorella, eressero un terzo monastero, poco lontano, in località detta Le Beaume. In questi monasteri si ebbe la novità di una specie di diarchia: Romano governava con la sua bontà, e il fratello Lupicino lo aiutava con la sua fermezza e il suo rigore. Si attribuiscono a Romano anche guarigioni miracolose: la più celebre quella di due lebbrosi, ai quali rese la salute abbracciandoli, sull’esempio di san Martino.
Romano morì nella pace di Cristo verso il 465, a Le Beaume, dove si era recato per portare l’estremo saluto alla sorella, rimettendo nelle mani del fratello la cura dei tre monasteri del Giura.

RITO AMBROSIANO - Venerdì della settimana della penultima domenica dopo l’Epifania

Lettura del libro della Sapienza 19, 1-9. 22

Sugli empi sovrastò sino alla fine una collera senza pietà, / perché Dio prevedeva anche ciò che avrebbero fatto, / cioè che, dopo aver loro permesso di andarsene / e averli fatti partire in fretta, / cambiato proposito, li avrebbero inseguiti. / Mentre infatti erano ancora occupati nei lutti / e piangevano sulle tombe dei morti, / presero un’altra decisione insensata / e inseguirono come fuggitivi quelli che già avevano pregato di partire. / A questo estremo li spingeva un meritato destino, / che li gettò nell’oblio delle cose passate, / perché colmassero la punizione / che ancora mancava ai loro tormenti, / e mentre il tuo popolo intraprendeva un viaggio straordinario, / essi incappassero in una morte singolare. / Tutto il creato fu modellato di nuovo / nella propria natura come prima, / obbedendo ai tuoi comandi, / perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi. / Si vide la nube coprire d’ombra l’accampamento, / terra asciutta emergere dove prima c’era acqua: / il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli / e flutti violenti una pianura piena d’erba; / coloro che la tua mano proteggeva / passarono con tutto il popolo, / contemplando meravigliosi prodigi. / Furono condotti al pascolo come cavalli / e saltellarono come agnelli esultanti, / celebrando te, Signore, che li avevi liberati. / In tutti i modi, o Signore, hai reso grande e glorioso il tuo popolo / e non hai dimenticato di assisterlo in ogni momento e in ogni luogo. 
 

Salmo
Sal 77 (78)

    ®    Diremo alla generazione futura le meraviglie del Signore.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto. ®

Divise il mare e li fece passare,
e fermò le acque come un argine.
Li guidò con una nube di giorno
e tutta la notte con un bagliore di fuoco.
Fece sgorgare ruscelli dalla rupe
e scorrere l’acqua a fiumi. ®

Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a lui,
ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore. ®
 

Vangelo
 Lettura del Vangelo secondo Marco 11, 27-33

In quel tempo. Il Signore Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre Gesù camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».  
 

mercoledì 26 febbraio 2014

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Venite, acclamiamo il Signore

27.02.2014
Sap 18,20-25a; Sal 104; Mc 11,15-19


L’esperienza della morte colpì anche i giusti / e nel deserto ci fu il massacro di una moltitudine, / ma l’ira non durò a lungo, / perché un uomo irreprensibile si affrettò a difenderli, / avendo portato le armi del suo ministero, / la preghiera e l’incenso espiatorio . (Sap 18)


L'insegnamento di oggi mette in luce il fatto che la morte, la distruzione, la tentazione di trasgredire, colpiscono anche i fedeli di Dio. Il libro della Sapienza ci dice però che la salvezzo è sempre presente e non abbandona chi la invoca; non occorre violenza per opporsi al male perchè Dio sa difendere il suo popolo. Prefigura la venuta del Salvatore che prenerà su di sè tutti i popoli per portarli a salvezza.
Per questo, Gesù, entrato nel tempio, scaccia i venditori di amuleti e di vari oggetti ritenuti portatori di buona sorte. La casa di Dio deve essere casa di preghiera. Dio non chiede altro, tanto meno strani riti di iniziazione o di devozione.


Preghiamo col Salmo


Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto
. Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo, figli di Giacobbe, suo eletto.

SANTO DEL GIORNO


San Gabriele dell'Addolorata

27.02.2014
Nasce ad Assisi nel 1838 ed è battezzato col nome di Francesco, da una famiglia di solida fede cristiana. Vive i primi anni della sua vita in varie cittadine dello Stato Pontificio, dove il padre si trasferiva come governatore, ma dal 1842 dimorò stabilmente a Spoleto dove il padre si era definitivamente stabilito come assessore. Qui compì i suoi studi presso i Fratelli delle Scuole Cristiane e poi presso i Gesuiti, mentre in lui andava maturando il desiderio di una vita totalmente dedicata al Signore. A 18 anni, nel 1856, entra a Morrovalle nel noviziato dei Passionisti, prendendo il nome di Gabriele dell’Addolorata, per la sua particolare devozione alla Vergine dei Sette Dolori.
Breve ma intensa fu la sua esistenza, tutta donata senza riserve, vissuta in spirito di preghiera e penitenza, nella memoria incessante della passione del Signore e della Madre sua, partecipe della croce del Figlio per la salvezza degli uomini. Morì il 27 febbraio 1862; aveva solo 24 anni. Il santuario di Isola del Gran Sasso, che ne custodisce le reliquie, è meta di migliaia di pellegrini ogni anno. Nel 1959 san Gabriele dell’Addolorata è stato dichiarato patrono principale dell’Abruzzo.

RITO AMBROSIANO - Giovedì della settimana della penultima domenica dopo l’Epifania


Lettura del libro della Sapienza 18, 20-25a

L’esperienza della morte colpì anche i giusti / e nel deserto ci fu il massacro di una moltitudine, / ma l’ira non durò a lungo, / perché un uomo irreprensibile si affrettò a difenderli, / avendo portato le armi del suo ministero, / la preghiera e l’incenso espiatorio; / si oppose alla collera e mise fine alla sciagura, / mostrando di essere il tuo servitore. / Egli vinse la collera divina non con la forza del corpo / né con la potenza delle armi, / ma con la parola placò colui che castigava, / ricordando i giuramenti e le alleanze dei padri. / Quando ormai i morti erano caduti a mucchi gli uni sugli altri, / egli, ergendosi là in mezzo, arrestò l’ira / e le tagliò la strada che conduceva verso i viventi. / Sulla sua veste lunga fino ai piedi portava tutto il mondo, / le glorie dei padri scolpite su quattro file di pietre preziose / e la tua maestà sopra il diadema della sua testa. / Di fronte a queste insegne lo sterminatore indietreggiò, ebbe paura.  



Salmo
Sal 104 (105)

    ®   Cercate sempre il volto del Signore.

Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto. ®

Israele venne in Egitto,
Giacobbe emigrò nel paese di Cam.
Ma Dio rese molto fecondo il suo popolo,
lo rese più forte dei suoi oppressori.
Cambiò il loro cuore perché odiassero il suo popolo. ®

Mandò Mosè, suo servo,
e Aronne, che si era scelto:
misero in atto contro di loro i suoi segni
e i suoi prodigi nella terra di Cam. ®


Vangelo
 Lettura del Vangelo secondo Marco 11, 15-19

In quel tempo. Il Signore Gesù e i suoi discepoli giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, Gesù si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: / “La mia casa sarà chiamata / casa di preghiera per tutte le nazioni”? / Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.  
 

martedì 25 febbraio 2014

Ultimo Messaggio di Medjugorje, 25 febbraio 2014




"Cari figli! Vedete, ascoltate e sentite che nei cuori di molti uomini non c'è Dio. Non lo vogliono perché sono lontani dalla preghiera e non hanno la pace. Voi, figlioli, pregate, vivete i comandamenti di Dio. Voi siate preghiera, voi che fin dallo stesso inizio avete detto „si“ alla mia chiamata. Testimoniate Dio e la mia presenza e non dimenticate figlioli, che Io sono con voi e vi amo. Di giorno in giorno vi presento al mio figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. "


PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

Venite, acclamiamo il Signore

26.02.2014
Sap 18,5-9; Sal 67; Mc 11,12-14.20-25


Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, / e la notte era a metà del suo rapido corso, / la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, / guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, / portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile. (Sap 18)


Continua il grande tema della fede e della presenza costante di Dio nella storia nel testo di Sapienza che indica anche con parole di grande effetto emotivo la cura divina verso le vicende umane e la forza inesauribile della parola di Dio. E l'evangelista Marco riporta un insegnamento di Gesù proprio a proposito di chi non porta frutto. Un bell'albero di fico, ricco di foglie ma senza frutti - e non era la stagione dei frutti - e Gesù lo maledice e lo fa seccare. La vigilanza è richiesta nella fede e nella sequela a Gesù; non conosciamo il tempo, può esserci la chiamata in un'ora da noi non prevista, e il tempo è in mano a Dio.


Preghiamo col Salmo

Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.

SANTO DEL GIORNO

Sant'Alessandro, patriarca di Alessandria

26.02.2014

Il patriarca Alessandro nasce intorno al 250. Uomo di profonda cultura unita a grande forza spirituale, fu eletto nel 313 alla importante sede patriarcale di Alessandria d’Egitto. Ebbe un ruolo di primo piano nella lotta contro l’eresia ariana che condusse con grande fermezza e insieme senso della giustizia e paterna bontà. Rivolse le sue prime cure alla formazione del clero che scelse tra uomini di provata esperienza spirituale e costruì la chiesa di Theonas, la più grande di Alessandria. Ma il suo nome resta legato soprattutto alla difesa dell’integrità della fede in Cristo, vero Dio e vero uomo. Nella sua Chiesa circolava infatti una dottrina contraria, che induceva all’errore anche attraverso mezzi subdoli, come canzoni che venivano diffuse e che il popolo cantava senza rendersi conto dell’inganno che vi si celava.
Propagatore dell’eresia era un prete di cui Alessandro stesso aveva ottenuto dal suo predecessore l’ordinazione, Ario, e che ora egli cercava paternamente, con dolcezza, di persuadere alla verità e riportare all’ovile. Ma tutto fu inutile. E poiché l’eresia andava conquistando un sempre maggior numero di persone il santo patriarca convocò in sinodo un centinaio di vescovi di Egitto e di Libia per esaminare l’insegnamento di Ario; l’assemblea non esitò a pronunciare l’anatema.
Ario invece di sottomettersi, si rifugiò in Palestina dove riuscì a farsi accogliere come perseguitato, mentre conquistava alla sua causa importanti sostenitori come Eusebio di Cesarea ed Eusebio di Nicomedia. Lo stesso imperatore Costantino fu coinvolto nella controversia, e pretese di mediare tra due posizioni che non potevano in alcun modo essere composte. Alla fine, cedendo alle insistenze di Alessandro, convocò un concilio ecumenico a Nicea (325) al quale lo stesso patriarca, anziano e malato, partecipò avendo a fianco il suo battagliero diacono Atanasio (che gli succederà nella sede episcopale), dove Ario fu nuovamente condannato.
Al ritorno, Alessandro fu accolto trionfalmente e si rimise al lavoro per sanare le ferite prodotte dall’eresia e dallo scisma. Ma ormai era alla fine della sua operosissima giornata. La data esatta della morte è incerta: in occidente si è assunta per il suo culto la data del 26 febbraio.

RITO AMBROSIANO - Mercoledì della settimana della penultima domenica dopo l’Epifania

Lettura del libro della Sapienza 18, 5-9. 14-15

Poiché essi avevano deliberato di uccidere i neonati dei santi / – e un solo bambino fu esposto e salvato –, / tu per castigo hai tolto di mezzo la moltitudine dei loro figli, / facendoli perire tutti insieme nell’acqua impetuosa. / Quella notte fu preannunciata ai nostri padri, / perché avessero coraggio, / sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltà. / Il tuo popolo infatti era in attesa / della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici. / Difatti come punisti gli avversari, / così glorificasti noi, chiamandoci a te. / I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto / e si imposero, concordi, questa legge divina: / di condividere allo stesso modo successi e pericoli, / intonando subito le sacre lodi dei padri. / Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, / e la notte era a metà del suo rapido corso, / la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, / guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, / portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile.   



Salmo
Sal 67 (68)

    ®    Ha cura di noi il Dio della salvezza.

O Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo,
quando camminavi per il deserto,
tremò la terra, i cieli stillarono
davanti a Dio, quello del Sinai,
davanti a Dio, il Dio d’Israele. ®

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. ®

Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte. ®



Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Marco 11, 12-14. 20-25

La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, il Signore Gesù ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono.
La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».  

giovedì 20 febbraio 2014

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

La tua verità, Signore, sia luce al mio cammino

20.02.2014
Sir 2,12-18; Sal 117; Mc 9,38-41

"Gettiamoci nelle mani del Signore e non in quelle degli uomini: poichè come è la sua grandezza, così è anche la sua misericordia". (Sir 2)

Il servizio di Dio non introduce in una vita senza prove nè tentazioni, ma la ricompensa non verrà meno per chi rimane fedele: Dio non abbandona mai, e ci sostiene con misericordia.
Il vangelo ci richiama al dovere di fare il nostro meglio senza guardare con gelosia quanto gli altri riescono a fare in meglio. Il bene non è una prerogativa esclusiva di nessuno e di ciascuno Dio può servirsi per compiere il suo disegno di salvezza.
I discepoli devono imparare a guardare con occhio limpido ogni evento della storia perchè solo Dio può guidarne e giudicarne lo svolgimento.

Preghiamo col Salmo

Il Signore è per me, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
Il Signore è per me, è il mio aiuto,
e io guarderò dall’alto i miei nemici.

SANTO DEL GIORNO

Sant'Eleuterio, vescovo

20.02.2014

Nasce presumibilmente nel 456 e muore nel 531. Eleuterio, che significa liberatore, fu il primo vescovo di Tournai (Belgio), dal 484 al principio del VI secolo. Esercitò il suo ministero in un’epoca difficile e travagliata, il tempo della conquista dei Franchi del re Clodoveo, e delle numerose migrazioni barbariche. Le notizie sul suo conto ci provengono dalla Vita scritta da san Medardo, suo contemporaneo e dalla Vita che lui stesso ci ha lasciato, ma non sono storicamente accertate. La sua salma è conservata a Tournai. Il suo culto è molto diffuso, anche nelle Fiandre.

RITO AMBROSIANO - Giovedì della settimana della VI domenica dopo l’Epifania

Lettura del libro del Siracide 2, 12-18

Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti / e al peccatore che cammina su due strade! / Guai al cuore indolente che non ha fede, / perché non avrà protezione. / Guai a voi che avete perduto la perseveranza: / che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi? / Quelli che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole, / quelli che lo amano seguono le sue vie. / Quelli che temono il Signore cercano di piacergli, / quelli che lo amano si saziano della legge. / Quelli che temono il Signore tengono pronti i loro cuori / e si umiliano al suo cospetto. / «Gettiamoci nelle mani del Signore / e non in quelle degli uomini; / poiché come è la sua grandezza, / così è anche la sua misericordia».


Salmo 
Sal 117 (118)

   ®   Il Signore è il sostegno dei giusti.

Il Signore è per me, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
Il Signore è per me, è il mio aiuto,
e io guarderò dall’alto i miei nemici. ®

È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti. ®

Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza. ®

Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Marco 9, 38-41

In quel tempo. Giovanni disse al Signore Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa».

martedì 18 febbraio 2014

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

La tua verità, Signore, sia luce al mio cammino

19.02.2014
Sir 27,16-21; Sal 89; Mc 9,33-37

"Ama l'amico e a lui sii fedele, ma se hai svelato i suoi segreti, non corrergli dietro, perchè così hai perduto l'amicizia del tuo prossimo". (Sir 27)

Una filosofia di vita che sembra fatta di cose piccole quella che la Scrittura ci dice e che Gesù stesso spiga ai discepoli, eppure sono i pilastri della serenità e della buona convivenza fraterna, in tutti i tempi.
Così l'aspirazione al primo posto è tramutata da Gesù nello zelo a servire per primi coloro che sono più bisognosi: non è la ricerca del successo e neppure del consenso la misura di vita del cristiano. Accogliere i piccoli, curare gli emarginati, sostenere chi è debole, sono i traguardi vincenti per il cristiano.

Preghiamo col Salmo

Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.

SANTO DEL GIORNO

San Turibio di Mongrovejo, vescovo

19.02.2014

 Nato il 16 novembre 1538 da nobile famiglia a Mayorga de Campos, nel Léon (Spagna), Turibio compì gli studi umanistici a Valladolid, poi di diritto canonico a Salamanca e infine all’università di Santiago di Compostella. Nominato nel 1573 inquisitore a Granada, entrò in relazione con il re Filippo II, di cui godette sempre alta stima, tanto che questi indicò in lui il candidato adatto per il vacante arcivescovado di Lima, in Perù. Turibio, in quanto laico, si oppose a tale nomina, ma dovette piegarsi alla volontà del re. Ricevuti insieme tutti gli ordini sacri, ebbe la consacrazione episcopale nella cattedrale di Siviglia nell’agosto 1580. Appena preso possesso della sua diocesi, Turibio vi restaurò la disciplina ecclesiastica, combatté le ingiustizie e, mostrandosi sempre schierato dalla parte dei poveri, venne osteggiato e perseguitato dai potenti.
Eresse chiese, case religiose, ospedali e nel 1591 il primo seminario del terzo mondo. Durante il suo servizio alla diocesi convocò tre concili provinciali, celebrò tredici sinodi diocesani, visitò tre volte la sua sterminata diocesi, impiegando in tali visite 17 dei suoi 25 anni di episcopato. Ammalatosi mentre stava compiendo la terza delle sue visite pastorali, morì a Sana il 23 marzo 1606. Fu beatificato da Innocenzo XI nel 1679 e canonizzato da Benedetto XIII nel 1726. San Turibio è patrono del Perù.

RITO AMBROSIANO - Mercoledì della settimana della VI domenica dopo l’Epifania

Lettura del libro del Siracide 27, 16-21

Chi svela i segreti perde l’altrui fiducia / e non trova più un amico per il suo cuore. / Ama l’amico e sii a lui fedele, / ma se hai svelato i suoi segreti, / non corrergli dietro, / perché, come chi ha perduto uno che è morto, / così tu hai perduto l’amicizia del tuo prossimo. / Come un uccello che ti sei fatto scappare di mano, / così hai lasciato andare il tuo amico e non lo riprenderai. / Non inseguirlo, perché ormai è lontano, / è fuggito come una gazzella dal laccio. / Perché si può fasciare una ferita / e un’ingiuria si può riparare, / ma chi ha svelato segreti non ha più speranza.


Salmo
Sal 89 (90)

   ®   Donaci, Signore, la sapienza del cuore.

Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
e il loro agitarsi è fatica e delusione;
passano presto e noi voliamo via. ®

Chi conosce l’impeto della tua ira
e, nel timore di te, la tua collera?
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio. ®

Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. ®


Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Marco 9, 33-37

In quel tempo. Il Signore Gesù e i discepoli giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

domenica 16 febbraio 2014

PENSIERO E PREGHIERA DEL GIORNO

La tua verità, Signore, sia luce al mio cammino

17.02.2014
Sir 34, 1-8; Sal 72; Mc 8, 31-33

Oracoli, presagi e sogni sono cose fatue.. se non sono una visione inviata dall'Altissimo, non "permettere che se ne occupi la tua mente". (Sir 34)

Insegnamenti forti quelli che oggi riceviamo dal spaiente antico, il Siracide, e da Gesù. Il primo mette in guardia dai sogni fatui che allontanano dalla realtà e fanno puntare su miraggi che non hanno fondamento ma portano alla rovina e alla disperazione. Mentre ciò che può essere vero sostegno e linea guida al vivere di ogni giorno è la parola di Dio.
Gesù addirittura rimprovera i discepoli e duramente Pietro che vorrebbe attenuare quanto il Maestro sta per rivelare. Ma la verità è che lui per primo, Gesù stesso, dovrà essere eliminato e posto su una croce per anninentare il suo insegnamento che va contro il pensiero del potere. Gesù non promette di eliminare la malvagità di chi contrasta il bene e la verità, ma garantisce che non potrà trionfare perchè lui dalla morte risorge il terzo giorno e vince l'ultimo baluardo del male che è appunto la morte, e si pone a garanzia della verità del Padre.

Preghiamo col Salmo

Riflettevo per comprendere
ma fu una fatica ai miei occhi,
finché non entrai nel santuario di Dio.
Quando era amareggiato il mio cuore
e i miei reni trafitti dal dolore,
io ero insensato e non capivo.

SANTO DEL GIORNO

Sette Santi Fondatori dell'Ordine dei Servi della B.V. Maria

17.02.2014

Vengono indicati sotto questo titolo i componenti il gruppo iniziale dei Servi di Santa Maria, un Ordine mendicante sorto sul Monte Senario (Firenze) nella prima metà del XIII secolo. Fra l’XI e il XII secolo si moltiplicarono in Italia, sulla scia della riforma gregoriana, i movimenti ispirati a una spiritualità della povertà, a imitazione del Cristo povero. Erano costituiti da laici che, senza abbandonare la vita familiare e professionale, intendevano vivere la “sequela Christi” come suoi discepoli. I nostri sette santi fondatori non sono conosciuti singolarmente, ma per quello che realizzarono come gruppo. Erano tutti laici, alcuni celibi, commercianti di lana, quando iniziarono questa esperienza spirituale, animati da speciale amore alla Vergine, legati tra loro dall’ideale evangelico della comunione fraterna e del servizio ai poveri e agli ammalati. I nomi dei sette Servi di Maria, secondo il Chronicon, sono: Bonfiglio, Bonagiunta, Manetto, Sostegno, Amadio, Uguccione e Alessio. Stabilitisi inizialmente a Cafaggio, vicino a Firenze, vi rimasero sino al 1245, quando, nell’urto fra le fazioni dei guelfi e dei ghibellini, osteggiati, decisero di trasferirsi sul Monte Senario.
La comunità dei Servi di Maria si caratterizzava per povertà e spirito contemplativo, avendo scelto uno stile di vita che si richiamava alla apostolica vivendi forma. Un accento particolare era posto sulla fraternità. In un tempo in cui le rivalità seminavano odio e discordie, i sette fondatori misero in luce il valore sociale della fraternità umana: essi infatti si fecero anche servi dei bisognosi. Terza loro caratteristica era la devozione a Maria, modello di servizio a Dio e al prossimo. Ma a partire dal 1256 si verificò una svolta: si attenuò il carattere contemplativo e anche il rigore della povertà. Salvaguardato il carattere mariano dell’Ordine, si sviluppava l’attività apostolica, per cui si dovette attenuare la rigidità di alcuni punti della regola per permettere ai frati di attendere ai bisogni del loro ministero.
Sebbene la venerazione per questi santi fosse viva tra il popolo fin dagli inizi, la loro canonizzazione avvenne solo nel 1888, ad opera di Leone XIII. I loro corpi riposano in un’unica urna a Monte Senario, a significare l’unico amore che li tenne strettamente uniti in vita.